I Golden State Warriors sono l’esempio lampante che nel basket la tecnica è fondamentale quanto la tenacia, infatti una squadra come quella della Baia che può vantare di fenomeni come Steph Curry, Klay Thompson e Kevin Durant, ha come simbolo il loro numero 23, Draymond Green.
L’orso ballerino è il classico giocatore che butta il cuore oltre all’ostacolo, che corre, difende ed è sempre l’ultimo a mollare. Green non è un giocatore dalle grandi cifre, ma la sua assenza pesa molto più di qualunque altro giocatore dei Warriors. Draymond è l’animo dei Warriors, è il tuttofare della squadra e i compagni sono i prima a riconoscerlo.
“La presenza di Dray in campo fa la differenza, se stai in campo con lui ti senti più sicuro” ha dichiarato il suo compagno di squadra Steph Curry dopo Gara 1 tra Warriors e Cavaliers. “Sono contento che sia nella mia squadra”.
In gara 1 delle finali NBA, la squadra di Steve Kerr ha vinto un’altra difficile partita in rimonta (come successo nelle ultime due gare contro gli Houston Rockets) ed è in queste partite equilibrate, contro un avversario di livello, che il 28enne americano si esalta e sforna le sue migliori prestazioni. Infatti ieri Draymond Green ha chiuso la sfida con 13 punti, 11 rimbalzi e 9 assist all’attivo, a cui vanno aggiunti 5 palle recuperate, 2 stoppate in 47 minuti in campo. Green è stato essenziale per i Warriors anche da un punto di vista emotivo, vista la sua capacità di tenere i nervi saldi nei momenti importanti e di far saltare le staffe agli avversari (specialità della casa).
In gara 1 l’orso ballerino ci ha messo un pó più del previsto a carburare, ma alla fine ha chiuso la partita in crescendo.
“So che in gara 1 ci ho messo più tempo del previsto a rendere come so fare” ha detto il lungo della franchigia di Oakland nel post partita. “Ci ho messo troppo tempo prima di entrare in condizione, ma anche quando andava male ho continuato a essere fiducioso. D’altronde ho compagni come Steph che, dopo aver perso il primo quarto, mi ha detto: Ascolta, hai intenzione di entrare in partita stanotte? Abbi fiducia in te.”
Per quanto riguarda il flagrant 2, Draymond Green aveva poca voglia di parlare. “Non è stato davvero un attacco verbale. Non era trash talking. Vabbè ho ottenuto un flagrant 2, ma la vita va avanti. Ora la testa va alla prossima partita“.
Come avevamo detto prima il grande carisma del giocatore originario del Michigan è uno dei suoi punti forti e durante l’intervista non ha potuto resistere alla tentazione di prendere in giro i Cavaliers, in particolare JR Smith, per l’errore commesso dopo aver catturato il rimbalzo quasi sulla sirena.
“A volte hai bisogno solo di un po di fortuna“ ha detto Green nel post partita “si, per prendere un rimbalzo a volte bisogna esser fortunati, quindi penso che quando lo catturi deve sempre cercare il canestro. Fare anche la scelta sbagliata fa parte del gioco. Però al tempo stesso un giocatore deve sempre avere il punteggio in mente e fare la scelta migliore in quel contesto, è una specie di regola non scritta della pallacanestro“.