Se due squadre giungono a gara 5 in pareggio sul 2 a 2, allora saranno consapevoli che quella quinta partita, a tal proposito da sempre definita “pivotal”, potrebbe risultare il punto di svolta positivo o negativo della serie. Non a caso, circa l’80% delle squadre che vince gara cinque si aggiudica poi quel determinato turno di playoffs. Questa notte Milwaukee Bucks ed Atlanta Hawks si sono scontrati in questo contesto, e se i precedenti storici raccontano la verità per Giannis Antetokounmpo e compagni la finale dovrebbe essere alle porte.
I Bucks battono sul 123 a 112 gli avversari senza che questi abbiano mai accorciato definitivamente lo svantaggio e si portano a casa un match fondamentale vinto senza il due volte MVP, impossibilitato a giocare causa infortunio.
La ragion di vita della vittoria dei Bucks è da ricondurre al dominio del pitturato: ben 66 punti segnati in area, 30 di più rispetto agli Atlanta Hawks, il cui maggior contributore è stato un Brook Lopez in grande spolvero. 33 punti per l’ex all-star dei Brooklyn Nets con uno spaventoso 14 su 18 dal campo, a cui aggiungere i 22 con 8 rimbalzi di Bobby Portis, i 26 di Khris Middleton ed i 25 di Jrue Holiday.
Nel post-gara Atlanta ed i suoi protagonisti hanno cercato di dare spiegazioni, anche se spesso è risultato difficile fornire una motivazione razionale a quel che si è visto sul parquet. Dal primo minuto i Bucks hanno impiegato maggiore energia ed intensità, nel mentre gli Hawks sono sembrati la squadra giovane, inesperta ed alle prime armi che, in fin dei conti, in termini anagrafici sono.
Atlanta Hawks battuti in gara 5, McMillan: “Hanno dominato il pitturato”, Bogdanovic: “Ci rifaremo”
Con la recente vittoria i Bucks sono ad un successo di distanza dalle finali NBA, traguardo che la franchigia non raggiunge da all’incirca cinquant’anni, e coach Nate McMillan è ben consapevole che se una soluzione non verrà trovata gara 6 potrebbe essere una replica della precedente.
“Sapevamo che avrebbero giocato d’energia e d’intensità per colmare l’assenza di Antetokounmpo. E’ il modo in cui sono soliti giocare, ed hanno appunto dominato il pitturato. Sono stati semplicemente più aggressivi e la nostra fase difensiva ha contribuito alla loro vittoria. Niente difesa sulla palla o lontano dalla palla, niente aiuti dal lato debole”, queste le parole dell’ex capo allenatore degli Indiana Pacers.
“Ci hanno colpiti dritto in faccia, e noi non abbiamo saputo rispondere”, ha poi aggiunto McMillan. La difesa interna è un problema che storicamente tormenta gli Hawks: in questo turno hanno concesso una media di 60 punti in area a gara, una statistica fortemente penalizzante che spesso può decidere ed ha deciso l’esito dell’incontro.
Inoltre, nonostante sia Atlanta Hawks che Bucks siano scesi in campo senza il loro miglior giocatore, Trae Young da una parte per un livido osseo al piede destro ed Antetokounmpo dall’altra per una iperestensione del ginocchio sinistro, Milwaukee ha reagito in modo diverso rispetto agli avversari mandando un chiaro messaggio.
“Non so perché abbiamo giocato in questo modo, senza intensità, eppure ciò è successo e ci ha causato un gran danno. Roba del genere accade in NBA“, queste le parole di John Collins che in 34 minuti di gioco ha messo a referto 19 punti con 7 su 16 dal campo e 3 su 5 dalla lunga distanza. “Non abbiamo paura, siamo dei duri e sono consapevole che ci rifaremo in gara 6”, ha aggiunto Bogdan Bogdanovic, una delle poche note positive degli Hawks: per lui 28 punti con 7 su 16 da tre e 10 su 22 dal campo.
Anche Danilo Gallinari, che dalla panchina ha contribuito per 19 punti in 23 minuti di gioco, ha ricondotto la sconfitta alla pessima difesa dei suoi. “Hanno sicuramente avuto la meglio in area. Se vogliamo vincere gara 6, dobbiamo migliorare a tutti i costi sotto questo aspetto”.
Dall’altra parte il maggior e miglior contributore, come detto in precedenza, è stato Brook Lopez. Per lui gara 5 è sembrata molto simile ad un ritorno alle origini: in maglia New Jersey e Brooklyn Nets, il lungo californiano ha viaggiato a 18.6 punti di media con il 50.6% dal campo proprio perché la sua produzione offensiva era concentrata sul gioco spalle a canestro, affinato nel corso degli anni ma probabilmente troppo poco utilizzato nel sistema di coach Mike Budenholzer.
“Il mio obiettivo è aiutare la squadra in qualsiasi modo possibile”, ha affermato Lopez. “Che sia giocare la pallacanestro moderna fatta di spaziature e tiri da tre oppure muoversi alla vecchia maniera, in area. Oggi abbiamo giocato di squadra su entrambe le metà campo, abbiamo mosso il pallone e creato tiri ad alta percentuale. E’ stato davvero divertente”.