Reduce dall’esperienza tra le file dell’Ignite Team, franchigia che milita in G-League e che è nata con l’obiettivo di sviluppare i migliori talenti delle high school e aiutarli a mettersi in mostra, Jalen Green è pronto per il grande salto in NBA. 19 anni compiuti lo scorso 9 febbraio, la guardia ha messo a referto medie di 17.9 punti, 4.1 rimbalzi, 2.8 assist e 1.5 palle recuperate col 46% dal campo e il 36.5% da dietro l’arco in 15 presenze stagionali.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Farbod Esnaashari, giornalista di Bleacher Report, Green ha parlato della sua avventura in G-League, della decisione di non andare al college e della classe draft 2021. “Penso di avere tutte le carte in regola per essere la prima scelta al prossimo draft perché lavoro molto più duramente rispetto a tanti altri colleghi: è questa l’unica ragione. Per me è un incentivo enorme, sarebbe la realizzazione di un sogno.”, le parole di Jalen Green sulla possibilità di essere il primo giocatore scelto al prossimo draft, in programma il 29 luglio al Barclays Center di New York. Nel corso della stagione, la giovane guardia californiana ha avuto modo di guardare numerosi filmati di stelle del suo ruolo del presente e del passato, tra cui Michael Jordan, Kobe Bryant, Zach LaVine e Bradley Beal.
Jalen Green ha le idee chiare: sarà la prima scelta al draft?
“Il consiglio che do ai migliori prospetti del paese che pensano di intraprendere un’avventura in G-League è che dovrebbero farlo senza pensarci. Qui hai la possibilità di imparare tante cose e di confrontarti con persone e situazioni che ti permettono di capire cosa fare per diventare un professionista a tutti gli effetti. Quest’anno è stato il primo del progetto dell’Ignite Team, sono sicuro che le cose miglioreranno anno dopo anno. È stata un’esperienza fantastica”, ha dichiarato Jalen Green in merito alla stagione trascorsa in G League.
In questo senso, un ruolo decisamente importante lo ha avuto anche e soprattutto il suo allenatore Brian Shaw: “Ho imparato tanto da B-Shaw, gli devo molto. Abbiamo giocato col triangolo offensivo e visualizzato tantissimi filmati di Kobe Bryant, Larry Bird e Shaquille O’Neal. Mi ha fatto piacere imparare nuove cose sotto la sua guida.”
