Quanto è frustrante essere tifoso dei Minnesota Timberwolves?
Questa domanda sorge spontanea, quando si pensa al recente passato dei Twolves, ma si può tranquillamente estendere a questo primo mese di regular season NBA. Frustrante perché? Perchè quest’anno gli obbiettivi erano di grosso calibro, e sostanzialmente si sono già ridimensionati. L’hype intorno alla freschezza e alla gioventù dei ragazzi di coach Thibs aveva toccato livelli estremi anche agli appassionati italiani, soprattutto i più giovani. Però anche aldilà dell’oceano, molti analyst avevano pronosticato grandi cose per questo roster: ma ora l’hype sembra si sia già trasferito verso altre sponde. Eh allora cos’è successo? Proviamo ad analizzare questo primo mese di stagione.
IL RECORD
Sia chiaro che il record non è un dato che può esaurire le valutazioni. Perché con ancora cinque mesi di stagione, il record può essere ribaltato, quindi va osservato con la dovuta cautela. I Wolves, viaggiano con 5-12, al 13esimo posto della Western Conference, con un record simile a quello dei Phoenix Suns. Se per Phoenix, la parola playoff, non era nemmeno nominabile, per Minnesota lo era (e tuttora lo è). Perché a Minneapolis le prospettive erano diverse. Tanto talento in squadra più un nuovo coach (anche vincente) possono essere le basi giuste. Perciò parlare di playoff, non era assolutamente utopia. Ora lo off season dista già tre partite e mezzo dai Lakers di Luke Walton. Come si può risolvere la situazione?
I GIOCATORI
Minnesota ha una quantità di talento invidiabile. Ma, come spesso succede nello sport, l’ammassare talento senza una filosofia non porta alla conquista di nulla. Tra il futuro “HOF” Towns, il talento offensivo di Wiggins, l’atletismo di LaVine e il play-making di Rubio sembrava non ci fossero ostacoli… ma così non è stato. La squadra fa fatica, e i problemi arrivano proprio dal quintetto titolare. I 5 titolari, hanno il peggiore difensive rating su 100 possessi dell’intera squadra, e questo è un problema perchè i 5 titolari sono il quintetto più utilizzato da Thibs (con 20 minuti di media). In aggiunta a questo, c’è il net rating che produce questo quintetto… -10,7 che è di gran lunga il peggiore nei top10 quintetti utilizzati nella lega. Qualcosa deve cambiare.
QUESTIONE RUBIO
Coach Thibs ha urgenza e una voglia matta di tornare a vincere. Perciò sta pensando con insistenza di scambiare, a discapito della futuribilità, uno dei suoi giovani talenti, per arrivare ad un veterano di assoluta qualità. Il nome di più gettonato dei possibili partenti, è quello di Ricky Rubio, giocatore che io adoro, che però già l’anno scorso finì in alcuni “rumors”. Rubio di sicuro, è un ottimo difensore e ha fatto vedere che senza di lui, Minnesota fa ancora molta fatica (1 sola W nella sua assenza). Però con Rubio non è che si stia volando. Purtroppo lo spagnolo, in attacco è rimasto quello di 5 anni fa. Cioè, un play favoloso con visioni celestiali, spettacolare da osservare, ma incapace di costruire un tiro consistente, e nell’NBA del 2016 è un grossissimo problema. In più la sua difesa, sempre alla ricerca del pallone, è molto dispendiosa e gli prosciuga parecchie energie. Marco Crespi, analyst di Sky, ha detto che sarebbe ora di far partire il percorso di inserimento per Kris Dunn, a costo di passare per un’altra stagione da 20-25 vittorie. Thibs lo sopporterebbe? Per me no.
RUMORS E TRADE
Chi può arrivare a Minny? Butler, Deng e Taj Gibson, sono i candidati più forti. Ovvero uomini che hanno già giocato per Thibs, e lo conoscono a memoria. Gente pronta subito. Gibson arriverebbe per spostare KAT da 5, cestinando Dieng, per provare la cosiddetta small ball. Gibson è un giocatore molto utile. Difende forte, non è un mangia palloni e in attacco è sempre pronto. Muoversi sulla linea di fondo è la sua specialità. Butler (il più improbabile) è un fenomeno, non serve aggiungere altro. Deng è il più interessante perchè anche lui fa dell’utilità la sua arma migliore. Ottimo scorer, tanti punti nelle mani, però tanti palloni da dividere con Wiggo e KAT.