Un retroscena pubblicato da Chris Haynes di Yahoo Sports svela l’incontro estivo tra LeBron James e Damian Lillard, star dei Portland Trail Blazers che durante la offseason è stato al centro di alcune voci di trade, poi rientrate.
Haynes, che riporta le parole di Lillard, spiega come il numero 0 di Portland e James si siano incontrati a Los Angeles a luglio, a una partita delle LA Sparks nei giorni in cui Dame si trovava in città per girare un video tratto dal suo ultimo disco, Different on Levels the Lord Allowed.
James e Lillard si sono dati appuntamento a pranzo per l’occasione, per quella che per la star dei Lakers avrebbe dovuto essere una prima fase di un reclutamento in piena regola, un “sondare le acque” per valutare se Damian Lillard stesse davvero considerando di lasciare i Trail Blazers dopo 9 stagioni. All’incontro, svela Haynes, era presente anche Anthony Davis.
“LeBron mi chiese che cosa pensassi della mia situazione (a Portland, ndr), e io gli dissi cosa dico ora a te“, racconta Lillard “Voglio essere nella posizione di vincere. Allora James mi rappresentò uno scenario in cui, se avessi lasciato Portland, la situazione sarebbe cambiata in un certo modo. Non mi ha chiesto di andare a giocare ai Lakers, e non mi ha detto nulla che già non sapessi“.
Lillard spiega “Ho risposto che non ero sicuro che quella (di unire le forze) fosse la strada che volevo. Fini lì, sostanzialmente“. Second Haynes, tra le valutazioni della star dei Blazers c’era il fatto che mai Neil Olshey, presidente della squadra, avrebbe accettato di spedire Lillard ai Lakers via trade. Damian Lillard ha poi raccontato dei suoi colloqui estivi, prima delle Olimpiadi di Tokyo, con il management dei Blazers, cui Dame ha chiesto uno sforzo maggiore per mettere in piedi una contender per il titolo.
“Sono sicuro che giocare a Los Angeles con LeBron e Davis in un grande mercato sia grandioso, ma per quanto possa sembrare attraente, sento che non è questo ciò che voglio. E non si tratta di non volersi mettere in discussione o di non voler rischiare, in fondo quando smetterò di giocare resterò qui a vivere (a Portland, ndr) qualsiasi cosa accadrà“.
Blazers, il messaggio di Lillard: “Facciamo come Phoenix lo scorso anno”
“Mi sono chiesto se davvero avrei potuto non tornare a Portland, ma poi il desiderio di provare a vincere qui è stato troppo profondo. Io voglio vincere qui, sono troppo legato alla storia di questa franchigia, pensiamo ad esempio da quanto tempo non riesce a vincere (l’unico titolo è del 1977, ndr). Voglio che la gente possa ricordare, quando Dame giocava qui, ci ha saputo guidare sia nella buona che nella cattiva sorte, era pronto ad affondare con la sua nave (…) so cosa significa, siamo un mercato piccolo e potrebbe non accadere mai, ma d’altronde che garanzie di vincere ci sono altrove?“.
“Parlando con Neil (Olshey, ndr), lui non mi ha certo promesso che avremmo preso LeBron o un’altra superstar perché non credo serva una squadra zeppa di superstar per vincere. Abbiamo CJ McCollum che è un giocatore da All-Star Game, abbiamo Jusuf Nurkic, uno dei migliori centri NBA (…) squadre come Phoenix non hanno mille star, ma tanti buoni giocatori ai posti giusti. Paul e Booker sono le star, poi ci sono Deandre Ayton, Jae Crowder, Cam Johnson e Mikal Bridges che sono uomini di qualità, Bridges è uno dei miei preferiti tra le ali piccole nella NBA. Il modo in cui i Suns hanno costruito la loro squadra è ciò a cui guardo io. Non vedo la mia squadra che va a prendere alte star: ci sono io, c’è CJ e abbiamo tutto quello che occorre per fare come ha fatto Phoenix. E io, CJ e Chauncey (Billups, ndr) siamo alla stessa pagina su questo, e ciò mi basta, ho fiducia. Ma vedremo come andrà, io non ho garanzie da dare loro così come loro non ne hanno per me, ma vogliamo la stessa cosa“.
Damian Lillard ha poi raccontato dei consigli che la sua famiglia gli ha dato in estate, mentre considerava cosa fosse giusto fare, e raccontato di come la vittoria del titolo NBA 2021 dei Milwaukee Bucks, e la commozione di Giannis Antetokounmpo dopo gara 6 e la premiazione, lo abbiano ispirato: “Si vedeva quanto ne fosse valsa la pena. E allora mi sono messo nei suoi panni. Io voglio vincere qui, ancor prima che vincere semplicemente. Se ci riuscissi sarebbe l’impresa di una vita“.