Dando una rapida occhiata al NBA e con maggior attenzione alla Western Conference, si può notare un unico grande fattore: un elevata competitività racchiusa in poche squadre: i Golden State Warriors, i San Antonio Spurs, gli Oklahoma City Thunder e i Los Angeles Clippers. In mezzo a loro però vi sono anche i Dallas Mavericks che in questa stagione stanno facendo buone cose. Certo, dopo la partita inaugurale contro i Phoenix Suns, per molti, non ci si aspettava una stagione di questo calibro. Eppure, dopo un avvio lento e sconcertante per alcuni (Houston Rockets e New Orleans Pelicans), i Mavs sono stati in grado di tirare fuori un’alchimia assai interessante che li ha portati al 6 posto nella conference di ferro. Va anche precisato che i Mavs nell’ultimo periodo non hanno compiuto grandi movimenti nell’ottica mercato: dai fallimenti dei free agent durante l’estate, alle scelte sbagliate ai Draft per non citare l’orribile trade per Rondo, ma in tutto ciò sono riusciti ad non affondare in acque agitate.
Come evidenziato da Josh Bowe, di mavsmoneyball.com, dopo la trade dead line i Mavericks non avrebbero potuto imbastire alcunché per divenire una seria minaccia nel impetuoso ovest. Dwight Howard o Al Horford, infatti, non sarebbero riusciti in alcun modo ad aiutare la causa dei texani, considerando il fatto che la squadra sarebbe dovuta essere smontata per arrivare a uno solo di loro due. Sicuramente i grandi obiettivi, che la dirigenza vorrà firmare, saranno liberi da ogni vincolo contrattuale solo in estate quando le cornette cominceranno a surriscaldarsi per liberare il roster per degli aggiustamenti minori, ma soprattutto per tenere Dwight Powell e Justin Anderson. Questi due, infatti, rappresentano i due migliori giovani in casa Mavs negli ultimi dieci anni. Il tentativo, di fatto, di scambiare questi due giocatori per avere una buona serie contro i Clippers ai playoff o divenir la 4 testa di serie, non avrebbe pagato i dividendi nel futuro.
Certo alcuni movimenti avrebbero fatto sicuramente comodo, come le voci che si rincorrevano su una possibile trade per Ben McLemore, ma il sacrificio dei due giovani talentuosi sarebbe stato un prezzo troppo alto da pagare. Dal canto loro i Mavericks, quest’anno, si sono fatti notare nell’ultima giornata di trade, proprio non apportando cambiamenti al roster che sta cominciando a trovare la giusta alchimia. Alchimia che sarà assai rilevante quando i giochi si faranno più infuocati e dove non solo il talento basterà.