Sixers, da oggi Joel Embiid gioca per l’MVP. La off-season dei Philadelphia 76ers era ufficialmente iniziata giovedì 10 maggio, all’indomani della sconfitta in gara 5 delle semifinali della Eastern Conference per mano dei Boston Celtics, ed è finita… ancor prima di cominciare.
Lo scandalo Twitter sollevato a fine maggio dal magazine online The Ringer porta il 7 giugno 2018 alle dimissioni di Bryan Colangelo, grande capo in casa Sixers, l’uomo che aveva raccolto il lavoro dell’ex GM Sam Hinkie e condotto Philadelphia definitivamente fuori dalle secche della Eastern Conference.
Di conseguenza privi – loro malgrado – di Colangelo, grande “uomo mercato” e dirigente tra i più apprezzati nella NBA, i Philadelphia 76ers hanno affidato la guida del front office a coach Brett Brown (incarico ad interim), di fatto rinunciando ad inseguire i grandi nomi dell’estate. LeBron James non ha nemmeno partecipato di persona al meeting organizzato dai Sixers, il prezzo proposto da San Antonio per Kawhi Leonard è stato giudicato improponibile, mentre Paul George ha subito fatto sapere al mondo che lui stava bene dove stava. Anche l’affare Bayless-Korver, dato già per concluso, s’è rapidamente inabissato.
Phila non è però rimasta immobile. Sfumato il gran colpo, la priorità è diventata il consolidamento di un roster capace di vincere 52 partite in stagione regolare l’anno precedente. Riconferma annuale dunque per J.J. Redick, estensione per T.J. McConnell, e gli arrivi del lungo Mike Muscala da Atlanta e, soprattutto, di Wilson Chandler da Denver.
Un’opinione autorevole sull’estate dei Sixers arriva da Pretoria, Sud africa, prossima sede dell’NBA Africa Game 2018.
Sixers, Joel Embiid gioca per l’MVP: “Niente LeBron? Non importa. Se giocherò da MVP, la squadra diventerà migliore”
Il centro camerunense Joel Embiid, co-capitano di “Team Africa” che sabato 4 agosto sfiderà alla Sun Arena di Pretoria il “Team World” di – tra gli altri – Danilo Gallinari, ha concesso una breve intervista a Yahoo Sports. “The Process” racconta di non essere preoccupato per i mancati rinforzi, e svela i suoi progetti per la prossima stagione.
“Avevamo le nostre chance (di arrivare a LeBron). Io sono un giocatore, credo non sia mio dovere immischiarmi nelle trattative. Non mi piace intromettermi in cose che riguardano il front office. LeBron non aveva certo bisogno del mio aiuto per decidere se venire qui o meno. In fondo, non importa”
– Embiid su LeBron James –
James ha dichiarato di aver considerato a lungo l’opzione Philadelphia, prima di scegliere L.A. Joel Embiid però guarda avanti, e si dice entusiasta della propria squadra: “Abbiamo un grande gruppo. Molti dei ragazzi torneranno (per un’altra stagione). L’anno scorso abbiamo vinto 52 partite, quest’anno saremo ancora migliori con l’arrivo di Wilson Chandler, e mi aspetto che Markelle (Fultz) torni ad essere sé stesso“.
Il recupero di Markelle Fultz, ex scelta numero uno al draft 2017, 68 partite saltate l’anno passato, è uno degli obiettivi principali dei Sixers. Durante la semifinale di conference persa contro i Boston Celtics, la guardia ex Washington Huskies non ha mai visto il campo, mentre Jayson Tatum, scelto da Boston con la numero 3 nel medesimo draft, registrava numeri da All-Star.
