Le prime due partite della serie contro i Denver Nuggets ci hanno confermato una cosa: i Golden State Warriors hanno una nuova death lineup, temibile quanto quella che fu ai tempi dei titoli NBA.
Trascinati da Stephen Curry, Jordan Poole e Klay Thompson, Golden State schiaccia per 126-106 Denver anche in gara 2 e si porta in vantaggio per 2-0 nella serie di primo turno, ora i Nuggets dovranno provare ad allungare alla Ball Arena una serie che sembra indirizzata.
Stephen Curry parte ancora dalla panchina e riesce a segnare 34 punti in 23 minuti, con 12 su 17 al tiro e 5 triple a bersaglio e un +32 di plus\minus che non sembra quasi vero. In quintetto base ci partono come in gara 1 Klay Thompson e Jordan Poole, ed è proprio l’ex Mighican State, forse (eufemismo) punto sul vivo dal fatto di non essere stato incluso nei finalisti per il premio stagionale di Most Improved Player a iniziare forte. Per lui alla sirena finale ci sono 29 punti con 5 su 10 da tre, 8 assist e 5 rimbalzi in 34 minuti, Klay Thompson di punti ne segna 21 in ben 36 minuti di gioco, altro segnale positivo.
Gli Warriors distruggono dei Nuggets anche in vantaggio nel primo tempo, con un terzo quarto da 44-30 di parziale quando Steve Kerr apre il campo al quintetto a tre guardie – Curry, Poole, Thompson. Dal 43-35 Denver di metà secondo quarto, una tripla con fallo segnata da Curry a 3 minuti dal termine del terzo periodo fa 87-68 Warriors, una mareggiata incontenibile. Quando a 1:41 dalla sirena del terzo quarto, Jordan Poole segna da tre dall’angolo destro in step back, dopo aver fatto ballare il povero DeMarcus Cousins, il punteggio dice 95-74 Golden State e partita finita.
Gli Warriors segnano 17 tiri da tre punti (17 su 40) e tirano con il 54.8% dal campo, con il campo così largo vista la presenza di tre tiratori letali spesso contemporaneamente, l’area è aperta per le penetrazioni di Jordan Poole e Stephen Curry e gli esterni di Denver, che siano Monte Morris, Will Barton e il vecchio Austin Rivers, non hanno il passo per contenere il giro di palla e uomini vorticoso.
Il terzo quarto segna anche il ritorno dei classici blitz post intervallo lungo con cui Golden State negli anni ha vinto tante e tante partite di stagione regolare e playoffs. Insomma, un avvertimento alle avversarie dirette, Phoenix Suns in primis.
Nikola Jokic, solo contro il mondo in questa serie finora, ha chiuso con 26 punti e 11 rimbalzi, e un’espulsione per doppio fallo tecnico nel quarto periodo a punteggio consolidato, per proteste dopo un mancato fischio, a suo dire, per Draymond Green a centro area.
Nelle prime due partite della serie, Stephen Curry è partito dalla panchina dopo un mese di inattività dovuto all’infortunio al piede sinistro di metà marzo. Nelle prime due gare ha giocato 22 e 23 minuti rispettivamente, e resta da vedere ora quando coach Steve Kerr deciderà di reinserirlo in quintetto, e al posto di chi: confermare Andrew Wiggins e spostare di nuovo Jordan Poole nel ruolo di sesto uomo, o sposare del tutto la versione 2022 della death lineup?
“Vedremo“, replica Kerr dopo la partita “Per ora ciò che conta è far si che Curry abbia impatto nei minuti che può giocare“.
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