Il rapporto tra Aaron Gordon e i playoffs? Complicato.
L’ala dei Denver Nuggets li ha giocati sole due volte in carriera, una volta a Orlando e lo scorso anno con Nikola Jokic e compagni. Nel 2020, nella bolla di Disney World, un infortunio gli impedì di giocare al primo turno contro i Milwaukee Bucks.
Al Denver Post, Gordon si è detto addirittura “disgustato” dalla sua prova ai playoffs 2021 con i Nuggets, in cui sente di aver giocato al di sotto delle sue possibilità: “Avevo perso il tocco, ho giocato ben peggio di come so di poter fare, soprattutto nella serie contro i Suns. Mi sono sentito davvero svuotato“.
Al primo turno contro Portland, Gordon era stato utilizzato soprattutto come carta segreta in difesa contro Damian Lillard. Le sue doti di stopper hanno contribuito a costringere perlomeno Dame a cedere il pallone, i compagni di squadra della star dei Blazers hanno contribuito alla causa dei Nuggets soprattutto nella decisiva gara 5 a Denver.
Contro Phoenix è stata un’altra musica. Chris Paul ha giocato la sua miglior serie di post-season in carriera, probabilmente, e Denver non ha avuto scampo senza Jamal Murray, e con un Michael Porter Jr acciaccato.
Aaron Gordon ha raccontato di aver sofferto per tutta la scorsa stagione a causa dei problemi fisici accusati a Orlando, alla ripresa della stagione 2019\20. Problemi risolti con un’estate di lavoro e preparazione. “Dopo la bolla, in cui mi ero fatto male, durante la offseason non avevo potuto di fatto allenarmi, riuscivo a malapena a correre, e anche mentalmente non ero io, troppo poco tempo per recuperare“.
Entusiasmo per il gioco che è tornato dopo la trade che lo ha spedito a Denver, alla deadline del 25 marzo scorso: “Mi ha dato nuova linfa, il fuoco competitivo dentro di me si è decisamente riacceso giocando assieme a giocatori così competitivi e vincenti“. I Nuggets hanno deciso di puntare sul ritrovato fervore di Gordon, convinti anche da una grande offseason dell’ex Arizona, blindandolo con un rinnovo di contratto da 92 milioni in quattro anni.
“Oggi non posso pensare a un posto migliore in cui essere, a questo punto della mia carriera“.