Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsGolden State Warriors Draymond Green: “Schroeder? Non c’entra niente con noi, ed è un bene”

Draymond Green: “Schroeder? Non c’entra niente con noi, ed è un bene”

di Carlo Conforti

I Golden State Warriors sono sempre stati una squadra chiacchierata, nel panorama NBA. Sia in positivo, creando una vera e propria dinastia, grazie a scelte mirate al draft e un coaching staff importante. Difatti, insieme a Steve Kerr sono arrivati quattro titoli NBA, ma nell’ultimo periodo qualcosa si era incrinato.

Infatti, dal post titolo del 2022, vinto in gara 6 contro i Boston Celtics. La situazione sembrerebbe peggiorata. Per capire da cosa siano nate queste frizioni, bisogna partite dalla off-season. Dalla sitazione che ha visto protagonisti Draymond Green e Jordan Poole che hanno portato la dirigenza di GSW a riflessioni importanti. Ovvero quella di separarsi dalla guardia di Michigan, preferendo il senatore al giovane talento. Questa decisione ha sottolineato nuovamente, con l’approdo di Poole agli Wizards quanto l’ecosistema creato da Kerr sia unico.

Lo stesso Jordan Poole, che uscendo dall’ecosistema della Bay Area e di conseguenza diventando la stella di Washington, non è riuscito a mantenere le aspettative. Passando dai 20.4 punti 2.7 rimbalzi e 4.5 assist, ai 17.4 punti, 2.7 rimbalzi e 4.5 assist della scorsa stagione a Washington. Medie pressochè uguali, se non fosse che i punti segnati, giocando più possessi sono diminuiti drasticamente. Quest’anno, sembrerebbe aver ritrovato se stesso, iniziando la stagione con le medie che aveva a Golden State. Girando sui: 20.3 punti, 2.4 rimbalzi e 5.1 assist, aumentando sensibilmente gli assist al supporto dei compagni di squadra. Ma archiviata la questione Green-Poole, la situazione in casa Warriors non è di certo migliorata l’anno successivo.
Infatti, era solo l’inizio dello smantellamento degli Splash Brothers. Il piazzamento come 10 seed nella Western Conference e l’eliminazione contro i Kings ha fatto discutere. Lo 0/10 di Klay dal campo e lo 0/6 dall’arco hanno inciso negativamente sulla sua decisione. Voler lasciare la baia per approdare ai Mavs, di Luka e Kyrie, il voler vincere altrove. Non ha lasciato un bel ricordo, nonostante l’ovazione di tutto il Chase Center al ritorno dell’ammiraglio, ancora amato dal suo ex pubblico. Dopo l’addio della vecchia guardia, che ormai conta solo Green e Curry, Golden State è ripartita alla grande. Melton, Anderson, ma sopratutto di Buddy Hield sono state ottime scoperte. Attualmente il record degli Warriors è 14-11, settimi a Ovest, che sta faticando nelle ultime uscite, ma che ha dimostrato di sapersi rialzare.

Gli stessi Warriors che nella notte di domenica, sono intervenuti sul mercato via trade. In uno scambio, che li ha visti coinvolti con i Nets: De’Anthony Melton, che è infortunato fino al termine della stagione, in scadenza di contratto si unirà ai Nets solo per una questione salariale. E l’approdo a Brooklyn di Reece Beekman più tre scelte non protette ai draft: 2026 (Atlanta), 2028 (Atlanta) e 2029 (di proprieta dei Warriors). Nets, che a loro volta, hanno ceduto le prestazioni sportive di Dennis Schröder, anche lui in scadenza di contratto, approda alla corte di Steve Kerr. Insieme a una scelta del secondo giro del draft 2025 (Miami).

Asset importante, quello di Steve Kerr, che ha aggiunto a sua disposizione un grande tiratore. Infatti Schröder sbarca alla Bay Area, con medie di tutto rispetto: 18.4 punti, 3.0 rimbalzi e 6.6 assist a partita. Impatto, che ha soprattutto nelle statistiche al tiro: 45.2% dal campo e un’importantissimo 39% dall’arco.

Kerr stesso ha evidenziato le qualità tecniche di Dennis. Sottolineando quanto sia complicato, affrontarlo da avversario. I due si sono affrontati sia alle Olimpiadi, dove con la sua Germania ha ostacolato il cammino di Team USA alla conquista dell’oro. E precedentmente, al mondiale, dove dopo aver battuto Team USA ha poi conquistato il mondiale e l’MVP.

Un’aggiunta che aumenta la pericolosità dall’arco di GSW, ma che ha lasciato alcune perplessità. Soprattutto sul sistema di gioco di Kerr, che potrebbe complicargli l’adattamento.

A tal proposito, si è espresso sulla vicenda Draymond Green: “Non credo che sia stato portato qui per adattarsi. Noi giochiamo un certo stile di basket che lui non gioca davvero. E non credo che l’obiettivo sia di fargli giocare lo stile di basket che giochiamo noi. Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia fare le cose che fa lui e quindi non vedo l’ora che ci adattiamo a lui”. 

Green, ha aggiunto che non aspettano altro che vedere Schröder giocare la sua solita partita. Impaziente di vedere come gli Warriors potranno integrare il suo stile di gioco ogni volta che scenderà in campo.

“Dovrà adattarsi ad alcune cose ed è un professionista, lo capisce”, ha aggiunto Green. “È un professionista, lo capisce. Ma dobbiamo adattarci a lui perché sta portando qualcosa di cui questa squadra ha bisogno. Se lo facessimo semplicemente allineare a ciò che facciamo noi, sprecheremmo il nostro tempo anche solo portandolo qui. Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia fare ciò che noi necessariamente non facciamo, e penso che sarà questo per noi”.

Ha poi aggiunto, alcune sue riflessioni sull’aggiunta di Schröder: “Noi giochiamo un certo stile di basket che lui non gioca davvero. Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia fare le cose che fa lui. Non vedo l’ora che ci adattiamo a lui.” Ha concluso dicendo: “Dobbiamo adattarci a lui perché sta portando qualcosa di cui questa squadra ha bisogno. Se lo facessimo semplicemente allineare a ciò che facciamo, sprecheremmo il nostro tempo. Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia fare ciò che noi necessariamente non facciamo, e penso che sarà questo per noi”.

Ha parlato anche Steph Curry che ha espresso la sua opinione sull’arrivo di Dennis: “Sono emozionato per l’opportunità di giocare con un ragazzo contro cui ho giocato per molto tempo. È un vero competitivo. Sa creare, segnare, gestire un attacco o un’intera formazione. Sono emozionato di vederlo entrare in azione. Un ragazzo con cui posso giocare nel backcourt, può gestire molte responsabilità di ball-handler quando sono fuori dal campo, non credo che sia stato portato qui per adattarsi“.

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