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NBA, Clippers in panne e Paul George s’inventa “la mancanza d’identità”

di Michele Gibin
clippers

Tyronn Lue si è preso le responsabilità del flop domenicale in casa dei suoi LA Clippers, che senza lottare si sono arresi per 110-93 a degli Atlanta Hawks mediocri.

I Clippers si sono trovati sotto a un certo punto anche di 29 punti e sono sembrati la squadra fuori fase dei primi tempi, appena dopo l’arrivo via trade di James Harden quando persero 6 partite di fila. Periodo poi spazzato via da due mesi vissuti da contender, sulle ampie spalle di Kawhi Leonard e Paul George, prima di un secondo brusco rallenamento.

Kawhi e compagni hanno perso 4 delle ultime 5 partite giocate, con KO contro squadre sotto al 50% di vittorie come Bulls e Hawks. Estendendo il periodo di rallentamento da febbraio in poi, i Clippers hanno un record di 8 vittorie e 10 sconfitte nelle ultime 18 gare in un trend che se non invertito potrebbe rischiare di invischiarli nella lotta per evitare i play-in. Il margine oggi è ancora solido, 3.5 partite sui Dallas Mavs, ma si sta restringendo.

Contro Atlanta i Clippers sono andati sotto per 61-40 nel secondo quarto di gioco, e per 91-62 in apertura di quarto periodo. Kawhi Leonard, non al meglio per un problema alla schiena, ha segnato 28 punti, Paul George ci ha aggiunto 26 punti ma il resto della squadra non ha seguito, a iniziare da un James Harden in calo di forma e da 3 su 10 dal campo per 9 punti e 9 assist. Senza Norman Powell, la panchina non ha dato nulla.

Per gli Hawks, senza Trae Young e Onyeka Okongwu infortunati, 21 punti di Dejounte Murray e 20 punti dalla panchina di De’Andre Hunter. Clint Capela e Jalen Johnson hanno chiuso con due doppie doppie, Atlanta ha vinto il secondo quarto per 30-15 e il terzo per 28-17.

Ora dobbiamo fare tutto il necessario per tirarci fuori dalla crisi in cui siamo” ha detto Tyronn Lue dopo la partita “E si parte da ogni possesso, occorre giocare più duro, eseguire meglio in attacco e in difesa, cose di cui parliamo ogni giorno. E per 48 minuti, non 20 o 28. Forse sono io il problema, forse dovrei fare qualcosa di diverso“, ancora Lue “siamo un gruppo di veterani che capiscono le cose, e che sanno cosa devono fare. Per cui non reagirò oltremodo perché so che siamo una buona squadra, con grandi giocatori, e che hanno sempre guidato le loro squadre. Ma se si vuole vincere io conosco la strada, ci sono passato e so come si fa, per cui assicuriamoci di fare le cose nel modo giusto e poi vedremo“.

A una quindicina di partite dalla fine della regular season, fa invece un certo effetto sentir parlare di “mancanza di identità” Paul George. Eppure, “vogliamo essere una squadra continua e che abbia una sua identità. E’ una cosa di cui parlo sempre e che ritengo super importante, le altre squadra ora sanno contro chi giocano e noi non abbiamo una nostra identità“.

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