I Boston Celtics vincono gara 5 e fanno fuori 4-1 anche i Cleveland Cavs di coach Bickerstaff, privi di Jarrett Allen per tutta la serie e di Donovan Mitchell in gara 4 e 5, accedendo alle finali di Conference per la sesta volta negli ultimi otto anni. Tutto regolare fino adesso per la squadra del Massachusetts, a cui non erano concessi errori e, a parte le gare 2 perse sia contro Miami, sia contro i Cavs, Boston non ha deluso. Due serie che però ci dicono ancora troppo poco sulla pasta di cui sono fatti i Celtics, che spesso arrivano a questo punto, dimostrandosi un’ottima squadra, senza mai arrivare però ad essere la squadra campione, fino ad oggi almeno.
“Mostra semplicemente il carattere di tutta l’organizzazione”, ha detto Tatum sull’accesso alle finali di Conference per la quinta volta in sette anni da quando veste questa canotta. “La gente potrebbe pensare che sia scontato che siamo a questo punto, ma va dato tanto merito al front office, allo staff tecnico, agli allenatori, ai raccattapalle, gli chef, il team di sicurezza, ci siamo tutti dentro.
“Tutti hanno un effetto l’uno sull’altro e tutti ci influenziamo a vicenda per poter riuscire a vincere e mantenere la cultura che abbiamo. Tutti dovrebbero essere orgogliosi di se stessi. Ovviamente non è finita qui. Vogliamo vincere un titolo, ma siamo sulla strada giusta.”
I Cavs sono riusciti a tenere botta per gran parte di gara 5, nonostante le assenze e il pubblico contro, grazie anche ad un Marcus Morris molto ispirato, da 14 punti e 6/8 al tiro nei primi 24 minuti. Alla fine però è stato l’eterno Al Horford a spostare l’ago della bilancia in favore dei suoi. Sulla soglia dei 38 anni, Horford ha messo in campo l’energia degna di un ventenne, desideroso di sbrigare al più presto la pratica, perchè Boston non ha tempo da perdere. L’ex Sixers e Hawks tra gara 3 e 4 aveva totalizzato 8 punti, con 0/10 da tre. In gara 5 realizza la bellezza di 22 punti con 6 triple a segno, cattura 15 rimbalzi, fornisce 5 assist, e infine 3 stoppate.
“È stato fantastico perché abbiamo vinto“, ha detto Horford dopo la partita, “Questa è l’unica soddisfazione che ne traggo. Sono felice perché ho potuto aiutare la squadra a vincere. Dobbiamo dare credito a Cleveland. Erano dimezzati e non si sono mai arresi. Ci hanno davvero stimolato al massimo”.
Adesso per la squadra di coach Mazzulla la faccenda comincia a farsi seria. All’orizzonte c’è una tra New York e Indiana, due squadre inferiori ai Celtics, ma sicuramente ostiche. In particolare i Knicks, nelle mani di un Jalen Brunson scatenato, sembrano essere nel momento migliore dei loro ultimi 24 anni, che sono esattamente gli anni trascorsi dall’ultima finale di Conference giocata dalla franchigia. Per i Celtics è arrivato il momento di mettere in campo quel qualcosa in più in grado di dimostrare che meritano lo stendardo numero 18 della loro storia.