L’ultima volta che Zion Williamson è sceso in campo, era il 2 gennaio scorso, i New Orleans Pelicans erano secondi a Ovest con un record di 23-13 e davano la netta impressione di potersi giocare persino il primo posto.
Poi Zion si è stirato a Philadelphia, si è ri-stirato sulla strada del recupero un mese dopo, su per giù, e non lo abbiamo più visto.
A quel punto i Pelicans hanno dovuto fare ciò che purtroppo per loro è diventata un’abitudine, arrangiarsi – e bene – senza la loro superstar ipotetica. NOLA ha superato uno sbandamento causato dall’assenza combinata di Williamson e Brandon Ingram, si è ricalibrata e da febbraio in poi ha vinto abbastanza da garantirsi persino la possibilità di giocare per l’accesso diretto ai playoffs.
L’atto finale della stagione è stato però un flop. KO all’ultima di regular season contro i Twolves più impegnati a dare pugni a cose e persone piuttosto che a giocare, e KO in casa ai play-in contro gli Oklahoma City Thunder che hanno fatto di tutto nell’ultimo mese di regular season per non andarci, ai maledetti play-in, aspettando inutilmente che i pessimi Mavericks li superassero. Macché.
La sfida play-in contro OKC ci ha detto ciò che sappiamo già di questa squadra. Brandon Ingram, che già di suo tende a infortunarsi, è una star e pietra fondante di un roster competitivo. Herb Jones e Trey Murphy III due prospetti fatti in casa, preziosi e da remunerare e che certificano l’acume al draft del front office dei Pels. CJ McCollum non ha brillato (5 su 15 dal campo) ma ha finito con +10 di plus\minus, il migliore dei suoi, Jonas Valanciunas è uno dei pochi centri-centri NBA e che non si chiami Embiid, Sabonis o Jokic che riesce a stare in campo nei quarti quarti senza danneggiare. Jose Alvarado, altro infortunato eccellente, è mancato e si è sentito.
E ci ha detto anche che a questa squadra manca un pezzo, che non riesce a restare in campo.
Dove diavolo è Zion Williamson?
L’ex Duke ha giocato 114 partite in 4 anni, ha saltato per intero la stagione 2021-22, le sue ricadute da infortuni che dovevano essere “roba di poche settimane” non si contano più. Williamson e Ingram hanno giocato assieme in tre stagioni appena 93 partite, 12 in questa stagione, e prima dello stop di gennaio i due leader dei Pelicans sembravano davvero lanciati per prendersi la Western Conference.
La fiducia di Zion era a mille, Williamson si era appena fatto notare con una schiacciata “360” a partita vinta contro i Phoenix Suns in casa, di quelle che gasano l’ambiente, fanno reputazione da bravo ragazzo si, ma non molle, e fanno imbestialire i tuoi avversari. Poi è finito tutto un’altra volta.
Prima dei play-in, Williamson aveva raccontato di “sentirsi bene fisicamente ma di voler tornare in campo solo quando mi sentirò di nuovo Zion“. Come? “Non ci sono criteri specifici, solo è il sentirmi me stesso, e sapere che posso tornare in campo e avere un grande impatto per la mia squadra (…) c’è anche il fattore mentale che incide, perché quando mi sono infortunato di nuovo a febbraio è stata dura. Ora quando faccio certi movimenti c’è ancora un po’ di esitazione, a volte. E comprendo l’importanza delle partite (sic) che stanno per arrivare e io non voglio scendere in campo esitante, o fare qualcosa che possa danneggiare la mia squadra“.
La sensazione dopo la partita contro OKC è che i Pelicans hanno perso una grande occasione perdendo di nuovo Zion. Denver non ispira chissà quale fiducia, Sacramento è appena risorta, Memphis sarà senza Steven Adams e Brandon Clarke e Clippers, Warriors e Suns hanno zoppicato fino ai playoffs. I Lakers stavano per perdere contro i Twolves senza Gobert, McDaniels e Reid.
Con Zion Williamson di nuovo al suo posto l’anno prossimo, i Pelicans ne avranno un’altra, di occasione. Nel frattempo però è già ora di scelte. Jonas Valanciunas è eleggibile per un’estensione di contratto (e sarà eventualmente free agent nel 2024), Brandon Ingram lo diventerà dall’inizio della prossima stagione. Josh Richardson e il progetto a metà Jaxson Hayes diventano free agent e ci sono Herb Jones e Naji Marshall da rimettere sotto contratto, il rookie Dyson Daniels merita probabilmente più minuti e potrebbe diventare spendibile sul mercato assieme a Larry Nance Jr qualora si aprissero possibilità di arrivare a un altro veterano.
I New Orleans Pelicans hanno tutto per scalare la Western Conference, persino la superstar che è investita delle responsabilità e delle qualità per portarceli.
Se solo riuscisse a giocare.