Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Free agency 2021, le pagelle del mercato NBA tra chi sale e chi scende
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Mercato NBA, le pagelle della Eastern Conference

Atlanta Hawks: 6,5

Piccoli ritocchi di roster e tanti rinnovi. I principali accordi sono quelli di Trae Young (5 anni per 172 milioni di dollari) e John Collins (5 anni a 125 milioni di dollari). Buone, per esperienza e solidità, anche le conferme annuali di Lou Williams e Solomon Hill, oltre che la firma di Gorgui Dieng (che allunga le rotazioni sotto canestro). Per il ruolo di PG di backup, invece, è arrivato un onesto mestierante come Delon Wright nella trade a 3 con Celtics e Kings, la quale ha visto partire Bruno Fernando, Kris Dunn e una scelta secord round 2023 a favore dei primi. Si ritenterà l’assalto alla finale di Conference!

Boston Celtics 6,5

L’esperimento Kemba Walker è finito e non ha portato risultati. Con quel ginocchio malandato non era scontato riuscire a scambiarlo: in cambio è tornato Al Horford. Ha due primavere in più dall’ultima volta in biancoverde, ma porterà esperienza e leadership sotto canestro. Giusto liberarsi anche di Tristan Thompson, mai ambientatosi: in cambio sono arrivati Josh Richardson e Kris Dunn, due giocatori interessanti dalla doppia dimensione che possono inserirsi bene. Prendere Dennis Schroder non era esaltante, ma a quelle cifre (annuale a poco più di 5 milioni) è furto con scasso. Buon inizio per Brad Stevens.

I migliori ad Est, Brooklyn Nets: 8

Ad Est la scena è tutta per loro.  Rafforzare un roster così attrezzato non era semplice, eppure Sean Marks ha ottenuto la riconferma (al minimo) di Blake Griffin, uno dei gregari più importanti della scorsa stagione, e aggiunto esperienza e fisicità con la firma del lungo James Johnson, utlizzabile sia da power forward che da centro. Il colpo vero è proprio è arrivato strappando a Warriors e Lakers Patty Mills, uno che sa cosa vuol dire giocare le parite importanti: ulteriore fosforo e maggiore minaccia perimetrale per il trio Durant-Harden-Irving. Brooklyn mette una marcia in più e si mette in primissima fila nella lotta al titolo.

Charlotte Hornets: 6

Per la franchigia di His Airness, al secolo Michael Jordan, mantenere lo zoccolo duro della tutto sommato positiva scorsa stagione era un imperativo: dopo anni travagliati fatti di scelte discutibili e roster assemblati male non si poteva rischiare di stravolgere tutto e rischiare di ricominciare da capo. La partenza di Devonte’ Graham darà ancora più responsabilità alla mente brillante di LaMelo Ball, che sarà affiancato da due volti nuovi interessanti, Mason Plumlee (lungo esperto e dalle mani educate) e Kelly Oubre Jr., variabile impazzita che può portare in dote una belle fetta di punti. Innesti mirati che potrebbero far bene ad un gruppo interessante.

Chicago Bulls: 7,5

Per prima cosa arriva via sign-and-trade dai Pelicans Lonzo Ball (che ha firmato a 80 milioni di dollari per 4 anni) in cambio di Tomas Satoransky, Garrett Temple e una seconda pick 2024. Nello stesso modo DeMar DeRozan si trasferisce a Chicago (85 milioni in 3 anni) e a San Antonio volano Thaddeus Young, Al-Farouq Aminu, una prima scelta 2025 e due seconde (2022 e 2025). Una volta sistemato il quintetto (che ora vede Ball, LaVine, DeRozan, Williams e Vucevic), il GM dei Bulls ha pensato a firmare Alex Caruso (37 milioni per 4 anni) per puntellare la panchina che si era indebolita dopo le partenze di Daniel Theis e Ryan Arcidiacono (sostituiti dalle firme di Tony Bradley e Javonte Green). Occhio però a pensare il mercato dei Bulls finito. C’è ancora Lauri Markkanen da piazzare e il ruolo di 4 da rinforzare. Intanto Chicago sembra finalmente avere una squadra dopo molto tempo: ottimo lavoro!

I peggiori ad Est, Cleveland Cavaliers: 4,5

Dopo aver puntato forte al draft su Evan Mobley,un promettente centro, i Cavs hanno avuto la brillante idea di rinnovare Jarrett Allen, centro arrivato nella scorsa stagione via trade dai Brooklyn Nets, a 100 milioni di dollari per i prossimi cinque anni. Un contratto oneroso, pesante, per un giocatore sì capace ma che non è ancora una star (e ci chiediamo se lo diventerà in futuro). La convivenza tra i due prospetti, insomma, è tutta da scoprire. La presa di Ricky Rubio non attenua questa mossa inspiegabile.

Detroit Pistons: 6

I Pistons sono in piena ricostruzione e in questa offeseason si puntava soprattutto sul draft e sul pescare il maggior numero di giovani talenti da testare nella prossima stagione. I movimenti, quindi, sono stati pochi. Qualche taglio di giocatori che non hanno convinto, i rinnovi di Corey Joseph, Frank Jackson (entrambi biennali da 5 milioni l’anno il primo e 7.5 il secondo) e le firme di qualche lungo come Kelly Olynyk e Trey Lyles, che a Detroit piacciono molto. Buona la trade con la quale si sono liberti del contrattone di Mason Plumlee. La dirigenza ha fatto il compitino che deve fare un front office di una squadra che ha poco da chiedere alla prossima stagione.

