Probabilmente vi sarete tutti resi conto che nella pagina tendiamo più spesso a raccontarvi notizie riguardanti squadre in forma o comunque che si trovano nelle zone più alte della classifica, mettendo più in secondo piano quelle che invece si trovano nei bassi fondi o che vogliono “tankare”. Ebbene quest’oggi, leggendo questo pezzo, vedrete che la tendenza si invertirà. Parleremo di due squadre che si sono affrontate questa notte, ovvero i Sacramento Kings e i New York Knicks, e che rappresentano due delle più grandi delusioni viste fino adesso in questa stagione. Ora, per Sacramento tutto ciò è quasi diventato abituale, visto che la squadra fa schifo da ormai 16 anni e in tutto questo tempo non sono mai riusciti a trovare un qualche elemento in grado di farli svoltare e che potesse prendere in mano la franchigia (in realtà nel 2018 la possibilità c’era, ma quel genio di Vlade Divac evidentemente aveva visto in Marvin Bagley III qualcosa in più rispetto a Luka Doncic che a noi tutti è sfuggito). La trade Haliburton-Sabonis è l’ennesima dimostrazione di quanto la società non abbia una visione o un progetto a lungo termine, ed i Kings molto probabilmente si ritroveranno nuovamente esclusi dai playoffs.
Dall’altra parte ci sono i Knicks, che, dopo aver stupito tutti con il quarto posto a Est nella scorsa stagione, mostrando un gioco fluido e dinamico soprattutto in difesa, erano attesi quest’anno da un’importante riconferma. Le cose naturalmente non sono andate per il verso sperato, e c’è chi dice che l’anno prossimo la dirigenza abbia intenzione di smantellare quasi completamente la squadra. I problemi sono tanti ed evidenti, a partire dalle scelte sbagliate compiute in off-season, ad una sintonia mai completamente sbocciata tra Julius Randle ed il resto del team, all’incapacità di coach Thibodeau di imporre nuovamente il suo stile di gioco e di saper lavorare con i giovani. Tutti questi fattori insieme ad altri hanno fatto sprofondare la squadra nei bassifondi, ma le recenti due vittorie consecutive contro Clippers e Sacramento hanno dimostrato che non tutto è da buttare, e che i margini per tornare in alto ci sono tutti. Bisognerà solamente capire da chi ripartire e muoversi bene in off-season. Perché nella grande mela c’è già chi sogna in grande, sperando di poter vedere riunito il mitico trio della Duke 2018\19, considerando che Zion Williamson continua a non giocare e a destare mistero in quel di NOLA. Ma al di là di queste ipotesi, concentriamoci sul match di questa notte.
WHAT A NIGHT FOR JULIUS RANDLE ?
— NBA on ESPN (@ESPNNBA) March 8, 2022
He set a new career-high in points in the Knicks' comeback win over the Kings. pic.twitter.com/g85E9DFBi4
Come avete letto nel titolo e nel tweet, Julius Randle ha disputato una delle miglior partite della sua carriera, chiudendo con 46 punti all’attivo e ben 8 triple realizzate. Sacramento, che pure era avanti anche di 20 lunghezze, si squaglia come è successo a Dallas due giorni fa, concedendo 44 punti agli avversari nel solo terzo periodo e perdendo per 131-115 davanti ai tanti sconsolati tifosi sugli spalti del Golden1 Center. Sorprende inoltre tra i padroni di casa vedere Domantas Sabonis, che di solito mantiene sempre la calma anche nei momenti più difficili, sbraitare in maniera molto vistosa prima contro i compagni, lamentandosi del loro scarso impegno e poi addirittura contro gli arbitri. Per questi motivi il lituano sarà espulso a quattro minuti dalla fine. Ma tutto questo nervosismo testimonia il fatto che probabilmente neanche lui si sia ancora capacitato del perché sia stato ceduto in questa squadra, che riesce forse per qualità ed efficienza ad essere addirittura peggiore dei Pacers e che rischia di non fargli giocare i playoffs per il terzo anno consecutivo. La situazione è davvero preoccupante per Sacramento, e il futuro incertissimo, soprattutto dopo l’addio di Tyrese Haliburton.
Immanuel Quickley's last 5 games:
— Knicks Videos (@sny_knicks) March 8, 2022
18.6 PPG
6.0 RPG
3.0 APG
2.6 3PG
52.8% FG
24-25 FT
The future is now. pic.twitter.com/Mk6ePDFPev
Ma, tornando alla partita, i Knicks, che avevano chiuso il primo tempo concedendo moltissimi agli avversari, soprattutto a causa dell’assenza di Mitchell Robinson, che ha dovuto abbandonare il campo per “malattia” dopo soli due minuti, nel secondo tempo hanno messo a segno ben 83 punti, mai così tanti dal 1969.
Di questi 32 portano la firma di Randle, che si è trovato davvero in una serata di grazia. Il numero 30 così ha voluto mettere a tacere le tante critiche rivoltagli ultimamente, in particolare dopo la recente partita contro Phoenix, in cui è stato espulso per uno screzio con Cam Johnson e costretto a pagare alla lega ben 50.000 dollari di multa. Per fortuna i compagni paiono appoggiarlo in questo suo difficile momento. “Julius ha un sacco di energia dentro” dichiara RJ Barrett “oggi il ritmo è stato altissimo e siamo stati bravi soprattutto a muovere bene la palla”. Il canadese ha chiuso il match con 29 punti, di cui 27 segnati nel secondo tempo, contribuendo anch’essi alla rimonta dei Knicks. In generale tutta la squadra ha reagito bene e mostrato grandi segni di coesione e attaccamento, soprattutto in difesa, dove De’Aaron Fox è stato molto limitato e ha trovato di conseguenza poco spazio, calando anche nelle percentuali al tiro.
L’inesistente difesa di Sac Town ha pensato al resto e contribuito alla rimonta degli ospiti. “Sapevamo che Sacramento era una squadra pericolosa ma che concede”. Queste le dichiarazioni a fine partita di Immanuel Quickley, autore di 27 punti con un ottimo 7 su 10 totale al tiro. Il prodotto di Kentucky sta attraversando davvero un ottimo periodo e, nel pantano generale che sta travolgendo la grande mela, resta uno dei pochi punti fermi. Una cattiva notizia invece per New York riguarda l’infortunio di Cam Reddish, che dopo uno scontro con Davion Mitchell ha accusato dolore alla spalla ed è stato costretto ad abbandonare il match. Le sue condizioni saranno rivalutate in queste ore. Con questa vittoria adesso i Knicks si trovano a meno di 5 partite di distacco da Atlanta, che occupa la decima posizione, ovvero l’ultima disponibile per aggrappare il treno play-in. Ma varrà veramente la pena rinunciare ad una buona posizione nella lottery per poi magari uscire ugualmente subito?