Ospite di “Road Trippin”, podcast degli ex compagni di squadra Richard Jefferson e Channing Frye, con Allie Clifton, parla per la prima volta in pubblico dopo lo stop della stagione NBA LeBron James.
Sono passati 15 giorni dalle ultime partite giocate in stagione, ed una data precisa per una ripresa non è ancora chiaramente in discussione, dopo la detonazione della pandemia da Sars-Cov2 anche negli Stati Uniti, e le misure di contenimento e distanziamento sociale intraprese dal governo. Contagio che ha toccato da vicino anche James ed i Los Angeles Lakers, con due giocatori (di cui non è stato reso noto il nome) risultati positivi al tampone diagnostico effettuato la scorsa settimana. Durante il podcats, prodotto dalla piattaforma “Uninterrupted” di proprietà di LeBron james, la star dei Lakers cerca di guardare al momento in cui i giocatori potranno tornare in campo, probabilmente solo per gradi e senza pubblico, a porte chiuse. “La parola ‘sport’, senza i tifosi, perde di significato. Niente entusiasmo, niente sostegno e grida, niente gioia e niente interazioni col pubblico. Pensate, niente motivazioni ad andare in trasferta per battere una squadra davanti al suo pubblico, o nel giocare in casa per i propri tifosi“.
Poche settimane prima che la NBA e lo sport americano fossero costretti a fermarsi, un sorpreso James si era trovato a rispondere ad una domanda sull’eventualità , diventata nel frattempo concreta, di giocare a porte chiuse. Ipotesi che LeBron aveva rigettato seccamente, per poi ritrattare e rimettersi alle decisioni dei vertici. “Averei tifosi in tribuna è quello che tira fuori lo spirito competitivo dei giocatori, sapere che giocherai in una arena ostile con la voglia di battere anche loro (…) io non vedo l’ora di tornare in campo, anche se saremo solo noi, 5 contro 5. Ma a questo punto facciamo le nostre partitelle, filmiamole e mandiamole in streaming. Finché i tifosi non potranno tornate alle partite, non so davvero come si possa immaginare tenere un qualsiasi evento sportivo“.
“Quel che è certo, è che dopo questa cosa del coronavirus non darò più il cinque a nessuno, ci vorrà un po’ per vedere ancora le nostre strette di mano di squadra!“.
Sul formato delle stagione, in caso di una ripartenza estiva o tardo-primaverile, James ha le idee chiare: “Sarà difficile chiederci di entrare direttamente nei playoffs, come non tenere conto delle squadre che stavano lottando? Non sarebbe molto giusto. Pensiamo ad un giocatore come Damian Lillard, uno capace di segnare 50 punti, o C.J. McCollum, o persino Melo (Carmelo Anthony, ndr), che ai playoffs sanno dare il meglio, Portland è una squadra esperta, che sa giocare le partite importanti“. i Trail Blazers erano in corsa per l’ottavo ed ultimo posto playoffs nella Western Conference, lontani però ben 3.5 partite dai giovani Memphis Grizzlies (32-33) di Ja Morant.
Così LeBron James sulla pausa forzata e sull’effetto sul suo fisico: “Tutti dicono, hey LeBron ha 35 anni, ha più tempo per riposarsi (…) per nulla, devo tenere comunque il mio livello di attività, ho un fisico che non si può permettere troppo riposo. Quando ci siamo fermati, mi sono sentito come se il mio corpo mi dicesse: ‘che diavolo stai facendo!?!’. Eravamo sul punto di accelerare verso i playoffs, in quel momento della stagione… no, la storia del riposarsi non regge granché“.
LeBron James su Space Jam 2: “Peccato non possa uscire oggi”
James sarà come noto il protagonista nell’estate 2021 di Space Jam 2, sequel ideale dell’originale con Michael Jordan, e che vedrà nel cast anche i colleghi di LeBron Anthony Davis, Klay Thompson, Damian Lillard, Diana Taurasi e Kule Kuzma tra gli altri, e l’attrice Sonequa Martin-Green ed il premio Oscar Don Cheadle.
“Uscirà sempre nel 2021, la data è quella“, spiega LeBron “Siamo sulla tabella di marcia, anche se come tutto oggi i lavori sono rallentati. Non vedo l’ora, e anzi vorrei che potesse uscire già oggi, per farlo vedere alle persone che devono restare a casa in questo periodo. Dobbiamo aspettare ancora un po’ però, ma sarà una gran cosa“.
LeBron: “State a casa, anche se è difficile”
James torna poi alla sua vita pre-professionismo, e fa un parallelismo con l’insolita ed imprevista situazione attuale nel mondo, con oltre un miliardo di persone di fatto confinate in casa per le forti misure anti-espansione del contagio da Sars-CoV2 adottate da tanti governi, tra cui quello degli Stati Uniti: “Non mi avete mai sentito dire ‘state a casa’ o cose del genere, so che qualcuno avrebbe potuto dire: ‘facile per te’. Allora ripenso a quando andavo a scuola, e mi metto nei panni di mia madre all’epoca in una situazione del genere. E so che mia madre mi avrebbe detto: ‘non mi frega nulla del coronavirus, esci e vai fuori perché mi stai dando sui nervi!’ (…) per cui non sono un avvocato del ‘state a casa’. Quello che dico a tutti è ‘stiamo attenti’ prendiamoci cura l’uno dell’altro, e rispettiamo le distanze di sicurezza e non creiamo assembramenti, gruppi e caos. Non è il momento“.