Indiana Pacers: 6

Si sono limitati a qualche piccolo ritocco nelle rotazioni. Perso un role player come Doug McDermott, i Pacers hanno firmato Torrey Craig (10 milioni per 2 anni). Il resto delle trattative hanno coinvolto principalmente point e shooting guard di riserva. Rinnovato TJ McConnell (33.6 milioni per 4 anni), esteso per una stagione Edmond Summer, scambiato il giovane Aaron Holiday. In questa operazione lui e il rookie Isaiah Todd sono stati spediti nella capitale, mentre a Indiana è arrivato un altro ragazzo appena scelto al draft, Isaiah Jackson. Il mercato dei Pacers sembra congelato in attesa di capire se si darà ancora una chance alla coppia di lunghi Sabonis-Turner, oppure si farà saltare il banco.

Miami Heat: 5,5

In Florida si vuole ritentare l’assalto al titolo: ma Lowry è il giocatore giusto? Tanti soldi (forse troppi) per un 35enne con limitata dimensione offensiva. Un suicidio il contrattone da 90 milioni firmato da Duncan Robinson, un telepass in difesa. Male anche aver rifirmato Oladipo, uno che negli ultimi anni ha fatto venire solo dubbi e perplessità che altro. Bene solo la presa di PJ Tucker, veterano che tutti vorrebbero sempre avere in squadra per grinta, tiro e difesa. Pat, si poteva fare meglio questa volta.

Milwaukee Bucks: 6,5

Partendo dall’idea che squadra che vince non si cambia, le attese di mercato non erano alte e le stelle già tutte blindate nel lungo periodo. L’unico obiettivo era quello di sostituire i giocatori in scadenza come PJ Tucker, Bryn Forbes e Jeff Teague. Al loro posto sono stati firmati Semi Ojeleye e Rodney Hood (con un contratto annuale) e George Hill (che porta esperienza e un biennale da 8 milioni). Importante anche il rinnovo di Bobby Portis (9 milioni per 2 anni) che nelle ultime Finals si è rivelato un fattore decisivo dalla panchina. Interessante la trade che ha portato un buon tiratore come Grayson Allen da Memphis a Milwaukee in cambio di Sam Merrill e una seconda 2024. In pratica poche modifiche al roster, non di inferiore valore, e la capacità di non disfare una squadra da anello. Anche solo per questo buon lavoro in casa Bucks.

New York Knicks: 6,5

L’obiettivo è confermare quello di buono fatto l’anno scorso e, se possibile, migliorarlo. Il rinnovo di Randle a quelle cifre era obbligato ed anche giusto. Importante aver rifirmato Derrick Rose che sembra aver trovato con Thibs la sua completa rinascita: sarà cruciale il suo ruolo. Fanno più storcere il naso le cifre date a Evan Fournier (quadriennale da 78 milioni), ma il francese ha dimostrato di poter portare in dote tanti punti. Poi l’azzardo e l’intrigo finale: l’arrivo di Kemba Walker dopo il taglio ad OKC. Per lui è l’occasione per rilanciarsi e per NY quella di ritrovare una point guard trascinante. Ne viene fuori un quintetto intrigante.

Orlando Magic: 5,5

Free agency sorniona, troppo sorniona, per la franchigia della Florida. L’immobilismo ha regnato sovrano, se non fosse per le firme di Moritz Wagner (che farà compagnia al fratello Franz draftato con l’ottava scelta assoluta di quest’anno) e Robin Lopez, lungo che porterà un po’ di esperienza e sostanza ad un gruppo giovane. Si poteva fare qualcosa in più? Forse…

Philadelphia Sixers: 5,5

Ok l’innesto di Andre Drummond al posto del partente Dwight Howard, va bene anche la conferma di Danny Green: tuttavia il team della città dell’amore fraterno non ha alzato il proprio livello e non ha ancora risolto la questione Ben Simmons. Forse saranno eccessive le richieste avanzate alle squadre interessate per un giocatore che ha deluso le aspettative generali? Dopo averlo praticamente messo sul mercato, ora la sua situazione è entrata in una fase di stallo su cui aleggia un velo di mistero: e se rimanesse alla fine, da separato in casa? La sensazione è che al momento la ripartenza del Process è mestamente bloccata. rimandati.

Washington Wizards: 7

Dalla trade che ha portato Westbrook a LA ne escono non bene, ma più che bene. Prima avevano due stelle ed il nulla attorno: ora hanno una squadra. Dai Lakers sono arrivati Kyle Kuzma, Montrezl Harrell e Kentavious Caldwell-Pope, tre giocatori su cui si può costruire qualcosa di interessante. Soprattutto se ci aggiungi Bradley Beal, Rui Hachimura e Spencer Dinwiddie. Anche quest’ultima presa ha molto senso: l’ex Nets, se ispirato, è più che un discreto giocatore. Squadra che può puntare ai playoffs.

Toronto Raptors: 6

Dall’anno scorso era ormai chiaro che a Nord ci sarebbe stato un più o meno lungo periodo di transizione. Dopo che se ne era parlato tanto, Lowry è davvero partito: in cambio sono arrivati Goran Dragic (che giocherà un anno senza troppo entusiasmo) e Precious Achiuwa, bel prospetto. Sacrosanto, poi, rinnovare Gary Trent jr, uno che potrebbe davvero diventare forte e lo ha fatto vedere. Stupisce, invece, il taglio di Aaron Baynes, visto anche quanto aveva fatto bene alle Olimpiadi; soprattutto, se al suo posto si è rifirmato Khem Birch. Senza infamia e senza lode.

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