Da dove nascono i SuperTeam NBA? Da molto prima di quello che pensate… Si tratta di una vera e propria arma a doppio taglio in mano alla lega. Oggi parliamo di un fenomeno che ha suscitato molto interesse nei primi tempi ma che adesso sta prendendo la responsabilità dell’abbassamento dell’interesse da parte degli spettatori o il presunto tale, almeno a livello di competitività.
Adam Silver pochi giorni fa ha dichiarato che la lega è in calo sia di ascolti che d’interesse. Molti hanno dato la colpa a Golden State anche se la storia dei superteam NBA è da ricercare nel passato della storia della NBA. Da quando e quale squadra? Vediamolo insieme!

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Le radici dei SuperTeam NBA
Il primo superteam della storia sono stati i Boston Celtics del 2008 quando oltre a Rondo e Pierce nel Massachusetts arrivarono anche Garnett e Allen. Questo tipo di squadra fu creato per vincere nel minor tempo possibile, prendendo top player da altre squadre. L’obiettivo fu raggiunto subito portando i Celtics dall’ultimo posto della eastern conference al titolo del 2008 in un’indimenticabile stagione che vide i Celtics trionfare contro i Lakers di Kobe in una spettacolare gara 6 al TD Garden. Questo progetto si affacciò soltanto due volte alle finali nei quattro anni seguenti perdendole tutte e due.
Miami 2007-2012, altro superteam NBA in arrivo
Il secondo super team che perfezionò l’all in provato a fare da Boston nel quinquennio dal 2007 al 2012 è stato quello di Miami nel 2010 dove Lebron senza far sapere niente a nessuno comunicò la sua decisione di “portare il talento a South Beach” tramite un programma televisivo tenendo all’oscuro tutti. David Stern questo modo scelto da Lebron di comunicare la sua volontà di andare via dall’Ohio non la prese bene e provo in tutti i modi a tutelare l’immagine del suo giocatore di punta e della lega intera cercando di bloccare la messa in onda dello show.
Questa mossa criticata aspramente dai tifosi di Cleveland e non solo ha portato ragione a Lebron che nei quattro anni di Miami ha disputato 4 finali consecutive vincendone due in back to back, questa vittoria fece rivalutate l’immagine viziata di Lebron nell’immediato post “decision”. Oltre a Lebron, a Miami arrivò anche Bosh con il quale giocò due anni prima dell’ennesima aggiunta: Il tiratore Ray Allen. Miami cosi poteva schierare in campo Wade , Lebron , Bosh , Allen. Questo progetto fu costruito prendendo top player dal resto della lega in quanto Lebron arrivava da Cleveland , Bosh venne da Toronto e Allen dalle ceneri di Boston.
Questi sono i super team che hanno costruito la loro “gloria” sulle spalle delle altre squadre della lega. Ma non è tutto oro quello che luccica. La storia dei super team non è caratterizzata da soli successi, ci sono anche dei progetti che sono finiti malamente.

Con New Orleans Hornets
I SuperTeam non tanto super…
L’esempio perfetto è quello dei Lakers della stagione 2012-13, un team pieno di stelle, dal quale ci si attendeva molto ma che non è riuscito a soddisfare le aspettative. Questo team nasce con una controversa mossa della lega, David Stern bloccò il passaggio di Chris Paul dai New Orleans Hornets alla città degli angeli. Molti non addetti ai lavori pensarono che questa mossa sia stata fatta per tenere la lega competitiva ed equilibrata. In realtà Stern non mandò CP3 ai Lakers per tenere alto il valore d’acquisto della franchigia che commissariata passò in mano alla lega. Al posto di Chris Paul arrivarono Howard ( da Orlando dove fece la sua super stagione ) e Steve Nash. A questi due arrivi i Lakers potevano contare nelle proprie fila di Pau Gasol, Kobe Bryant e Steve Blake da Portland. Questo progetto nonostante contasse su diversi giocatori presi da altre squadre fu un buco nell’acqua in quanto non riuscirono ad ottenere niente di importante.
