È finita stanotte la favola dei New York Knicks ai playoffs, gli Atlanta Hawks si impongono 103-89 guidati da un magico Trae Young da 36 punti e 9 assist e da Clint Capela da 14 punti e 15 rimbalzi, che come promesso “manda i Knicks in vacanza”.
Gli Hawks si sono dimostrati più forti durante tutta la serie, finendo la serie in gara 5 proprio al Garden, gremito di tifosi entusiasti come non si vedeva da tempo.
La folla del Garden ha inondato i Knicks di una standing ovation negli ultimi 50 secondi di partita.
Una partita che lascia dei rimpianti, ma anche la consapevolezza di essere tornati nel panorama che conta davvero, dopo 7 lunghi anni di digiuno.
I protagonisti della favola Knicks, Randle, Barret e Rose hanno dato tutto ma si sono dovuti arrendere proprio in casa loro.
L’All-Star Julius Randle ha chiuso la sua prima serie di playoffs con 8 palle perse e 23 punti tirando solo 8 su 21 e giocando molto male nel secondo tempo. “Hanno eseguito alla grande, hanno giocato molto bene, hanno tirato bene“, ha detto Randle. “I tifosi ne saranno comunque orgogliosi. Abbiamo qualcosa su cui costruire per il futuro. È difficile elaborare ora la sconfitta, ma torneremo.”
“Sono orgoglioso di aver gettato le basi per il futuro e di riportare i Knicks sulla strada giusta“, ha detto RJ Barrett che ha concluso la partita con 17 punti, 5 assist e 7 rimbalzi.
“Questa è stata la loro prima corsa ai playoffs, l’apprendimento va di pari passo”, ha concluso Thibodeau. “È una parte importante dell’apprendimento e speriamo di poterlo portare avanti.”
I Knicks di Derrick Rose
Nella post-season dei Knicks spunta un nome e cognome, Derrick Rose, che si è reso protagonista, riuscendo a strappare una maglia da titolare al posto di Elfrid Payton.
Nell’ultima partita Rose non ha giocato l’ultimo quarto di gara: “Ho avuto alcuni infortuni dall’ultima partita”, ha detto Rose. “Sono stato colpito al ginocchio. Semplicemente non mi sentivo bene. Per questo Thibs ha deciso di non farmi giocare.”
Rose sarà free agent a fine stagione, e alla domanda sul suo futuro risponde cosi: “Sai come va, amico, non dipende da me, questo dipende dal front office. Hanno grandi progetti. Chissà se potrei tornare. Non lo so. Lascerò che il mio agente ne parli con loro. Ma in realtà non dipende affatto da me.”
“Ma mi piacerebbe tornare“, aggiunge. “Chi non vorrebbe giocare per i Knicks o essere a New York? Mi piacerebbe, ma allo stesso tempo, so che è potrebbe essere non essere così e che potrebbero avere piani più grandi”.
Alla domanda se creda che i Knicks abbiano le carte in regola per fare un altro passo avanti dopo la loro prima apparizione ai playoffs dal 2013, il veterano ha risposto: “Certo, ho già detto che è uno dei motivi per cui ho voluto venire Qui. Perché ha un grande roster. Un roster giovane su cui costruire.”
Rose è tornato nella Grande Mela a febbraio dopo l’esperienza a Detroit. Qui ha rincontrato il suo vecchio allenatore, Tom Thibodeau, con lui ai tempi Minnesota e Chicago. Per lui la stagione del riscatto, prendendosi una rivincita contro tutti gli infortuni che lo hanno buttato giù.
Non è più lo stesso Rose del 2011, quando volava da una parte all’altra del parquet con schiacciate e giocate da capogiro, adesso il suo gioco è più controllato, più lento ma più maturo, più intelligente e più funzionale per i compagni. Potrà sicuramente fare bene in qualsiasi squadra andrà.
Il futuro dei New York Knicks
Fino a qualche mese fa nessuno puntava su una partecipazione alla post-season dei Knicks, in effetti da essere la franchigia zimbello della lega ad un improbabile 4° posto in un Est di tutto rispetto era del tutto imprevedibile.
Anche se uscire al primo turno contro una squadra non del tutto irresistibile come gli Hawks può sembrare disastroso, la stagione a New York non deve necessariamente apparire in questo modo.
Coach Thibodeau può considerarsi orgoglioso di ciò che è stato fatto quest’anno: “L’ho detto ai nostri ragazzi, sono orgoglioso di ciò che la nostra squadra ha realizzato quest’anno”, ha detto l’allenatore dei Knicks. “Ovviamente siamo delusi dal risultato di stasera. Speriamo di poter imparare e migliorare da esso. Sono molto orgoglioso di loro. Speriamo di poterlo prendere e usarlo come motivazione per il lavoro che dobbiamo fare in estate in preparazione per il prossimo anno.”
I Knicks si sono dimostrati una squadra determinata e unita nonostante l’assenza di giovani come Mitchell Robinson. Julius Randle ha giocato la sua miglior stagione pontandosi in bacheca anche il premio di Most Improved Player, Rose ha preso in mano la squadra nei momenti dei playoffs in cui i giovani compagni non riuscivano a giocare al meglio. Questi ragazzi hanno riportato New York City nella mappa della NBA che conta davvero, oltre che su una cartina geografica.
Si accendono le luci, non quelle del Madison Square Garden, che purtroppo si sono spente stanotte, ma quelle di un futuro radioso per dei giovani Knicks.