Skills, bravura, abilità, chiamatela come preferite ma Anthony Edwards è fermamente convinto che i giocatori NBA di oggi ne abbia a palate di più rispetto ai giocatori di una volta.
E quando parla di giocatori, intende tutti. Le superstar e i giocatori di ruolo che secondo lui oggi sarebbero molto più bravi rispetto a una volta. Edwards ha riflettuto (non molto) sul tema in un’intervista concessa al Wall Street Journal martedì, e della vecchia guardia che per sua stessa ammissione “non ha mai guardato molto“, l’unico da salvare è Michael Jordan.
“Non ho mai visto niente per cui non dovrei parlarne. Ma tutti dicono che ai vecchi tempi giocare (nella NBA, ndr) fosse più difficile, io penso invece che una volta di giocatori bravi ce ne fossero ben pochi. Michael Jordan si, lui era bravo. Poi è arrivato Kobe e tutti si stupivano e dicevano ‘oh mio Dio’. Ora invece è pieno così di bravi giocatori“, ha detto Ant Edwards cercando un raffronto tra la sua epoca e quella che – per sua stessa ammissione peraltro – non ha potuto vedere per ragioni anangrafiche, e che non si è evidentemente mai occupato troppo di recuperare.
Non che sia obligatorio, ovviamente. Ciò che Edwards tentava di dire è che non si è mai raggiunto come oggi un livello così alto di specializzazione (più che di abilità) nella NBA. E che il bacino di talento si sia allargato con la presenza sempre più ampia del “contingente” internazionale è quasi banale da sottolineare, oggi. Resta il dubbio di come Anthony Edwards possa bollare delle generazioni che non ha visto giocare come prive di skills, di abilità o che dir si voglia. Ma per saperlo occorrerrebbe chiederglielo, cosa che il WSJ non ha fatto.
Tornando al presente, Anthony Edwards ha predicato per sé stesso calma e volontà di non bruciare le tappe per arrivare al successo, al titolo NBA: “Non so quanti giocatori abbiano vinto il titolo da così giovani, a parte Kobe Bryant. A parte lui, agli altri sono toccati anni di sconfitte prima di arrivarci. Io voglio solo fare un passo dietro l’altro“.
Kobe Bryant aveva 22 anni quando vinse il suo primo titolo NBA, al suo quarto anno nella lega. Tim Duncan, non citato da Edwards, è un altro esempio di precocità con il suo primo anello a 23 anni con i San Antonio Spurs, e da rookie. Come da rookie vinse a 21 anni Magic Johnson, mentre il suo rivale Larry Bird dovette attendere il suo secondo anno NBA. In epoca pià recente (abbastanza per Edwards?) Dwyane Wade vinse nel 2006 al suo terzo anno NBA e a 24 anni il suo primo titolo. Nel 2014 a 23 anni Kawhi Leonard vinse da MVP delle finali il suo primo titolo.
Tra i grandissimi ad aver patito anni prima di vincere, a parte il celeberrimo esempio di Michael Jordan (28 anni nel 1990) ci sono quelli di Hakeem Olajuwon, sconfitto alle NBA Finals del 1986 al suo secondo anno e che dovette poi attendere 8 anni. Shaquille O’Neal giocò le sue prime Finals nel 1995 con gli Orlando Magic al suo terzo anno NBA e dovette attendere i Lakers e il 2000 per vincere. Isiah Thomas coi Pistons ci riuscì nel 1989 al suo ottavo anno nella lega. Julius Erving vinse nel 1983 il suo unico titolo in carriera dopo 11 anni da star tra ABA e NBA, ma nella defunta American Basketball League divenne due volte campione nel 1974 e nel 1976.