Nella Windy-City vi è una aria spettrale, sembrano ormai lontani anni luce quei bellissimi anni 80-90 di MJ che hanno reso Chicago e i suoi Bulls il centro del mondo. La situazione ora è un po’ diversa, non si respira più quell’aria di speranza e superiorità, l’aria si è fatta rarefatta, pesante e difficile da respirare.
Guardando a un futuro incerto, continua la ricostruzione in casa Bulls che dura ormai da anni e con l’arrivo di coach Billy Donovan stanno cambiando anche i volti dello staff tecnicodella franchigia dell’Illinois. A fare le valigie sono stati gli assistenti allenatori Karen Stack Umlauf, Dean Cooper, Nate Loenser e Roy Rogers.
Giocatrice di spicco nei primi anni ’80, Umlauf si è unita ai Bulls come rappresentante del reparto markerting nel 1985. Successivamente il direttore generale Jerry Krause l’ha trasferita al dipartimento delle operazioni di basket, poco dopo è diventata la prima assistente allenatrice donna di Chicago. Loenser era alla sua terza stagione con i Bulls. Cooper era nel suo secondo anno e Rogers nel suo primo.
Parole di ringraziamento sono state espresse sia dal presidente che dal coach dei Bulls. “Vorrei ringraziare Dean, Nate, Roy e Karen per i loro contributi e la dedizione alla nostra organizzazione. Decisioni come queste non sono mai facili, e auguro loro ogni bene per il futuro “, ha detto il vice presidente Arturas Karnisovas.
“Apprezzo il tempo che ho potuto trascorrere con Dean, Nate, Roy e Karen. Voglio davvero ringraziare tutti loro per il loro servizio e impegno nei confronti dei Chicago Bulls “, ha detto Billy Donovan. “Questo è il lato difficile della nostra attività e auguro a tutti loro il meglio per andare avanti”.
Bulls make news official. As previously reported, lead assistant Chris Fleming worked with Artūras Karnišovas in Denver and recently ran Bulls’ bubble. He’s valued and back. Longtime organizational fixture Karen Stack Umlauf, who was one of Jerry Krause’s first hires, also out. pic.twitter.com/iPUPRvAUFX
— K.C. Johnson (@KCJHoop) October 12, 2020
Area di cambiamento per i Chicago Bulls
Il cambiamento è inevitabile quando le fondamenta stanno crollando. Ormai sono troppi anni che i Bulls non rappresentano più il basket americano. La franchigia di Chicago sta davvero facendo fatica a creare un progetto credibile, da una parte sfortunata, vedi l’infortunio dell’MVP Derrick Rose che rappresenta uno dei “what if…” più famosi e crudeli della storia NBA, dall’altra poco matura e incapace di prendere decisioni corrette.
Anche se la società è in rebuilding mode da diverso tempo, le ultime stagioni giocate sono state le peggiori dagli anni del post-Jordan, vincendo solamente 22 partite delle 82 giocate nel 2018\19 e finendo con un 22-43 nella stagione appena conclusa.
Quest’anno il futuro dei Bulls è affidato a coach Billy Donovan. L’ex Thunder si è detto fiducioso e convinto di poter costruire qualcosa di grande. Donovan viene da 5 stagioni con Oklahoma in cui ha sempre raggiunto i playoffs ed è determinato a non vanificare questa sua personale striscia positiva. D’altro canto i Bulls stanno facendo davvero fatica a staccare il biglietto per la post-season e le poche volte che ci sono riusciti, si sono schiantati appena arrivati.
Il futuro dei Chicago Bulls è di Zach Lavine?
Sicuramente Zach Lavine sta dimostrando di essere un pezzo fondamentale nel roster.
Il nativo di Renton ha giocato la sua miglior stagione, mettendo a referto il massimo in carriera in tutte le categorie principali. 25.5 punti, 4 assist, 5 rimbalzi conditi con più di una palla rubata a partita. Con un contratto da 19 milioni e mezzo l’anno fino al 2022, Lavine può essere determinante nella ricostruzione dei Bulls. Il ragazzo ha talento ma forse manca la giusta mentalità da leader e soprattutto un roster attorno.
Si attende con ansia la stagione della svolta di Markkanen che è sembrato appannato, buona invece l’impressione su Coby White, che potrebbe insieme a Lavine essere un buon giocatore su cui costruire un progetto. Per continuare a ricostruire nel verso giusto sarà necessario pescare bene al draft del 18 novembre di cui i Chicago detengono la 4 scelta assoluta.
È vero, sostituire o superare i Bulls di Jordan e Pippen è difficile, o forse impossibile, ciò che ci auguriamo è poter rivedere una delle franchigie che ha fatto la storia della pallacanestro tornare ad alti livelli.
Per citare Seneca: “Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare”, e qui, a Chicago, la città del vento, sembra si sappia dove voler arrivare.