Home NBA, National Basketball AssociationNBA News Kevin Garnett racconta: una scommessa abbastanza improbabile

Kevin Garnett racconta: una scommessa abbastanza improbabile

di Giuseppe Russo
kevin garnett maglia

La parentesi di basket delle Olimpiadi estive del 2000 a Sydney, in Australia, è stata un melodramma per gli Stati Uniti. La squadra maschile di USA di Basketball non è riuscita ad ottenere la terza medaglia d’oro consecutiva ad un’olimpiade, nonostante l’ala dei Toronto Raptors Vince Carter avesse messo in mostra “Le dunk de la mort” su Frederic Weis, inserendo il francese nella storia olimpionica del basket.

Ma stando a quanto detto da Kevin Garnett, membro della squadra americana del 2000, ci fu un’altra schiacciata che però non avvenne, e che aveva visto i giocatori della squadra preoccupati in vista del match di apertura contro la Cina.

Prima di tutto, quello che nessuno sapeva, è che avevamo qualcosa in palio su Yao Ming.  Tutta la squadra USA fece una scommessa. Ci giocammo un milione di dollari su chi sarebbe stato il primo a schiacciare su Yao Ming,” ha raccontato Garnett a Alex Wong di Yahoo Canada Sports‘. “Ovviamente nessuno di noi ci riuscì. Provammo tutti a schiacchiare su Yao, ma o ci stoppava o sbagliavamo“.

Gli USA si scontrarono contro la Cina nel match inaugurale del girone, battendola per 119-72. Una settimana dopo, vinsero la partita contro la Francia per 106-94, con la schiacchiata di Carter a far da cornice al tutto.

Garnett, che era in campo con Carter durante la schiacciata su Weis, dimenticò inizialmente gli accordi sulla scommessa della squadra, credendo che il suo compagno di squadra avesse vinto la posta in palio.

La prima cosa a cui pensai quando vidi Vince schiacciare su Frederic fu: ‘Oh merda, hai vinto il milione di dollari’. Ma poi realizzai che ovviamente non era Yao, spinsi Vince, e se, guardi la clip, mi colpì quasi per sbaglio in faccia, ma il mio primo pensiero fu: “Oh merda, hai vinto, hai ottenuto il milione . ‘”

Il gigante buono arrivato dalla Cina

Yao Ming è stato appunto un cestista cinese, centro degli Houston Rockets in NBA. Alto 229 cm, per un peso di 141 kg, grazie alla sua stazza è stato uno dei centri potenzialmente più devastanti della storia della NBA.

Effettivamente, appena nato Yao Ming pesava più di 7 kg ed era alto come un bambino di 3 anni.
Il papà era alto 208 cm, e la mamma 190 (l’altezza media di una donna in Cina era di 150 cm). Si è parlato tanto (e si parla tuttora) di un matrimonio combinato dal regime allo scopo di produrre un “super atleta”.
A 12 anni, Yao iniziò a giocare a basket negli Shanghai Sharks (era già alto 2 metri). Per tutti gli anni delle giovanili venne costantemente seguito da preparatori che lo facevano allenare per quasi 8 ore al giorno. “Il basket non mi piaceva, ho continuato solo per rispetto nei confronti dei miei genitori”, affermò il centro in una vecchia intervista.
Appena 18enne, aveva già subito due gravi infortuni alle ossa dei piedi, mentre a 21 anni vinse il campionato cinese chiudendo la stagione a 38.9 punti e 20.2 rimbalzi. Nelle finals segnò più di 42 punti di media.

Pescato dai Rockets nel 2002 con la prima scelta, Yao Ming è stato il primo cinese a riuscire in questa impresa.
C’era molto scetticismo per il suo approdo in NBA, tanto che Barkley, in tv, disse a Kenny Smith: “Se Yao Ming segna più di 20 punti in una qualsiasi gara nella sua stagione da rookie, allora ti bacerò il culo”.

Poche settimane dopo la sparata di Sir Charles, Yao Ming segnò 20 punti contro i Lakers di Shaquille O’Neal. Il suo inserimento in squadra, e nel mondo NBA, non fu facile all’inizio a causa della sua timidezza: “Tutti pensavano che Yao fosse il mio nome. In Cina, il cognome viene prima del nome. Così, per i miei amici cinesi ero Ming. Ora solo Yao. Ma non li corressi, ero troppo timido. Just call me Yao dissi a tutti”. Steve Francis, il suo compagno di squadra col quale legò maggiormente, dichiarò: “E’ 2.29 ed è cinese, a parte questo è esattamente come me”.

Costernato dai problemi fisici, che lo hanno costretto a saltare ben 250 gare, non è riuscito a dimostrare forse in pieno le sue doti. A 28 anni infatti, mentre viaggiava ad oltre 20 punti e 10 rimbalzi di media, in semifinale di conference subì un gravissimo infortunio al piede sinistro in gara 3 contro i Lakers. Appena 3 anni dopo, a nemmeno 31 anni, e dopo sole misere 5 partite giocate nelle ultime 2 stagioni, indisse una conferenza stampa a Shanghai nella quale comunicò ufficialmente il suo ritiro dal basket giocato.

In Nazionale non saltò una partita, se non per infortunio. Fu portabandiera sia alle Olimpiadi del 2004 che in quelle del 2008. Era l’atleta più importante e influente di tutta la Cina che grazie a lui vide esplodere la passione per il basket. Il merchandising e il giro d’affari della NBA, ancora ringraziano.

Già inserito nella Hall of Fame della NBA, e’ stato un giocatore straordinario, un centro dalle mani d’oro, con grandissima visione di gioco, eccellente passatore, gran tiro dal midrange, addirittura limitato dalla mole del suo corpo, e condannato dalla fragilità del suo fisico.
“Il vaso vale per ciò che può contenere”, recita un proverbio cinese.

E quello che contiene Yao è amore, passione ma anche tanto dolore: dolore di chi ha lottato con tutto sé stesso ottenendo nemmeno una minima parte di ciò che la vita sportiva avrebbe dovuto restituirgli. Non sarà stato il giocatore più emozionante di sempre o quello più incisivo, ma Yao ha cambiato per sempre la storia di questo sport. E noi gliene saremo eternamente grati.

E a rivedere qualche highlights delle sue giocate, e soprattutto conoscendo la sua professionalità e serietà applicate al basket, viene solo da credere alle parole di Vince Carter e su quanto fosse difficile superarlo. La scommessa fatta su Ming, è stata quanto meno azzardata, e infatti il milione di dollari è rimasto lì in palio.

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