Il problema fisico che Stephen Curry sta affrontando in quest’ultimo periodo è un qualcosa di inedito nella sua carriera.
All’inizio della stagione, il numero 30 dei Golden State Warriors aveva già saltato 3 partite a causa di un infortunio alla caviglia. Inoltre, era stata segnalato una borsite al ginocchio sinistro, risolta in pochissimo tempo dato che non gli aveva impedito di scendere in campo.
Eppure, più recentemente, Curry ha dovuto rinunciare alla partita (poi persa per 105-101) contro gli Oklahoma City Thunder, a causa di una “tendinite bilaterale al ginocchio e alla rotula femorale”.
Tornato sul parquet sabato, Curry ha giocato 32 minuti e segnato 23 punti, ma non è riuscito a evitare la quarta sconfitta consecutiva degli Warriors, battuti 113-105 dai Phoenix Suns al Footprint Center.
Per quanto riguarda il suo problema fisico, invece, il 36enne ha spiegato che Rick Celebrini (Director Of Sports Medicine And Performance degli Warriors) ha sviluppato un protocollo per gestire il problema. La tendinite è infatti un problema che non aveva mai colpito il numero 30, e bisogna tenerlo sotto controllo per evitare che si trasformi in qualcosa di più serio o debilitante.
Tuttavia, non è ancora chiaro se questo comporterà la necessità di saltare altre partite oppure no.
“Sono contento di essere riuscito a giocare 30 minuti senza peggiorare la situazione” ha dichiarato Curry. “Mi sentivo più forte con il passare del tempo. Questo potrebbe diventare un problema se non lo gestiamo, ma non sono preoccupato. A questo punto della carriera, ci sono sempre cose che emergono. L’importante è trovare soluzioni, che si tratti di riposare in alcune partite ravvicinate o di altri accorgimenti. Decideremo strada facendo”.
