Home NBA, National Basketball AssociationNBA News Jusuf Nurkic sul suo inizio difficile: “Meglio ora che più avanti. Non sono morto…”

Jusuf Nurkic sul suo inizio difficile: “Meglio ora che più avanti. Non sono morto…”

di Michele Gibin
Jusuf Nurkic

Dopo un inizio di stagione difficile, la partita contro i Minnesota Timberwolves è stata per Jusuf Nurkic dei Portland Trail Blazers l’occasione per sbloccarsi sul campo, e per sfogarsi dopo la partita.

I Blazers hanno passeggiato contro i derelitti Twolves ancora privi di Karl-Anthony Towns, 139-117 il risultato con 39 punti in tre quarti di Damian Lillard, e una prova da 17 punti e 7 rimbalzi, con 8 su 10 al tiro per Nurkic, la miglior prestazione personale in questo inizio di regular season. Dopo la gara il giocatore bosniaco ha voluto dare una spiegazione alle sue difficoltà, coincise con una partenza sotto le aspettative per Portland (4-4 il record).

Jusuf Nurkic ha raccontato di sentirsi ancora lontano dalla forma migliore, anche per via di una preparazione incompleta: “In questo momento mi seto al 70%, non di più, però la gente parla come se fossi morto. Sul mio gioco, non mi preoccupo molto, ci sono solo alcune cose che sono più importanti che accadono fuori dalla nostra ‘bolla’ in cui viviamo. Ora il basket è di nuovo una priorità per me“. Nurkic si era unito a training camp dei Trail Blazers con una settimana di ritardo, era rimasto in Bosnia con la famiglia per gestire una situazione familiare. “Ho scelto di restare una settimana di più in famiglia, non volevo ritrovarmi nella stessa situazione che avevo vissuto nella bolla di Orlando in estate“.

Nurk aveva perso la nonna materna, che si era ammalata di Covid, mentre il giocatore era a Orlando per inseguire i playoffs con la squadra. Nurkic aveva scelto di non raggiungere la famiglia allora, e si è concesso più tempo a casa alla fine della stagione. “Restano questioni private, ora tutto quello che voglio fare è aiutare la mia squadra in campo. La stagione è lunga, e io non ho voluto avere fretta. So che andrà bene, non mi sono dimenticato di come si gioca a basket“.

Damian Lillard, leader della squadra e che ha un rapporto speciale col giocatore bosniaco, supporta Nurkic: “Sappiamo che è preoccupato per la sua famiglia, e questo viene prima di tutto, sta lottando contro queste difficoltà iniziali. Noi dobbiamo stargli vicino, stare dalla sua parte, siamo compagni di squadra e amici“.

Dal canto suo, Jusuf Nurkic sa che in momenti del genere è possibile distinguere i veri amici: “Quando va tutto bene, non ti servono amici perché tutti vogliono essere tuoi amici, giusto? Così quando giochi male e perdi, dimmi quanti messaggi ricevi, chi ti chiama per sapere cosa succede. A tutti succede di avere momenti no, e personalmente li vglio perme stesso così da sapere chi è davvero dalla mia parte. Tutti dovrebbero saperlo“.

You may also like

Lascia un commento