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Nets, Durant: “Harden? Non ci deve spiegazioni”

di Michele Gibin
durant e harden

E sono 11 le sconfitte di fila per i Brooklyn Nets, battuti a Miami per 115-111 e ancora senza Kevin Durant, infortunato, e senza i nuovi acquisti Ben Simmons, Andre Drummond e Seth Curry.

11 KO di fila che scagliano i Nets (29-27) sempre più in profondità nella zona play-in della Eastern Conference. Senza Durant, Joe Harris e LaMarcus Aldridge Brooklyn non ha saputo reagire alla crisi Harden, e con il Barba che nelle ultime settimane aveva di fatto abbandonato la nave, la situazione è precipitata.

Per il rientro di Durant non ci sono ancora tempi certi, KD è tornato ad allenarsi in campo senza contatto, un passo avanti dopo un mese di stop per una distorsione al legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro. E’ possibile che l’ex Warriors possa ritrovare il campo solo a marzo, quando il record della squadra potrebbe addirittura trovarsi sotto al 50% di vittorie.

Perché? Se Drummond e Curry aspettano solo il via libera ufficiale per scendere in campo, per vedere di nuovo Ben Simmons su un parquet NBA occorrerà del tempo. Simmons non gioca dai playoffs 2021 e si è allenato a parte per mesi, di certo i Nets non lo butteranno in campo allo sbaraglio senza Durant e con un Kyrie Irving ancora costretto a giocare solo in trasferta. E quel che è peggio, salvo novità dell’ultim’ora, Irving potrà giocare solo 3 delle prossime 10 partite, saltando anche le trasferte di New York contro i Knicks al Madison Square Garden e a Toronto contro i Raptors (da non vaccinato, Irving non può andare in Canada).

L’unica nota positiva per i Nets, oltre ai piccoli progressi di Durant, è il fatto che la trade con cui James Harden è stato accontentato, ha dato un alibi alla squadra e a coach Steve Nash: ora la missione principale è recuperare al meglio KD e Aldridge, forse anche Joe Harris, e rimettere in campo Ben Simmons, e raggiungere i playoffs senza la pressione e l’obbligo di dover vincere.

Qualsiasi cosa arrivasse di più – i playoffs diretti, il ritorno a tempo pieno di Irving – sarebbe un qualcosa di extra. L’obiettivo dei Nets, dopo la trade, è tornare una squadra da titolo nel 2022\23 con Simmons, Irving e Durant.

Durant? Si allena, ha ripreso a tirare e lavorare col pallone e sembra in ottima forma“, così Nash “Ci vorrà ancora del tempo“.

Miglioro di giorno in giorno“, dice Kevin Durant “é un percorso ancora lungo e ci vorranno ancora dei giorni, ma mi sento meglio di settimana in settimana. Forse in un paio di settimane potrò tornare a lavorare a ritmi più alti, fare più cose, io vogli tornare al più presto possibile ma solo quando sarà al 100%, non all’80% o giù di lì“.

LaMarcus Aldridge, infortunatosi due settimane fa alla caviglia destra, potrebbe invece rientrare “a giorni”, come confermato da Steve Nash, che spera di avere in campo Seth Curry e Andre Drummond per la prossima partita, contro i Sacramento Kings a Brooklyn.

Ora come ora siamo abbastanza nella m***a“, ancora Durant Ma vedo una squadra che non accetta di scivolare ancora più giù. Sappiamo che una sola vittoria può servire a cambiare le cose, e sappiamo quanto in fretta le cose possano cambiare. E tutte queste difficoltà ci insegneranno a essere una squadra migliore“.

Durant ha anche risposto ad alcune domande su James Harden e sulla trade con i Philadelphia 76ers: “James non deve spiegarci nulla, è un uomo adulto e prende le sue decisioni. No, non mi servono spiegazioni da lui, sono solo lieto che la cosa si sia risolta e che tutti siamo in grado di andare avanti. Se ho provato a fargli cambiare idea? No, una volta che una persona arriva a capire di non essere felice in una situazione, questo è il risultato di un lungo processo, per cui è inutile provarci (…) io sono suo amico e non posso far altro che accettare la situazione per come è“.

Durant ha poi negato malumori e “dissonanze” in spogliatoio a causa dello status di Kyrie Irving, che da non vaccinato non può ancora giocare le partite in casa a Brooklyn, e ha anzi definito Irving “il capro espiatorio” di ogni problema o questione in seno alla squadra, “soprattutto per i media e per i tifosi. Ma il fatto che Kyrie ci fosse stato o meno, questo non ha impattato sull’umore del gruppo né sulla nostra cultura“.

Il titolo NBA? Ora come ora dobbiamo solo pensare a scendere in campo tutti assieme, al completo, e accumulare esperienza. Penso che per il poco tempo in cui si sia visto (il big three con Harden e Irving, ndr) sia stato davvero un buon brand di pallacanestro“.

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