All’AT&T Center di San Antonio si affrontano gli Spurs, padroni di casa, e i Brooklin Nets in una partita dal pronostico già scritto, ma che nei primi due quarti è molto più difficile del previsto per gli speroni, che si ritrovano, nel corso del 2 periodo, anche sotto di 10 lunghezze.
Analizziamo meglio quanto successo: Popovich schiera in campo il solito quintetto titolare con Parker, Green, Leonard, Aldridge e Duncan; Lionel Hollins, invece, parte con Jack, Johnson, Bogdanovic, Young e Brook Lopez.
L’inizio di gara sembra rispettare le attese con gli Spurs molto più in forma degli avversari e più aggressivi sulle loose balls. La squadra di casa, però, si fa subito prendere da una sicurezza eccessiva, che la porta a giocare una bruttissima pallacanestro, costruendo dei tiri difficili e perdendo svariate palle perse (saranno 18 alla fine della partita). In questo modo i Nets prendono una gran dose di fiducia e, canestro dopo canestro, sfruttando anche una buona difesa sotto il ferro, riescono a fare un parziale di 20-6 tra 1 e 2 quarto che li porta avanti addirittura di 10 punti. Lopez e Bogdanovic sembrano inarrestabili, sfruttando le tante chiamate in post per il lungo, tanto efficaci sia per una conclusione diretta, che per un passaggio sul taglio dei compagni.
I texani, a questo punto, si svegliano. Ad inizio del 3 periodo comincia la rimonta: trascinati da Tony Parker, autore dei primi 8 punti per la sua squadra, e da Kawhi Leonard, strepitoso dal mid-range, gli Spurs ricuciono lo svantaggio e, tornando a muovere alla perfezione il pallone, allungano definitivamente la partita, fino al risultato finale di 102-75.
SPURS
Cosa funziona: Il ball movement dei tempi migliori sembra essere tornato, seppur a tratti. Si è vista una veloce circolazione di palla, specialmente nel 3 quarto, che ha portato a tiri facili dal perimetro oppure ha aperto spazi per le pentrazioni degli esterni. Kawhi Leonard, inoltre, sta maturando tantissimo anche in fase offensiva, diventando pian piano la prima opzione d’attacco per Gregg Popovich. Se si continua a giocare in questo modo le quotazioni dei texani per la vittoria del titolo sono veramente alte.
Cosa non funziona: Troppi cali di concentrazione. A cavallo dei primi due quarti c’è stato un rilassamento generale che ha rischiato di compromettere una partita già scritta e sulla carta facile. Bisogna migliorare dal punto di vista mentale, senza cercare delle giocate individuali che molto spesso portano a delle forzature non necessarie.
NETS
Cosa funziona: Brook Lopez si sta dimostrando sempre più il faro della propria squadra. E’ l’unico in grado di dare una scossa e di lottare su ogni pallone, in attacco come in difesa. Le sorti della franchigia, quest’anno, dipendono quasi totalmente da lui.
Cosa non funziona: Tra le pecche più grosse di questo roster c’è, sicuramente, la pericolosità nel tiro da fuori. I Nets hanno tirato con 5 su 16 da oltre l’arco, in leggero miglioramento rispetto allo 0-9 contro i Chicago Bulls nell’opening night, ma non è comunque sufficiente per farsi rispettare dalle difese avversarie.
MVP DELLA PARTITA: Kawhi Leonard. Questo ragazzo ormai sa fare tutto e, seppur con qualche turnover di troppo, riesce a guidare al netto successo la sua squadra, con una prestazione da 16 punti, 10 rimbalzi, 1 assist, 2 rubate e 1 stoppata. Un giocatore all-around devastante.
PEGGIORE IN CAMPO: Joe Johnson. 25 minuti abbondanti in campo, ma è come se non avesse giocato. 1 su 7 al tiro per soli 2 punti nella sua partita. Il suo plus/minus (-22) descrive al meglio la sua prestazione.
TABELLINI (da nba.com):
Per NBA Passion,
Giuseppe Fagnani (@dartfagnans)