L’avvento dei social ha cambiato il modo di approcciarsi alla vita anche per gli atleti della NBA. Lo sa bene anche Dirk Nowitzki che, dalla sua, ha un’esperienza di oltre due decenni all’interno della Lega americana e può fornire in merito una prospettiva unica su come le prioritĂ dei giocatori siano cambiate in questi ultimi anni.
A tal proposito il giocatore dei Dallas Mavericks ha voluto dire la sua su questo argomento al termine della partita persa della scorsa notte per 111 a 106 contro gli Orlando Magic nella quale il tedesco ha fatto registrare la presenza numero 1505 in NBA, salendo al terzo posto di sempre alle spalle di Kareem Abdul-Jabbar, a quota 1560, e Robert Parish, in prima posizione con 1611 partite disputate.
Problema social media: le parole di Dirk Nowitzki
“Non so se vincere sia bello quanto avere follower e mettere mi piace su Instagram o Twitter. Sono dâaccordo, 20 anni fa le persone non usavano i cellulari o li usavano molto poco e non è tutta colpa dei social media, però un tempo i ragazzi si sedevano in spogliatoio per ascoltare il coach, con una tensione ed unâattenzione incredibile. Ora ci sono 15 ragazzini con i cellulari in mano. Sinceramente non so se i giovani dâoggi pensano piĂš ad essere popolari sui social che a vincere le partite!”, le parole del lungo dei Dallas Mavericks.
Queste osservazioni sono arrivate a pochi giorni dalle parole del commissioner NBA Adam Silver che aveva dichiarato di come molti giocatori si sentissero isolati e infelici, addebitando la colpa proprio ai social media.
“Una volta i ragazzi si sedevano nello spogliatoio in attesa che il coach prendesse la parola e durante quell’attesa ci si scambiavano pareri e opinioni. Ora sono 15 ragazzi con i telefonini in mano, non c’è molto tempo da passare insieme, ma non sono sicuro che tutto questo riconduca ad essere felice o infelice”, ha chiosato Nowitzki.