Klay Thompson è il prototipo della guardia perfetta nella NBA moderna: tiro dalla lunga, difesa, QI, disponibilità al sacrificio ed efficienza. Tuttavia, pare in dubbio la sua partecipazione all’All Star Game 2019. Perché?
LA STAGIONE 2018/2019
Noto per la sua massima efficienza al tiro, Klay Thompson ha iniziato la stagione con alcuni problemi proprio sotto questo aspetto. Nel mese di ottobre, a stagione appena iniziata, il 31% al tiro dalla distanza fece pensare a un Thompson ancora arrugginito dopo la off season. In novembre la percentuale salì al 36%, per poi scendere di nuovo in dicembre.
Durante l’assenza di Steph Curry, Klay non è riuscito a garantire a Kevin Durant un aiuto tale da mantenere i Warriors ai vertici della Western Conference. Nonostante lo shooting slump, Thompson non si è detto preoccupato delle sue difficoltà al tiro. Giocatore ormai esperto, sa che la stagione è lunga e i periodi di forma altalenanti sono fisiologici. Dopo la terribile performance di Natale contro i Lakers, la sua produzione offensiva è tornata sui livelli abituali grazie anche al ritorno di Curry. Le difese avversarie devono preoccuparsi dell’infinito range di tiro dell’ex Mvp e finiscono per lasciare più spazio a Klay Thompson.
Con il rientro a pieno regime di tutti gli infortunati, DeMarcus Cousins compreso, è facile prevedere che la produzione both ends di Thompson avrà un’impennata in senso positivo. La suddivisione di tiri e responsabilità offensive potrà forse diminuire i punti segnati, ma farà crescere le percentuali, dato che maggiori saranno gli spazi concessi dalle difese.
In fin dei conti, Klay Thompson ha ormai dimostrato di essere perfettamente efficace lontano dalla palla:
In questa partita contro i Knicks, Thompson ha segnato 43 punti palleggiando solo 4 volte nel corso dell’intero match. Solo 4 volte. Avete presente il numero di palleggi di una normale guardia NBA ogni azione?
LE PROSPETTIVE FUTURE
Klay Thompson finirà forse per partecipare all’All Star Game. Le sue medie parlano di 21 punti, 4 rimbalzi e 2 assist, nonostante il difficile inizio di stagione. I fan lo posizionano al quinto posto nelle loro preferenze, che incidono per il 50% nella selezione dei giocatori. Media e giocatori stessi costituiscono il resto della percentuale: difficile pensare che Thompson rimanga fuori, considerato il suo status nella lega.
Le maggiori riflessioni in casa Thompson e Golden State riguardano invece la possibilità di rinnovare il contratto in scadenza in estate. I Warriors sono consapevoli del valore di Thompson sul mercato e stanno offrendo un quadriennale da quasi 100 milioni di dollari. Thompson ha più volte dichiarato di voler rimanere nella Baia, e questa rimane al momento la soluzione più probabile. I Warriors dovranno rinunciare a qualcuno in estate per evitare di pagare una luxury tax mostruosa, ma Thompson sembra indirizzato verso la permanenza.
D’altra parte, tutte le 29 squadre NBA lo vorrebbero firmare in estate, e molte saranno disposte a offrire un contratto al massimo salariale da 139 milioni in 4 anni.
Una delle maggiori indiziate sarebbero i Lakers, che potrebbero puntare tutto su Thompson se fallissero l’assalto a Durant e Leonard:
Un altro caso di recruiting proibito da parte di LeBron James?
Il destino di Klay Thompson è strettamente legato a quello di Golden State. In caso di addio, potrebbe forse chiudersi la finestra vincente per la squadra di Kerr, che farà di tutto per trattenere una delle guardie più efficaci dell’intera lega.