Embiid ricorda a proposito di quella serie:
“Il nostro primo obiettivo stagionale erano i playoffs. Abbiamo chiuso la stagione con una serie positiva di vittorie, e ci siamo detti ‘abbiamo una chance’. Abbiamo superato in bellezza – anzi direi facilmente – il primo turno, quindi sentivo di avere buone possibilità anche contro Boston. Loro ci hanno preso alla sprovvista, sono una squadra di talento. Ma pensavo che avremmo potuto farcela, continuavo a dire ai ragazzi ‘possiamo farcela, possiamo andare in finale’. Siamo migliorati tanto, col tempo. Abbiamo vinto 52 partite, abbiamo avuto una striscia di 16 vittorie, eravamo convinti che la finale fosse possibile. L’approccio non cambia, dobbiamo solo continuare a fare le nostre cose”
– Joel Embiid sulla stagione passata –
Embiid e Ben Simmons, due giocatori dal talento smisurato, formano oggi il tandem dei sogni per una franchigia storica ed ambiziosa, ma che manca le Finali NBA dal 2001. Quali sono gli aspetti su cui Joel crede di dover migliorare in futuro?
“A fine stagione” racconta Embiid “c‘erano un sacco di voci su possibili nuovi arrivi. A me non importava nulla, perché tutto quello che voglio è migliorare, diventare più bravo di quei giocatori i cui nomi giravano, sempre che non lo sia già, più bravo. Questo è ciò che intendo. Per la prima volta ho un’intera off-season in cui sto bene e posso lavorare. Chiunque fosse arrivato, il mio obiettivo rimaneva questo”
E ancora:
“Ho tutto ciò che serve, devo solo essere più continuo. Di nuovo, questa è la prima estate in cui posso davvero concentrarmi sul mio gioco (…) lavorare su tutto, perfezionarmi. Cose come il mio tiro da tre punti, il trattamento di palla, che sono dei punti deboli. Ora posso farlo. In fondo credo si possa dire che sono nuovo del gioco, sto ancora imparando. Credo di avere tanto potenziale, tanta pallacanestro in più da mostrare”
Sulle possibilità di vincere il titolo di MVP:
“Niente free agent, niente nuovi giocatori, non importa. Il mio obiettivo in questa off-season è migliorare. Voglio diventare MVP. D’accordo, si tratta di un premio individuale, però quando io gioco bene, di conseguenza tutta la squadra gioca bene. Se sarò in grado di competere per l’MVP, o addirittura di vincerlo, allora la squadra potrà salire di livello”
– Joel Embiid sull’obiettivo MVP –
Joel Embiid: l’Africa, gli infortuni e l’All-Star Game
Joel Embiid ha iniziato a giocare a basket a 15 anni, nella nativa Yaoundé in Camerun. Fu scoperto ad un camp organizzato da Basketball Without Borders nel 2011, e portato in Florida l’anno seguente per giocare a livello liceale. Nei primi anni di permanenza negli States, il mentore del giovane Embiid fu l’ala dei Los Angeles Clippers Luc Richard Mbah a Moute, suo connazionale.
Dopo una ottima stagione da freshman a Kansas, Embiid viene selezionato da Philadelphia con la scelta numero 3 al draft del 2014. Le prime due stagioni da professionista Joel le passa ai box, a seguito di due operazioni chirurgiche necessarie per riparare una frattura all’osso navicolare del piede destro. L’esordio NBA avviene due anni più tardi, il 26 ottobre 2016 contro gli Oklahoma City Thunder.
La sua stagione da rookie dura solo 31 partite. L’11 febbraio 2017 Embiid si rompe il menisco del ginocchio sinistro, e complicazioni incorse durante la convalescenza, unite alla stagione perdente in cui incappano i 76ers, rimandano il suo ritorno in campo sino all’inizio della stagione successiva.
L’annata 2017\18 è la prima vera stagione disputata da Embiid. Il camerunense chiude la regular season con 22.9 punti, 11 rimbalzi, 3.2 assist e 1.8 stoppate a partita in 63 incontri, nonostante un impiego che non supera i 30 minuti a partita. Embiid si guadagna la convocazione in quintetto per l’All-Star Game di di Los Angeles ed arriva secondo nella corsa al premio di miglior difensore dell’anno.