Home NBA, National Basketball AssociationLeBron James LeBron James: “Altri sport? Me la sarei cavata nel salto in alto”

LeBron James: “Altri sport? Me la sarei cavata nel salto in alto”

di Michele Gibin

Se non avesse giocato a basket, LeBron James si sarebbe visto benissimo non solo sul campo da football americano dove per anni si è parlato di lui come di un grande tight end mancato, ma anche sulle piste di atletica leggera in almeno un paio di discipline diverse.

Quali? Ispirato dal ritorno alle Olimpiadi a Parigi 2024, dove ha collezionato il suo terzo oro in carriera, LeBron ha giocato a immaginarsi specialista nel salto in lungo o nel salto in alto. “Penso che potrei cavarmela nel salto in lungo, forse ancor meglio nel salto in alto se mi date un po’ di tempo per prepararmi. Ovviamente senza un minimo di preparazione non si può neanche iniziare. Per una medaglia? Io penso solo al podio, sempre“.

Partendo da una base di un fisico di 203 cm, il LeBron lunghista o saltatore in alto avrebbe sviluppato una muscolatura ovviamente diversa da quella possente di oggi. L’elevazione, spaventosa, del LeBron James tra i 20 e 30 anni, lo avrebbe aiutato nell’alto e la potenza muscolare nel salto in lungo. E in fondo di esempi di atleti che si sono cimentati ad esempio sia nello sprint sia nel salto in lungo ce ne sono stati, con Carl Lewis titolare di un grandissimo 8.91 ventoso di record personale nel salto in lungo, e Marion Jones, medagliata sia nei 100 e 200 metri sia nel lungo, e poi squalificata per doping. Nel 2010 e nel 2011 Marion Jones ha giocato anche a basket, nella WNBA per 47 partite con le Tulsa Shock.

Alle Olimpiadi di Parigi ha gareggiato nel beach volley l’ex giocatore NBA Chase Budinger, e i più appassionati di sport si ricorderanno che il grande sciatore USA Bode Miller aveva partecipato nel 2010 alle qualificazioni per ottenere una wild card per gli US Open, senza riuscirvi.

L’esempio, dati alla mano, più grande di tutti i tempi di cestista formidabile anche sulle piste d’atletica è però quello di Bill Russell, che nel 1956 era stato titolare della settima miglior misura dell’anno nel salto in alto, mentre giocava e gareggiava per la University of San Francisco. Russell aveva un primato personale attestato di 2.06m nel salto in alto, prima dell’invenzione della tecnica Fosbury, e in quell’anno alle Olimpiadi di Melbourne l’oro andò all’americano Charles Dumas, che saltò 2.13m.

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