Mentre la stagione NBA 2020/21 sta entrando nel suo vivo con il secondo turno dei playoffs, si inizia già a guardare a quella che è stata l’annata complessivamente ed un dato che salta sicuramente all’occhio è l’alto numero di infortuni occorsi in questa stagione.
Ovviamente si parla di assenze dal campo non dovute alla pandemia da coronavirus o ad altre questioni extra-sportive, ma quelle strettamente legate ad infortuni. A voler fare una lista completa di tutti quelli a cui abbiamo assistito, forse non finiremmo entro un’ora.
Inutile dire che questa variabile ha reso l’andamento della stagione ancora più instabile e suscettibile di cambiamenti improvvisi dei rapporti di forza. Alla fine, però, al netto di qualche squadra più fortunata e qualche altra più sfortunata, tutte le franchigie hanno dovuto fronteggiare questa emergenza.
Basti pensare alle tante assenze dei big 3 dei Nets; all’infortunio che ha posto fine alla stagione di Jamal Murray e forse anche alle speranze di titolo dei Nuggets, ai problemi avuti da LeBron James e Anthony Davis, ai Celtics naufragati definitivamente dopo che Jaylen Brown ha alzato bandiera bianca e a tutti gli altri infortuni, piccoli o grandi, che hanno spesso messo in difficoltà gli equilibri delle squadre.
“La media di giocatori che non sono scesi in campo per infortuni è di 5.1 per partita” ha detto Baxter Holmes di ESPN. “L’aumento è ancora più pronunciato se ci focalizziamo sulle stelle. Quest’anno gli All-Star hanno saltato insieme il 19% delle partite, la percentuale più alta nella storia della NBA, secondo Elias Sports Bureau. In media hanno saltato 13.7 partite di regular season a testa”.
Come molti già avevano detto prima che la stagione iniziasse, la risicatissima off-season che la NBA aveva concesso alle squadre sarebbe stata rischiosa in termini di attitudine all’infortunio dei giocatori. Soprattutto per le due squadre finaliste che hanno avuto solo 71 giorni (!) fra la fine della stagione 2019/20 e l’inizio della stagione successiva. Forse, quindi, non è nemmeno troppo un caso che sia Heat che Lakers siano uscite (malamente) dal primo turno playoffs.
Per non parlare poi dei vari contagi da covid o dei protocolli di 19 giorni per contatti con positivi in cui i giocatori dovevano sospendere qualsiasi attività sportiva.
Insomma, tutto questo per dire che quando si parla della stagione attuale non si potrà fare a meno di considerare questa enorme variabile che ha sicuramente avuto un’influenza decisiva sul futuro delle franchigie. Non solo per quanto riguarda l’annata corrente: ricordiamoci che un infortunio serio può senza problemi condizionare il futuro di una franchigia.