Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Quanti infortuni in NBA! Ma i numeri cosa dicono?

Quanti infortuni in NBA! Ma i numeri cosa dicono?

di Lorenzo Razzetti

Durant, Holmgren, Porzingis, Morant, Wiliamson, Banchero, Embiid. Questi sono solo alcuni dei nomi di giocatori fermi per infortunio. La stagione NBA è da sempre protagonista di molti dibattiti, visto l’incredibile sforzo chiesto ai suoi atleti per giocare ben 82 partite playoffs esclusi. Gli infortuni di conseguenza sono all’ordine del giorno in una lega così frenetica, dove diventa sempre più difficile stare al passo fisicamente. Queste prime settimane di regular season però stanno sorprendendo ulteriormente per la quantità di giocatori costretti allo stop per problemi fisici.

A colpire in particolare è il numero di infortunati tra i migliori della lega, le cosiddette Star NBA. Più precisamente, basandosi su quanto scritto nella Player Participation Policy, si considerano Star NBA quanti hanno preso parte all’ All-Star game o sono stati inseriti nei quintetti All-NBA nelle tre stagioni precedenti. Al momento nella lega sono presenti quindi 49 “star”. Tra questi giocatori, ben 20 hanno già saltato una o più fare per infortunio o squalifica. Inoltre, mentre gli anni precedenti tali giocatori disputavano circa l’85/90% delle partite nel primo mese, quest’anno siamo scesi al 78%. E questi dati tengono conto solo di chi rientra nella definizione di Star NBA, escludendo dunque gente come Holmgren, Porzingis e Gordon, giocatori comunque imprescindibili per le proprie franchigie. 

Lo studio di Jeff Stotts

Ad analizzare la situazione nel dettaglio ci ha pensato Jeff Stotts, di InStreetClothes, che da più di 10 anni raccoglie dati relativi agli infortuni in NBA. I suoi numeri ci dicono che in questa prima fase di regular season, sono già state saltate 686 partite tra tutti i giocatori della lega. Cifra preoccupante, specie se paragonata alle 507 dell’anno scorso nello stesso periodo. Ma quali possono essere le cause dietro a tutti questi stop? 

In primo luogo sicuramente le 82 partite di regular season sono un fattore. A queste si aggiunge l’introduzione dell’In-Season Tournament che ha aggiunto le partite previste per chi dovesse raggiungere la fase finale. Inoltre quest’anno in estate si sono disputate le Olimpiadi di Parigi, che hanno visto scendere in campo molte stelle NBA. Un altro aspetto messo in luce da Stotts è la scarsa serietà con la quale le squadre affrontano la preseason, arrivando ai blocchi di partenza in condizioni non ottimali. Infine uno studio ha riportato come i giovani atleti tendano ad una specializzazione precoce nello sport, sottoponendo a sforzi eccessivi gli stessi gruppi muscolari, e usurando gli stessi tendini e legamenti con movimenti ripetitivi, fin da giovani. 

Probabilmente, come per tutti i problemi più complessi, non esiste un’unica causa ma un insieme di motivazioni. Il risultato è che le squadre, per cercare di preservare i propri giocatori migliori per i playoffs, spesso tendono a sottovalutare la stagione regolare. In questo modo però ottengono il risultato opposto, con le Star che, quando i ritmi del gioco si alzano, ne risentono fisicamente. 

Cattiva gestione, cattivo prodotto

I giocatori non sono gli unici a pagare questa cattiva gestione, anzi. La mancanza prolungata delle Star NBA sul parquet sta infatti facendo calare anche gli ascolti televisivi, nonostante il rinnovo dei contratti televisivi che entrerà in vigore dall’anno prossimo. Sia ESPN che TNT stanno registrando un sostanziale crollo dell’audience, come testimoniato da Sports Media Watch. A pesare sicuramente è appunto questa serie di infortuni che sta tenendo lontano dai campi NBA i volti più riconoscibili della lega. La partita emblema di questo problema potrebbe essere stata Clippers-76ers della scorsa settimana, trasmessa in diretta nazionale. Doveva essere il ritorno a Los Angeles di Paul George dopo essere passato in estate ai Sixers. Doveva essere uno scontro tra due squadre tendenzialmente ai vertici della lega, con la coppia Harden-Leonard da una parte e il trio George-Maxey-Embiid dall’altra. Invece, ancora una volta, non abbiamo visto in campo né Leonard né Embiid. 

Risultato? Appena 15.627 tifosi presenti alla nuova Intuit Dome Arena, dato più basso tra le partite disputate in casa dai Clippers finora. Anche in TV la partita è stata un fiasco. Solo 1,19 milioni di persone si sono sintonizzate, il 36% in meno rispetto allo stesso periodo nella scorsa stagione. Ciò equivale a circa 650.000 spettatori in meno rispetto alla sfida Warriors-Nuggets della scorsa stagione. Sicuramente ad influenzare questo disinteresse dei tifosi sono state anche le elezioni americane ed il crescente interesse generale verso la NFL, ma chiaramente l’aspetto infortuni non può essere trascurato dalla NBA.  

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