Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsLos Angeles Lakers Lakers, contro i Kings altro KO. Westbrook: “Non segno più un ca**o di tiro”

Lakers, contro i Kings altro KO. Westbrook: “Non segno più un ca**o di tiro”

di Michele Gibin
lakers kings

I Sacramento Kings avevano segnato appena 88 punti nella recente sconfitta contro i non irresistibili Trail Blazers, ma contro i Los Angeles Lakers ne segnano 40 nel solo terzo quarto, e resistono alla rimonta finale di LeBron James per battere i Los Angeles Lakers per 125-116 al Golden 1 Center.

40-23 il parziale del terzo periodo per i Kings, con De’Aaron Fox, Marvin Bagley e Chimezie Metu in evidenza, mentre dall’altra parte LeBron James trova il supporto dei soli Malik Monk e Austin Reaves, con un Russell Westbrook freddissimo al tiro e autore di una partita anonima a dir poco.

2 su 14 al tiro con 12 rimbalzi e 6 assist per Russell Westbrook, e 0 su 5 al tiro da tre punti. I Lakers sono privi di Anthony Davis e Carmelo Anthony, LeBron James gioca 39 minuti ed è la sola ragione per cui i gialloviola sono ancora in partita a 1:30 dal termine: LBJ chiude con 34 punti, 7 rimbalzi e 6 assist con 13 su 29 al tiro e 3 su 12 da dietro l’arco. Un suo canestro semi impossibile cadendo all’indietro da 4 metri riporta LA sul 111-105 Kings con 6 minuti ancora da giocare, fiammata cui replicano Fox e Harrison Barnes.

A 3:20 dal termine, Austin Reaves fa 118-110 Sacramento, poi LeBron e Monk con 6 punti di fila rimettono i Lakers a un solo possesso di distanza (118-116). Sacramento trema ma non cede, ancora Fox e Chimezie Metu segnano i canestri della sicurezza (123-116) a 46 secondi dal termine.

Per i Lakers è la seconda sconfitta consecutiva, dopo quella contro i Grizzlies, e il record langue ancora sul 50% di vittorie. Dopo la partita contro i Kings, sul banco degli imputati si mette in autonomia Russell Westbrook, deluso dalla sua prestazione. “Non riesco a segnare un tiro… dovrò sistemare anche a questa e ci riuscirò, ma al momento non riesco a segnare un ca**o di tiro“.

Per Westbrook è la terza gara di fila in cui l’ex Wizards e Thunder sbaglia almeno 10 delle conclusioni tentate, uno “shooting slump” in piena regola per un giocatore per di più non noto per la sua abilità al tiro. La scommessa estiva di aggiungere una terza star al duo LeBron James-Anthony Davis, sacrificando la profondità a roster, non ha finora pagato per i Lakers, il “solito” infortunio di Davis ha complicato le cose ma la realtà è che Russell Westbrook, a 33 anni, pare in netto calo soprattutto fisico, anche rispetto alla scorsa stagione giocata a Washington.

Russ ha tagliato nelle ultime partite nettamente il numero di palle perse, ma la crisi al tiro ha vanificato i progressi generali in attacco, mentre in difesa i Lakers iniziano a imbarcare acqua in maniera preoccupante. Sacramento ha chiuso con il 55% al tiro e 70 punti in area, una penalità da pagare per schierare da centro un LeBron James 37enne, e che in attacco deve segnare e creare gioco per gli altri.

Malik Monk ha chiuso con 22 punti e 6 su 9 da tre, Austin Reaves ci ha aggiunto 19 punti dalla panchina. Nullo o quasi l’apporto dei veterani Avery Bradley, Trevor Ariza e Dwight Howard.

Shooting slump? Non è un’espressione che mi piace usare” ancora Westbrook “Io resto concentrato sul lavoro da fare, devo trovare il modo migliore per rendermi utile ora in campo“. Russ ha anche dovuto sopportare l’ironia del DJ del Golden 1 Center, che errore dopo errore al tiro suona “Cold as ice” (“freddo come il ghiaccio”), una vecchia canzone dei Foreigner ripresa dai MOP.

Una bella canzone. Avrebbero dovuto suonarla sempre negli ultimi 14 anni…“.

LeBron James difende ancora una volta Russell Westbrook e il suo rendimento in campo: “Si tratta di continuare a lavorare assieme, Russ ci sta mettendo tanto lavoro e noi ci fidiamo di lui. I suoi sono buoni tiri, in questo momento non stanno andando dentro, un po’ di frustrazione è normale. Ora? Ci sono ancora 40 partite da giocare in stagione, vogliamo vedere di che pasta siamo fatti. Questa stagione finora è stata un giro sulle montagne russe, decisamente. Non sono preoccupato dai miei carichi di lavoro, non faccio altro da 20 anni ormai“.

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