Home NBA, National Basketball AssociationNBA News Marco Belinelli al Corriere dello Sport: “Capisco i miei colleghi, giusto l’impegno della NBA”

Marco Belinelli al Corriere dello Sport: “Capisco i miei colleghi, giusto l’impegno della NBA”

di Giovanni Oriolo

Dopo quasi un anno lontano dall’Italia alle prese con un’interminabile stagione NBA, Marco Belinelli è tornato finalmente in patria, a causa della mancata qualificazione ai playoffs dei suoi San Antonio Spurs. Il Corriere dello Sport ha così approfittato dell’occasione per intervistare il cestista emiliano.

Belinelli rilascia un’intervista al Corriere dello Sport, tra la situazione in America e i sentimenti dei colleghi NBA

La prima domanda riguardo cosa si prova a tornare in Italia dopo così tanto tempo:

“Da Dio. Non tornavo a casa da 11 mesi. In 13 anni di Nba non mi era mai capitato di stare così tanto lontano dall’Italia.”

Dopo una prima domanda di rito, la seconda è improntata sull’attualità e su ciò che è accaduto a Orlando:

“Un boicottaggio simile non c’era mai stato prima. Solo Bill Russel nel ’61, ma era tutt’altra cosa. Vista dall’Italia, magari è difficilmente comprensibile, ma dalla bolla è tutto molto più chiaro. La questione è davvero pesante. Gioco in Nba da 13 anni e vorrei continuare a farlo. Essere un giocatore mi ha permesso di conoscere realtà molto diverse. Poi vedi certe immagini, leggi di certi episodi, e ti rendi conto che tutto è molto diverso da come lo vedi da lontano.”

Il numero 3 dei San Antonio Spurs ha preferito non fare nomi, ma ha ammesso che gli sono stati raccontati diversi di episodi di razzismo vissuti da compagni di squadra:

“Per esempio, alcuni miei compagni mi hanno raccontato di episodi di cui sono stati protagonisti loro malgrado. E solo a causa del colore della loro pelle. Ed essere stelle del basket non li ha aiutati. Ovviamente sono racconti privati, quindi non starò qui a spiegarli. Però capisco perché se sei afroamericano hai paura della polizia. Ci nasci proprio con la paura della polizia. E noi bianchi non possiamo capirlo. I racconti sono proprio drammatici e chi non è nero non è in grado di comprendere davvero quello che hanno sofferto. E che stanno soffrendo ancora.”

La guardia degli Spurs è a favore dell’impegno della NBA

E’ stato poi chiesto a Belinelli quale fosse la sua posizione riguardo l’impegno recentemente dimostrato dalla NBA:

“Credo che lo sport abbia un potere enorme. Noi atleti dobbiamo essere i primi ad amplificare certe storture attraverso le nostre piattaforme. I confini non esistono più. Lo abbiamo visto con George Floyd, quando tutto il mondo si è inginocchiato. Un poliziotto che spara nel Wisconsin è anche un problema nostro, non solo del Wisconsin. Noi sportivi abbiamo un peso: dobbiamo sfruttarlo”

In più si è anche espresso sulla lotta che LeBron sta portando avanti nei confronti del Presidente Americano Donald Trump e della sua potenziale influenza sulle prossime elezioni:

“LeBron James è una stella molto ascoltata. Anche Chris Paul, con cui ho giocato, ha parlato chiaro. E Paul è il presidente dell’associazione giocatori. Se LeBron e CP3 dicono quello che hanno detto, significa che tutto il movimento è d’accordo. Anche io concordo con loro su tutta la linea. Io non voto negli Stati Uniti, non mi riguarda direttamente. Invece mi riguarda il razzismo: non è un problema politico ma sociale. Non possiamo coprirci gli occhi e fare finta che non accada nulla. Ci sono cose più importanti di una partita di basket.”

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