Solitamente, all’interno di una serie di playoffs, è la gara numero cinque ad essere definita “pivotal”: quell’incontro che potrebbe avere un’influenza diretta sul risultato finale dell’interno turno. Nel caso del duello tra New York Knicks ed Atlanta Hawks, rispettivamente quarte e quinte ad est in stagione regolare, quel temuto match decisivo potrebbe presentarsi già in gara 4.
Questo perché, in primis, la squadra di coach Nate McMillan è già in vantaggio sul 2 a 1 e può allungare ulteriormente il divario giocando in casa, mentre i Knicks dovranno cercare di riportare la serie in parità in trasferta. Tutto ciò verrà amplificato dalla presenza di quasi 17mila tifosi alla State Farm Arena, casa degli Hawks, che mano a mano come le altre arene NBA si avvicina sempre di più alla capienza massima.
Gara quattro sarà inoltre cruciale per quel giocatore che è stato l’emblema della stagione dei Knicks: il giocatore più migliorato dell’annata 2020/21 Julius Randle. Dal primo incontro di questo turno d’apertura dei playoffs, il ventiseienne ha viaggiato a delle cifre ben al di sotto della sue medie stagionali, e la franchigia della Grande Mela ne ha risentito molto di questo calo di rendimento.
I Knicks necessitano di un Julius Randle in forma per gara 4
Per riassumere le prestazioni di Julius Randle in questi primi atti della corsa al titolo ci si può soffermare su questo confronto: in stagione, l’ex New Orleans Pelicans ha viaggiato ad una superba media di 37.3 punti, 6.7 assist, con il 58.1% dal campo ed il 50% dalla lunga distanza. Tali cifre impressionanti sembrano appartenere ad un altro giocatore se paragonate a quelle di gara 1, 2 e 3: 14.7 punti di media con il 30% da tre ed il 24.1% dal campo.
Randle ha messo a referto 15, 15, e 14 punti nelle prime tre partite, segnando solo 2 canestri su 15 tentativi in gara tre. In totale, fino ad ora il nativo del Texas ha messo a segno 13 canestri su 54 tentativi. Da queste cifre si può chiaramente evincere come i Knicks, giustamente dipendenti dalle prestazioni di Randle, stiano faticando e non di poco nella metà campo offensiva.
Una pezza sul mancato apporto di Randle è stata chirurgicamente posta da Derrick Rose, che nel newyorchese ha assunto il totale controllo della panchina dei Knicks, entrando in discussione per il titolo di sesto uomo dell’anno e rivitalizzando la sua carriera. 24.3 punti di media per lui in questa serie, accompagnati da 4.7 assist, 5.0 rimbalzi, il 50% da tre ed il 51.7% dal campo su ben 19.3 tentativi a gara.
Se quella di Rose è una presa di posizione considerevole, al contrario il calo di Randle è la personificazione di un’idea che molti continuano a supportare da parecchi mesi: il fatto che i Knicks, e di conseguenza Randle, siano una squadra da stagione regolare e non da playoffs, e che il loro record positivo sia più frutto delle circostanze che di una effettiva inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti. Tale convinzione non è totalmente realistica, ma un fondo di verità può sempre essere riscontrato: e le sorti di tal pensiero potrebbero proprio dipendere da gara 4.
Certo, l’identità di un giocatore, men che meno quella di una squadra, sono impossibili da riconoscere in soli quarantotto minuti, ma il match che si giocherà quest’oggi alle 19 italiane è l’occasione per zittire i miscredenti e saldare i conti sul 2 a 2.
Ritornando però alle origini del problema, quindi un calo di rendimento da parte di Julius Randle, cerchiamo di identificare le cause di tale avvenimento. La principale è sicuramente la difesa messa in atto dagli Hawks, che sembra professare il motto “Tutti tranne Randle”: piuttosto che far segnare il ventiseienne, Atlanta preferisce raddoppiarlo o addirittura triplicarlo, lasciandogli ben poco spazio di manovra in attacco.
Una difesa organizzata in questo modo costringe quelle che solitamente vengono definite secondo linee a farsi avanti: per i Knicks, non tutti i giocatori a roster hanno ancora adempito a tali nuovi compiti. Per di più, pressare continuamente Randle e togliergli tanti punti dalle mani costringe quest’ultimo a fare affidamento sulle proprie doti da passatore, che seppur migliorate non sono di certo al pari delle abilità da scorer.
E’ in questo contesto che i Knicks pagano la mancanza di un giocatore atto al muovere la palla, creare gioco ed innescare i compagni: la free agency sarà quindi l’occasione perfetta per porre rimedio a tale problematica, e l’interessa da parte dei Knicks in diversi giocatori tra cui, ad esempio, Lonzo Ball, già mostrato negli scorsi mesi, è un indizio che i newyorchesi si muoveranno in questa direzione.
Per concludere, il capo allenatore dei Knicks Tom Thibodeau, uno dei fautori della stagione sorprendente dei suoi, si è dichiarato ottimista e poco preoccupato in merito alle prestazioni di Randle: “Vogliamo semplicemente che faccia quel che ha sempre fatto, che rimanga se stesso. Alcune volte avrai la possibilità di far canestro, altre dovrai creare il gioco per i tuoi compagni. E’ quel che ha ed abbiamo fatto tutto l’anno. Lui è il nostro motore, è un duro, e sono convinto che troverà una soluzione vincente”.