Home NBA, National Basketball AssociationNBA News Sixers, Josh Richardson su coach Brown dopo l’eliminazione: “C’è problema di assunzione di responsabilità”

Sixers, Josh Richardson su coach Brown dopo l’eliminazione: “C’è problema di assunzione di responsabilità”

di Giovanni Oriolo
76ers josh richardson infortunio

Dopo la sconfitta di domenica per 110-106 in gara 4 contro i Celtics, si conclude una deludente stagione per i Philadelphia 76ers.

La franchigia della Pennsylvania ha chiuso come sesta a Est la regular season e ai playoffs esce al primo turno senza vincere nemmeno una gara. Il malumore in casa Sixers per la cattiva annata è evidente e il primo a esternare i suoi sentimenti è la guardia ex Heat, Josh Richardson. Il 27enne, nell’intervista post-partita, ha parlato dell’eliminazione e della deludente stagione, scaricando parte delle colpe sull’allenatore.

Josh Richardson, come riportato da NBC Sport Philadelphia, ritiene che parte dei problemi dei Sixers derivino da coach Brett Brown. Per Josh, infatti, il suo head coach stato incapace di assumersi fino in fondo le sue responsabilità nei momenti delicati.

“Il coach è una brava persona e un uomo per bene. Non ho nulla contro la sua persona. Però penso solo che in futuro, e soprattutto se ci ricapiterà di vivere stagioni così importanti, deve assumersi un po’ di responsabilità in più. Non penso che questo anno tutti si siano presi le loro responsabilità. Questo per me è stato il problema principale della nostra deludente stagione”.

Josh Richardson sui Sixers e coach Brown: “C’è bisogno di una svolta”

Richardson ha continuato spiegando cosa dovrebbero fare coach Brown e la squadra per iniziare a prendersi maggiore responsabilità di ciò che succede.

“Non è difficile, si deve solo iniziare. Ci deve essere sempre un giorno 1 per qualsiasi cosa. Secondo me proprio come squadra dobbiamo solo ricominciare da capo e la rivoluzione la deve guidare lui. Non sarà facile e non saremo sempre a nostro agio, ma è quello che dobbiamo fare. Quando i ragazzi di un team non stanno facendo il loro lavoro dentro o fuori dal campo, ci deve essere un punto di svolta. Cioè ci deve essere un momento in cui si dice basta e in cui bisogna ricominciare e ricostruire un legame. Parlando e comunicando di più… È una lezione difficile da imparare per alcune persone, lo capisco. Ma se vogliamo anche il prossimo anno giocarci i playoffs in maniera seria bisogna che tutti capiscano che è il momento di cambiare”.

Il destino di Brown non è ovviamente nelle mani dei suoi giocatori, ma le dichiarazione del suo numero 0 sono un chiaro messaggio a tutto il team. Se Brett Brown (il quale sarà sotto contratto nel 2020/21 e ha un’opzione allenatore sulla stagione successiva) resterà, Richardson vorrà vedere un cambio di mentalità e atteggiamento da parte di tutti. Soprattutto vuole più responsabilità nella gestione della squadra da parte del coach e un’idea di squadra basata su una maggiore interazione tra i giocatori.

Sixers, parlano anche Harris ed Embiid che difendono il lavoro di Brett Brown

Se l’atteggiamento della guardia ex Heat ha ricordato lo stesso tipo di sfoghi avuti da Jimmy Butler ai tempi dei Sixers. Invece, più pacata e diplomatica, è stata la reazione dell’ala Tobias Harris. Il quale è sembrato voler lavare i panni sporchi in spogliatoio e non far trapelare schermaglie al di fuori di esso.

Pesante per noi è stata l’assenza Ben (Simmons, ndr). Considerando ciò il coach credo abbia fatto un buon lavoro nel cercare di tenerci alto il morale e darci la voglia di lottare. Ci ha fatto andare avanti e ci ha fatto credere nell’impresa in tutte le partite. Ovviamente quando perdi una partita, ne perdi due, alla terza l’atmosfera e gli umori nello spogliatoio cambiano. Ora che siamo fuori spetta a me e agli altri giocatori più esperti dimostrare di poter essere dei leader e non far pesare troppi ai più giovani l’uscita dai playoffs. Devo pensare prima di tutto alla squadra, poi a quello che provo io. Ora devo solo guardarmi allo specchio, convincermi che abbiamo fatto il massimo ed essere di sostegno per la mia squadra“.

Al mal di pancia mostrato ieri da Josh Richardson, si contrappongono però le parole di difesa sopracitata di Harris e quella di Joel Embiid. Il camerunense si era già schierato a favore di Brown durante un’intervista a maggio e in quell’occasione gli era stato chiesto se, secondo lui, il posto di Brett fosse in pericolo. La risposta fu ovviamente no. Ieri, invece, ha preferito non prendere una posizione sulla permanenza del suo head coach, ma ha spiegato il perché per lui non andrebbe sollevato dal suo incarico.

“Non sono il GM dei Sixers e non spetta a me prendere queste decisioni. Tutto quello che so è che abbiamo una grande organizzazione, un gruppo di persone fantastiche che lavorano h24. Io non giudico mai le persone in base alla loro conoscenza del basket, ma le giudico in base a come si comportano e alla loro dedizione che mettono in ciò che fanno. Penso che nella nostra organizzazione abbiamo solo persone meravigliose e con tanta voglia di lavorare e di fare bene. Dai proprietari, alla direzione, allo staff tecnico, quello di formazione e non. Abbiamo un gruppo fantastico, che funziona bene ed è composto da brava gente. E tra queste, ovviamente, c’è anche coach Brown”.

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