Super Team si, ma con lungimiranza
Ma non tutti i superteam NBA sono stati costituiti prendendo giocatori già pronti da altre franchigie, ci sono stati anche due scommesse vinte direttamente dal draft. Primi sono stato gli Oklahoma City Thunder (ex Seattle Supersonic) che potevano contare su Kevin Durant e Russell Westbrook, il primo già affermato per il breve periodo giocato a proprio a Seattle ed il secondo scelto ma mai visto in campo, a questi due si unì anche James Harden preso nel 2009 come terza scelta assoluta al draft. Queste scommesse si rivelarono delle scelte azzeccatissime perché il trio delle meraviglie raggiunge subito i playoff , uscendo al primo turno . L’anno seguente raggiunsero la finale di conference e l’anno dopo ancora raggiunsero la finale per il titolo , mostrando un escalation degna di un ottimo progetto. Dopo questo tentativo di assalto al titolo James Harden abbandonò l’Oklahoma per andare in Texas sponda Houston. I due anni seguenti Westbrook e Durant raggiungono due finali di conference consecutive uscendo rispettivamente con San Antonio e Golden State. Dopo questa sconfitta lascia anche Kevin Durant che si accaserà ai Golden State Warriors.
Un altro esempio di progetto ben fatto e di lungimiranza sono appunto i Golden State Warriors, vero e proprio perfezionamento di tutti i super team creati ed assemblati in precedenza. La dirigenza della baia è partita dalle scelte molto basse… ma perché uno dei super team più vincenti della storia della nba avevo le scelte cosi basse. Perché i Golden State Warriors pre-Curry erano l’ultima ruota del carro dell’ovest per diversi anni e queste scelte sono state determinate da questo pessimo posizionamento.
Le scelte erano la 7° di Steph Curry (Davidson College) , la 11° di Klay Thompson (Washington State , la 35° di Draymond Green (Michigan State ),la 7° di Harrison Barnes (North Carolina) , la 30° di Festus Ezili (Vanderbilt).
Nel 2015 arriva il primo titolo veramente inaspettato per questo gruppo in quanto secondo moltissimi addetti ai lavori ed insider nessuna delle scelte sarebbe potuto diventare un all star. Invece non solo è arrivato il titolo ma a distanza di anni questi giocatori presi tutti sotto la sesta scelta sono tutti All Star ( tranne Ezili ). Due anni dopo a questo gruppo si è unito Kevin Durant uno dei giocatori di punta della lega diventato Free Agent. Da questa firma sono arrivati due titoli , tutto il resto è storia recente.
Questa firma è stata ed è tutt’ora al centro di continue discussioni, accusando la lega di aver permesso a Durant di andare nella squadra che stava dominando la lega. Ma la lega non ci poteva fare niente perché il giocatore era regolarmente entrato nella free agency e la multa dovuta allo sforamento del cap è regolarmente pagata. Il precedente si è creato con la scelta di David Stern quando bloccò CP3 della quale abbiamo già parlato.
Perché i Supeteam sono una arma a doppio taglio?
I super team, come abbiamo anticipato, sono un arma a doppio taglio, da una parte l’interesse suscitato nel vedere cosi tanti campioni giocare insieme dall’altra il rischio che la forza della squadra possa in qualche modo sfalvare e alterare gli equilibri e competitività della lega. La colpa non è di Golden State, Miami, Okc o Boston le rispettive dirigenze hanno solo cercato nel loro miglior modo possibile di arrivare al tanto sognato titolo di “campioni del mondo”.
Questa via è stata una scelta intrinseca della lega dopo aver aumentato il salary cap, mossa che ha subito favorito i big market che possono pagare la luxury tax con gli introiti provenienti dall’indotto e dalla “grandezza” del mercato stesso.
Non ci resta che aspettare e vedere se ci sarà un dietro front generale della lega per sparpagliare le stelle che al momento si sono unite, ma per ora il format è questo ed a noi spettatori non ci resta che ammirare lo spettacolo.
Ci sono altri piccoli aspetti che hanno la colpa di questa diminuzione d’interesse. L’all star game che è diventato sempre più “finto” , il tanking in RS e l’assenza di difesa , ma questa è un’altra storia
di Luca Poggianti