I Los Angeles Lakers sono nel bel mezzo di una stagione tumultuosa, che rischia di prendere pieghe inaspettate da qui al 10 febbraio, data in cui il mercato degli scambi chiuderà i battenti. Il maggiore punto critico in casa Lakers è, chiaramente, Russell Westbrook, la cui compatibilità con LeBron James e compagni appare una montagna insormontabile.
Per via di queste ed altre complicazioni, Los Angeles continua a faticare nel portarsi a casa le partite, anche contro squadre sulla carta inferiori. Solo dal 10 gennaio, i Lakers hanno perso di 8 contro i Memphis Grizzlies, di 9 contro i Sacramento Kings, di ben 37 contro i Denver Nuggets, e questa notte di 7 contro gli Indiana Pacers, tredicesimi ad Est e da mesi, dichiaratamente, in ricostruzione.
Coach Frank Vogel, il cui posto da capo allenatore è tutt’altro che sicuro, ha dovuto prendere una decisione delicata ma dovuta: tenere Westbrook in panchina nei momenti decisivi. Vogel ed il management Lakers avevano già discusso, nelle ultime settimane, di prendere una posizione simile nei confronti dell’ex Oklahoma City Thunder.
Vogel tiene in panchina Westbrook nel finale: “Ho fatto giocare chi credevo ci avesse fatto vincere”
Sotto di 7 punti nel quarto quarto, coach Vogel chiama il cambio e fa entrare Malik Monk come sostituzione per Westbrook. Fino a quel momento, Westbrook era 5/17 dal campo con una serie di errori difensivi non indifferenti, come aver concesso alla guardia avversaria Caris LeVert la mano destra, quando nello scouting report era scritto esplicitamente di non far ciò.
Il posizionamento difensivo scorretto e reiterato di Westbrook ha condotto a due punti facili, al ferro, di LeVert, in poche parole la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nel post-partita, Vogel è stato molto chiaro in merito alla sua decisione, meditata insieme al resto dello staff tecnico: “Ho scelto di far scendere in campo quei giocatori che credevo ci avessero portato alla vittoria”.
Se, in passato, Los Angeles aveva cercato in tutti i modi di non lasciare in panchina Westbrook, il cui salario ammonta a più di 44 milioni, era stato, principalmente, per non causare danni alla psiche del giocatore. LeBron, invece, ha cercato di schierarsi dalla parte del suo compagno, che tanto ha voluto con lui ai Lakers. “Non credete che Russell sia infastidito a dover rimanere in panchina nel finale?”
Più di una volta questa stagione, Westbrook ha lasciato lo spogliatoio prima dei suoi compagni, evitando confronti e discussioni (costruttive, ndr) con la squadra. “Non credo sia una questione personale”, ha dichiarato Carmelo Anthony in merito ai recenti avvenimenti. “È solo un qualcosa a cui non è abituato, un ruolo diverso rispetto al solito. Ci sono state occasioni in cui anche io non sono sceso in campo, o altri sono rimasti in panchina. È una questione di adattamento”.
“Dobbiamo aiutarlo in questo”, ha proseguito Anthony. “È frustrante perché è un giocatore che cerca di fare le cose nel modo corretto. Si trova in un nuovo ambiente, in una situazione diversa rispetto alle sue precedenti squadre. L’unica cosa che possiamo fare è aiutarlo, assicurarci che stia bene mentalmente”.
La questione Westbrook, da non prendere sul personale secondo l’ex New York Knicks, rimane comunque critica. Ai Los Angeles Lakers attende una striscia di sei trasferte consecutive, un momento non semplice della stagione, in particolare se si è ottavi ad Ovest.