Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsLos Angeles Lakers NBA, stanotte la prima: Anthony Davis e Zion Williamson dovrebbero giocare

NBA, stanotte la prima: Anthony Davis e Zion Williamson dovrebbero giocare

di Michele Gibin
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A poche ore dal debutto ufficiale della ripresa del campionato NBA 2019\20 dalla bolla di Orlando, Florida, con le prime due partite in programma, c’è ottimismo sulle condizioni di Zion Williamson dei New Orleans Pelicans ed Anthony Davis dei Los Angeles Lakers.

Davis ha ricevuto una dolorosa ditata nell’occhio da Michael Carter Williams durante il secondo dei tre scrimmage pre stagionali giocati, ed ha saltato la terza gara. Le sue condizioni verranno rivalutate poche ore prima della palla a due di Lakers-Clippers, “ma il mio piano è quello di esserci“, così Davis.

AD ha indossato un paio di “goggles”, di occhiali protettivi per gli allenamenti: “E’ parso subito il migliore di sempre con indosso degli occhiali“, scherza coach Frank Vogel “E’ una questione di stile, abbiamo una superstar cui donano gli occhiali. Riaverlo in allenamento è stata un’ottima cosa, vedremo le sue condizioni oggi“.

NBA, Zion Williamson giocherà contro i Jazz?

“Game time decision” anche per Zion Williamson. I suoi Pelicans sfideranno gli Utah Jazz nella prima delle sue partite della notte italiana tra giovedì e venerdì, e Williamson è appena rientrato in squadra dopo alcuni giorni di assenza per un problema in famiglia e la quarantena di 4 giorni prevista per chi lascia il campus di Orlando per poi rientrare.

12 giorni complessivi lontano dai campi inducono i New Orleans Pelicans alla prudenza: “Non c’è nessuno che lo vorrebbe in campo più di me“, così coach Alvin Gentry “Abbiamo chi è più qualificato nel prendere decisioni come queste, sulla salute dei giocatori e su quanto possono giocare“.

Per Williamson, “sia io e che la squadra faremo ciò che è giusto fare, Io? Voglio esserci, solo questo“. Zion ha raccontato di non aver rinunciato agli allenamenti durante la sua assenza: “Ho fatto esercizi e palestra, ma lontano dalla squadra non è così semplice, in più ero in una situazione in cui la famiglia era al primo posto (…) certo è difficile saltare direttamente al livello di una partita NBA dopo un’assenza così, per cui prenderemo la decisione più giusta“.

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