Dillon Brooks ha provato anche a indurre Draymond Green al fallo tecnico numero 16 della stagione, che avrebbe significato sospensione per il giocatore dei Golden State Warriors, ma senza riuscirci.
Il risultato più importante lo hanno però ottenuto i Memphis Grizzlies, stoppando per 131-110 i rivali di conference anche senza Steven Adams, Brandon Clarke e soprattutto Ja Morant, ancora lontano dalla squadra.
Brooks si è preso l’ultima parola nel battibecco verbale e a distanza con Green in campo, con una buona partita individuale da 14 punti, 6 assist e 4 rimbalzi e col dominio in campo assieme ai suoi compagni. E a partita chiusa, ha voluto replicare alle parole di Draymond su di lui a mezzo podcast, di mercoledì.
“Mi aspettavo che Green parlasse un po’ di più anche in campo, immagino che abbia bisogno di un po’ di tempo per mettere insieme qualcosa. Ha assunto un approccio più amico dei media oggi (…) gli Warriors? La realtà è che non si sono mai davvero dimenticati (dei play-in 2021, ndr) e anche dopo aver rivinto il titolo parlavano di noi. Non si son dimenticati, e ogni volta che devono giocare contro di noi si infervorano. Green ha usato il mio nome per fare un po’ di pubblicità al suo podcast, poteva almeno dirmi grazie. Ne ha dette un po’, è stato divertente. Io ritengo sempre che le cose che ho detto su di lui siano un fatto e d’altronde vedremo a fine anno che cosa (gli Warriors, ndr) decideranno di fare con lui“.
Dillon Brooks ha risposto così alle parole di Draymond Green, che aveva insinuato come il canadese fosse un giocatore mal sopportato dai suoi compagni di squadra, e che i Grizzlies non hanno intenzione di rimetterlo sotto contratto a fine stagione: “Se me la sono presa? No perché so che sono un giocatore migliore di lui, posso fare le stesse cose che fa lui, che sostanzialmente è presentarsi al lavoro e fare il proprio. Io sono anche un realizzatore, posso chiamare un gioco, ilfatto che abbia provato a mettere i miei compagni di squadra contro di me è stato un colpo basso da parte sua. Ma lui è una persona così, lo sappiamo“.
Quindi l’affondo: “Io voglio bene ai miei compagni, siamo un gruppo che è cresciuto assieme. Io non metto le mani addosso ai miei compagni di squadra, ma ci parlo e non provo a spezzarli, ma a costruire qualcosa con loro“. Il riferimento è ovviamente al pugno rifilato da Green a Jordan Poole a ottobre, durante un allenamento, e che venne ripreso e messo in rete.
La partita tra Warriors e Grizzlies ha avuto un convitato di pietra, quel Ja Morant che da leader di un gruppo che si è messo in testa l’obiettivo di spodestare i 4 volte campioni NBA, è ora sospeso per ragioni disciplinari dopo il caso del video in cui ha esibito una pistola in un locale di Glendale, Colorado. Nessuna azione penale verrà avanzata contro il giocatore, le indagini della NBA dovranno però verificare se Morant si sia portato in aereo l’arma, in viaggio con la squadra, cosa che comporterebbe una violazione delle norme del contratto collettivo di lavoro CBA.
Dopo la gara, i giocatori di Memphis hanno raccontato che Ja Morant li ha chiamati per complimentarsi della vittoria: “Anche se non è qui fisicamente, è sempre qui con noi” ha detto Dillon Brooks “Ogni giorno ci manda messaggi di incoraggiamento e ci chiede di essere sempre noi stessi. Non vediamo l’ora di riaverlo in gruppo“.
Ja Morant salterà le prossime 3 partite dei Grizzlies, in attesa di sviluppi sulla sua posizione. Il giocatore aveva annunciato dopo la diffusione del video una pausa per occuparsi del suo benessere e della sua salute mentale, e della gestione dello stress, e si era scusato e assunto tutte le responsabilità per le sue azioni.