Intervistato da Sport Illustrated, Joe Dumars, a lungo general manager dei Detroit Pistons, ha raccontato come Detroit abbia cercato, e sia quasi riuscita, a portare a termine uno scambio per Kobe Bryant. Siamo nel 2007, i Los Angeles Lakers sembrano aver perso quello smalto competitivo (quell’anno, verranno eliminati al primo turno dai Phoenix Suns), e Kobe “wants out“, vuole andarsene, vuole giocare altrove.
Così i Lakers iniziano a sondare attentamente il mercato, e solo due squadre sembrano soddisfare le loro richieste: Chicago Bulls e Detroit Pistons. Le discussioni si svolgono tra Dumars, Jerry Buss, proprietario dei Lakers, Mitch Kupchak, general manager dei losangelini dal 2000 al 2017, ed infine Rob Pelinka, oggi dirigente ma all’epoca agente del compianto Kobe Bryant.
“Io e Mitch lavoravamo instancabilmente per raggiungere un punto d’accordo“, racconta Dumars, “Mitch mi aveva chiamato dicendomi che gli avrebbe fatto piacere discutere di un accordo con me. Io acconsentii, chiaramente, e ci pensammo su per vari giorni“. Tuttavia, l’affare si rese complicato sin da subito. Kobe, all’epoca, era l’unico giocatore con una “no-trade clause” nel suo contratto, la possibilità di opporsi ad un qualsiasi scambio che lo veda coinvolto. Per questo motivo, se i Lakers volevano scambiare Bryant, dovevano prima ricevere la sua approvazione.
Ciò voleva dire che lo scambio doveva essere costruito perfettamente ed in base alle necessità di Kobe. Così il dottor Buss va a parlare con Bryant, gli presenta lo scambio con i Pistons, e gli chiede una risposta entro 24 ore. Kobe non ha intenzione di correre e vuole più di tempo. Dice di aver bisogno di parlarne con la sua famiglia, di valutare ogni prospettiva possibile. Così Kobe chiede qualche giorno per poterci riflettere, ma Buss insiste sulla necessità di ricevere una risposta entro il giorno successivo.
E’ in questo momento che le discussioni tra le due parti vanno in stallo. Kobe non vuole prendere una decisione affrettata, e l’accordo sostanzialmente sfuma. Meno di un anno dopo, i Lakers mettono le mani su Pau Gasol e fanno tre finali consecutive, vincendo due titoli nel 2009 e 2010. “Mitch mi ha poi chiamato“, continua Dumars, “dicendo che si sarebbero tirati fuori dall’accordo. Mi disse che il dottor Buss aveva chiesto a Kobe di prendere una decisione in poco, pochissimo tempo, ma lui non se la sentiva. Buss era stato chiaro: se non lo avessero ceduto in quel momento, lo avrebbero tenuto in squadra per tornare a vincere”.
“Pensavo veramente che una cosa del genere potesse accadere”, ha concluso Joe Dumars. “Quando si parla di scambi, più tempo passa più è probabile che l’accordo fallisca”.