Quando la passione scorre nelle vene, ogni traguardo è raggiungibile: basta avere la costanza e la determinazione giusta. Con tanto lavoro, una buona manciata di sacrifici ed un pizzico di fortuna niente è impossibile.
È vero, sembrano frasi fatte. Esistono però molti esempi che testimoniano risultati più o meno soddisfacenti in tutti i campi, a partire dal mondo degli affari, fino al mondo dello sport ed Isaiah Thomas è uno di questi.
Il numero 4 dei Boston Celtics è nato con il basket nel sangue e con la palla a spicchi insita nel suo stesso nome per “merito” del padre. Infatti James Thomas, grande appassionato di pallacanestro e tifoso dei Los Angeles Lakers, decise, poco prima della sua nascita, di fare una scommessa con un amico e nel caso in cui l’avesse persa, avrebbe chiamato il figlio come il playmaker dei Detroit Pistons, grandi rivali dei “suoi” Lakers, ovvero Isiah Thomas.
Probabilmente il buon vecchio James era sicuro di vincere questa scommessa, vista la sua fede cestistica, ma come tutti sappiamo le cose sono andate diversamente e perdendo quella scommessa ha involontariamente segnato il destino del figlio che ora si trova ad essere tra i migliori playmaker NBA.
L’unica differenza tra i nomi dei due giocatori di epoche diverse è stata voluta fortemente dalla madre del più giovane, per una questione di religione e infatti aggiungendo una “a” al nome dell’Hall of Famers ha trasformato Isiah in Isaiah, proprio come il profeta biblico.
Questa modifica, però, non ha per niente scalfito la storia di questo piccolo, ma grande cestista, una storia già ampiamente scritta. Nonostante sia alto soltanto 1.75 e con un fisico “minuto” (ovviamente sempre in riferimento ai colossi presenti nella lega), Thomas è riuscito a fare il suo ingresso in NBA durante il Draft del 2011, quando è stato scelto, quasi a sorpresa, dai Sacramento Kings, che hanno chiamato il giovanissimo nativo di Washington con la sessantesima scelta.
Essere chiamato alla ultimissima scelta disponibile non è esattamente una grande iniezione di fiducia e allo stesso tempo non è di certo una chiamata ricca di molte pretese da parte della stessa franchigia. Però, questa situazione non è mai stata un problema per Isaiah Thomas, che ha sempre fatto del suo meglio per dimostrare a tutti il suo valore.
Considerando che il basket è uno sport nel quale la fisicità la fa da padrona e l’altezza è praticamente un requisito minimo, è veramente incredibile che una persona con la sua corporatura sia riuscita a diventare un professionista. Invece, Isaiah Thomas sta dimostrando a tutti che, se si è grandi dentro, si riesce ad essere grandi anche fuori, basta sfruttare le proprie migliori abilità.
Tra le altre cose, le sue sono caratteristiche che difficilmente riescono ad essere limitate dagli avversari, proprio per il fatto che si ritrovano raramente nella pallacanestro. Se un giocatore è alto 2 metri e pesa 100 kg, non riuscirà ad avere l’agilità necessaria per marcare un avversario più basso e più magro e infatti Isaiah diventa immarcabile nel momento in cui si inserisce a tutta velocità per arrivare a canestro.
E’ chiaro che fisicamente paga dazio in molte altre situazioni durante una partita, specialmente quando è “costretto” ad una marcatura, ma è altrettanto vero che può essere letale per qualsiasi difesa e Isaiah Thomas lo sta dimostrando con prestazioni di spessore, che permettono alla franchigia dello stato del Massachusetts di ricoprire, fino a questo punto della stagione, la terza posizione nella Eastern Conference.
Ovviamente il merito non è solo del piccolo playmaker, ma anche di una formazione che sta dando prova di essere solida difensivamente e pungente in attacco. Il vero artefice dall’ascesa bianco-verde è però, come lo chiamano nell’ambiente, “The Pizza Guy”, che a poco a poco, è riuscito a ritagliarsi un posto da leader e, allo stesso tempo, a diventare la nuova stella dei Celtics.
Come sempre le opinioni sul talento di Isaiah Thomas non sono concordi: c’è chi crede che sia un campione a tutti gli effetti e, invece, chi crede che sia certamente un All-Star, ma destinato ad essere soltanto con secondo violino. Solo il tempo saprà dare una risposta a questo quesito; di certo, c’è da sottolineare che ha avuto un’esplosione inimmaginabile da quando ha cominciato la sua carriera in NBA e se sarà in grado di mantenersi a questi livelli, oppure di migliorarsi ulteriormente, non potrà porsi alcun limite, sia a livello individuale che a livello di squadra.
Come si suol dire….
Nella botte piccola, c’è il vino buono ed Isaiah Thomas ne è la prova!