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NBA, Blazers eliminati, Lillard: “Cambiamenti? Così non va…”, Nurkic: “Non so se resto”

di Michele Gibin
damian lillard

Damian Lillard è stato super per tutta la serie tra Portland Trail Blazers e Denver Nuggets, durante la quale è diventato il giocatore ad aver segnato più triple in una serie di playoffs nella storia NBA, con 35.

Eppure non è bastato contro i Denver Nuggets dell’MVP in pectore Nikola Jokic, i Blazers hanno rimediato la quarta eliminazione al primo turno in cinque stagioni. Un filotto pesante, e per nulla lusinghiero.

Per tutta la serie i Blazers non hanno saputo trovare un rimedio difensivo contro Jokic, che anche in gara 6 ha atteso che la fatica subentrasse per colpire: 36 punti in tre quarti dopo essere rimasto a secco nel primo, una tripla taglia gambe a metà quarto periodo per completare la rimonta di Denver dal -14 del terzo periodo, una presenza offensiva tale da aprire praterie per Michael Porter Jr, Austin Rivers e Aaron Gordon, bravi a sfruttarle.

Ai Denver Nuggets mancavano persino Jamal Murray e Will Barton (e PJ Dozier) ma per tutta la serie, anche dopo la batosta di gara 4, la sensazione che gli uomini di coach Malone ne avessero di più è stata concreta.

Troppo fragile la difesa dei Blazers, a loro volta troppo dipendenti da Lillard e dalle percentuali al tiro. I problemi di falli di Jusuf Nurkic (3 volte su 6 gare out prima del tempo) e la panchina corta hanno fatto il resto.

Che la serie fosse finita dopo gara 5, lo si era capito guardando Lillard in faccia durante le interviste con i cronisti al termine della partita. Gara 6 non ha infatti “deluso” da tale punto di vista.

Non abbiamo vinto per cui è ovvio che come siamo ora non sia abbastanza“, così Dame dopo gara 6 “Non so esattamente cosa si intenda per cambiamenti, rivoluzioni e quant’altro, però è chiaro che così non è stato abbastanza. Abbiamo perso contro una squadra che era senza due titolari (Murray e Barton, ndr). Dove siamo ora non è abbastanza neppure per superare il primo turno ai playoffs in una serie in cui a loro mancavano due dei migliori giocatori“.

Ora importa che abbiamo perso la serie in casa. Di altre cose come cambiamenti o cose simili ora non mi importa. Vedremo che cosa succederà. Siamo delusi ma dobbiamo tenere la testa alta. Sappiamo però che non abbiamo fatto abbastanza e che quindi c’è ancora da lavorare e sudare, e tornare a studiare alla lavagna“.

Lillard e i Blazers eliminati, Stotts: “Io sotto contratto”, Nurkic: “Se resterò? Dipende…”

Per Damian Lillard 34.3 punti di media in 6 partite, e l’inutile (sempre parole sue) capolavoro di gara 5 con i 55 punti e la raffica di triple a riacciuffare per due volte il risultato. In gara 6 e nel quarto quarto, dopo aver segnato 22 punti nel primo tempo, la fatica si è fatta sentire e come già successo nessun altro Blazers ha saputo intervenire in soccorso.

Non CJ McCollum, 20.7 punti di media nella serie e cifre in netto ribasso rispetto alla regular season. Non Nurkic che ha avuto il compito ingrato di marcare Jokic e che con i tanti minuti giocati ha sempre perso via via di lucidità. Non Norman Powell il cui arrivo via trade non è servito ad alzare il livello della squadra.

L’eliminazione dei Blazers avrà come primo effetto quello dell’esonero di coach Terry Stotts, dopo 9 stagioni e 8 viaggi ai playoffs consecutivi. Solo una corsa lunga ai playoffs avrebbe potuto “salvare” la sua panchina, ma così non è stato. “Io ho un contratto di altri due anni. Chiaro che come ogni anno ci saranno delle valutazioni da fare, per tutti, vedremo che cosa accadrà. Io sono sotto contratto“.

Ed è possibile che il cambio di allenatore non sia l’unica novità in vista. Portland dovrà decidere se investire su Norman Powell e avrà alcuni asset da impiegare sul mercato, tra cui proprio CJ McCollum e Jusuf Nurkic. “Il mio futuro? Il mio lavoro è giocare e farlo al meglio, migliorare per dare una mano alla mia squadra, e non quello di occuparmi di altre cose“, così CJ.

Se voglio restare ai Blazers? Si, nella giusta situazione. Ovvero non quella attuale“, così Jusuf Nurkic che ha aggiunto di non sentirsi sicuro del suo futuro per il prossimo anno e che spera “in un ruolo maggiore”.

 
 
 
 
 
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