Dopo una stagione da assoluto protagonista con medie da 28.7 punti 3.6 rimbalzi 6.7 assist in stagione regolare e 32.4 punti 3.3 rimbalzi e 7.5 assist ai playoffs, Jalen Brunson è stato nominato nuovo capitano dei New York Knicks in una cerimonia organizzata dalla franchigia al Madison Square Garden, con ex star del calibro di Patrick Ewing e celebrità tra cui l’attore e tifoso Ben Stiller.
Eleggere capitano Brunson era il minimo che si potesse fare, ormai idolo e beniamino dei tifosi e diventata la luce in fondo al tunnel in quel di New York dopo numerose stagioni fallimentari. Grazie alla guardia statunitense abbiamo assistito a due eventi storici:
- L’elezione del capitano dopo 6 anni, l’ultimo fu Lance Thomas nella stagione 2018-2019
- Rinnovo di contratto a 156 milioni in 4 anni, rinunciando a 113 milioni
In una lega in cui giocatori non obbligatoriamente superstar affermate ma papabili volti franchigia ottengono il super massimo salariare (esempio perfetto può essere Franz Wagner), è ormai impossibile vedere una superstar affermata come Brunson rinunciare a una quantità di denaro cosi elevata per inseguire la vittoria del titolo. Dal punto di vista tecnico, dopo il rinnovo di OG Anunoby da 212.5 milioni in 5 anni e la trade per Mikal Bridges, senza questo sconto cosi oneroso sullo stipendio, la trade per Julius Randle era obbligatoria, ma con questo sacrificio da parte del nuovo capitano, New York non scivolerà nel second tax apron mantenendo a roster Randle e rifirmando Mitchell Robinson e Precious Achiuwa. Con il roster attuale, coach Tom Thibodeau ha tra le mani uno tra i primi 5 team della NBA, perchè Jalen Brunson è diventato determinante non sono in campo, ma anche fuori.