Le statistiche al tiro di Russell Westbrook nelle prime tre partite di stagione? Impietose, e difficili da non commentare.
Col “mattone” lanciato a 27 secondi dal temine dalla media distanza contro i Portland Trail Blazers, e che ha aperto la porta alla rimonta finale di Damian Lillard e Jerami Grant, Westbrook sta tirando oggi con 3 su 17 dal campo nei tiri in sospensione nelle prime tre partite. Contro Portland, Russ ha chiuso con 4 su 15 al tiro e due giorni prima contro i Clippers aveva messo in piedi un misero 0 su 11.
Percentuali tali che consentono ormai alle difese avversarie di ignorare il numero 0 dei Lakers, dirottare contro di lui un difensore secondario o fuori ruolo (come Jusuf Nurkic nel finale domenica) e riempire l’area contro le penetrazioni degli esterni, e di LeBron James.
Un altro numero significativo, riportato da Kevin O’Connor di The Ringer, è il 41.2% appena di tiri contestati sul totale dei tiri tentati da Westbrook in stagione sin qui, la cifra nettamente più bassa della NBA a larga distanza dal secondo, ovvero Aaron Gordon dei Nuggets. In passato, in una stagione singola solo due giocatori non certo noti per le loro doti balistiche come Joakim Noah dei Bulls e Andre Roberson, dei Thunder, chiusero un’annata con meno del 50% di tiri contestati dalle difese, sul totale: Noah col 48.7 % nel 2013-14 e Roberson col 48.8 nel 2016-17.
Oggi, sostanzialmente, le difese avversarie ignorano Russell Westbrook, col risultato che i Lakers si trovano a volte a giocare quasi 4 contro 5 con le squadre avversarie che scommettono sulle percentuali al tiro da tre punti, fin qui atroci nonostante la buona qualità dei tiri tentati. In tre partite, i Lakers stanno viaggiando col 21.2% dall’arco su 39.3 tentativi a gara. Qualcosa che non ha precedenti.
E che genererà ulteriore pressione su tiratori tutti da verificare come Austin Reaves, Lonnie Walker IV, Kendrick Nunn e Juan Toscano-Anderson, che non potranno far altro che sentire sempre più pesante il pallone. LeBron James sta tentando 9.0 tiri da tre punti a partita, agilmente il massimo in carriera, e col 25.9%, Anthony Davis tiratore non lo è mai stato, la sua pochissima fiducia nel suo tiro da tre è ormai visibile in campo, con buona pace delle dichiarazioni estive.
Sono solo tre partite, le percentuali sono destinate ad alzarsi almeno su livelli accettabili (o tollerabili) ma il difetto strutturale del roster gialloviola, con così pochi tiratori affidabili, resterà.
Dopo sole tre partite però, pare evidente come il rapporto tecnico tra Russell Westbrook e i Lakers sia ai minimi, così come la volontà di recuperarlo. Che Westbrook sia destinato a partire via trade entro febbraio, e probabilmente molto prima, è inevitabile e forse l’unico modo per i gialloviola per provare a raddrizzare una stagione che si preannuncia lunga e difficile. Basterà attendere che il panorama delle squadre da “tanking”, come Indiana, Utah, San Antonio, forse Charlotte, Oklahoma City e Orlando, si delinei, e che i veterani giusti diventino disponibili sul mercato.