Home Eurolega Andrea Trinchieri: “Dubai migliora il prodotto Eurolega”

Andrea Trinchieri: “Dubai migliora il prodotto Eurolega”

di Mario Alberto Vasaturo

Nell’interessante intervista fatta ad Andrea Trinchieri da La Giornata Tipo per il documentario “Trinchieri’s Way”, l’attuale allenatore dello Zalgiris Kaunas si è esposto su svariati argomenti, in particolare sull’evoluzione dell’Eurolega, sulla NBA, ma anche sulla pallacanestro italiana, offrendo spunti particolari.

Sull’Eurolega a Dubai: “Le trasferte saranno massacranti. Se però questo immette denaro fresco, possiamo ancora migliorare il prodotto. Penso potremmo essere maturi per il formato playoff come in NBA, ma va benissimo anche mantenere questo qui perché l’evento Final Four riscuote molto successo. Per il bene dell’Eurolega non si possono non fare due cose. Dubai e salary cap. Ti faccio una provocazione proprio pazzesca. Io giocherei anche a mesi, due mesi solo campionato, periodo solo per le coppe e poi periodo solo per le nazionali. Perché il mix non fa bene a nessuno”.

E ricollegandosi all’NBA: “La NBA sta andando verso qualcosa che nemmeno a loro piace più. Mi ricordo che mi svegliavo per vedere gli All-Star Game. Era il massimo. Adesso è vomitevole, non si può guardare. Lo sport numero uno in America qual è? Il football. E il football è brutale. Ogni domenica sangue. È come annacquare un buon vino. Stavo pensando, ma io cosa faccio se il mio giocatore va a stoppare un compagno perché si sta annoiando durante la partita? Non ho ancora trovato una risposta”.

Come detto, Andre Trinchieri ha parlato anche del basket nel nostro paese, in particolare dei settori giovanili, paragonando come viene vissuta la pallacanestro qui e in Lituania, dove ora sta allenando: “Gallinari poteva nascere vicino a Lodi dove è nato, poteva nascere a Catanzaro, ad Alghero. Il settore giovanile non crea i Gallinari, crea i giocatori della fascia media che giocheranno 10 anni in serie A come role players. Qui la pallacanestro è un modo per avere una vita migliore, le motivazioni individuali sono imparagonabili. In Italia sanno che giocheranno, è molto difficile motivarli a lavorare.

Qui in Lituania, come in Serbia, la pallacanestro è il passaporto per una vita migliore, quella è la differenza. Noi abbiamo lo Zalgiris 2 e lo Zalgiris 3, tutto è collegato e loro hanno un ciclo dai tre ai quattro anni dove non c’è l’under 19, no, è la seconda e la terza squadra. Chi arriva nella terza squadra vuole andare nella seconda, come obiettivo, chi è nella seconda, vuole andare a giocare nella prima.”

 

 

 

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