Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsBoston Celtics Around the Garden “Gennaio alle spalle obiettivo 3º posto nel mirino”

Around the Garden “Gennaio alle spalle obiettivo 3º posto nel mirino”

di Nicola Bogani
Boston Celtics Media Day-boston-celtics-stagione
Va in archivio gennaio, in NBA storicamente uno dei mesi più complicati della Regular Season per moltissime squadre e franchigie: oggi parliamo ancora una volta di Boston Celtics e del momento della franchigia.
Mentre le squadre e i loro giocatori vedono ancora lontano il miraggio dei playoff, le prime fatiche iniziano a farsi sentire regalando così in questo periodo parecchie sorprese e rendendo difficile la lettura del momento che le varie squadre stanno vivendo.
Per i Celtics è stato tutto sommato un mese positivo (11-4 73% il record totale) nonostante nn siano mancate le sorprese e le polemiche strada facendo.
Aiutati anche da un calendario favorevole che ha permesso alla squadra di giocare ben 11 sfide sul parquet di casa,dove i C’s hanno ottenuto un ottimo 10-1,che permette loro di tenere a portata l’obiettivo realistico della terza piazza,soprattutto ora che la sfortuna si è abbattuta su Indiana con la perdita di Oladipo.

Diverso il discorso nelle sole 4 trasferte affrontare nella quale i ragazzi di coach Brad hanno raccolto un misero 1 su 3 arrivando così già a gennaio a totalizzare il numero di sconfitte subite lontano da casa della stagione precedente,dove chiusero con un eccellente 28-13.
La sequenza di 3 sconfitte consecutive raccolta in sequenza a Miami,Orlando e Brooklyn ha portato la squadra all’ennesimo “low point” stagionale con polemiche e scossoni all’interno della squadra.
Come non ricordare la spinta durante il time out tra Morris e Brown o l’irritazione di Irving sull’azione finale con Orlando con tanto di dichiarazioni post partita che chiamarono in causa i giovani compagni.
Le scuse di Irving che seguiranno la disfatta di Brooklyn hanno riportato un po’ di serenità ma la sensazione di un gruppo meno unito rispetto al passato è rimasta viva nei media e nei tifosi.
Quest’anno la differenza di prestazioni tra le partite di casa e quelle in trasferta è uno dei problemi più grossi che Stevens deve risolvere al più presto considerato che se si vorrà arrivare in fondo nei playoff si dovrà per forza vincere anche fuori casa.

Analizziamo nei numeri il mese dei Boston Celtics appena passato:

Il trend è è stato più o meno quello di dicembre dopo il famoso cambio di lineup che ha di fatto cambiato la marcia della squadra,dal record di 10-10 (.500) si è passati ad ottimo 22-9 (.709) che è la media che tengono i Bucks e i Raptors la davanti.
A Gennaio come detto 11-4 (.733) con una mano dal calendario ma anche con gli scalpi di Toronto,Indiana battute al TD e l’ottima impressione nell’unica sconfitta casalinga contro i marziani della Baia,una partita che ha comunque lasciato sensazioni positive.
La squadra in questo mese ha alzato sia le percentuali dal campo 48% che quelle dalla distanza 38%.
Eccezionali anche ai liberi dove si è tirato con l’83%.
Il Net Rating della squadra 9.8 è risultato il terzo più alto della lega dietro solo a quello di Golden State e di Milwaukee.
Ottimo anche il dato sugli assist,quasi 28 a partita che sono anche il 64% dei canestri effettuati suggerendo così una miglior circolazione della palla e quindi una maggior fiducia tra compagni.

Jaylen Brown e’ definitivamente tornato sui suoi livelli passati

La rinascita di Jaylen è ormai un fatto consolidato da quando Stevens lo ha portato ad uscire dalla panchina,meno minuti ma anche più tocchi e più libertà di agire sfruttando anche la momentanea resistenza di Hayward a prendere tiri che normalmente metterebbe.
Il mese nei numeri è eloquente in 25 minuti di gioco JB mette 14 punti con medie vicino al 50% dal campo (come a dicembre) e soprattutto il 41.8% dalla distanza,ben 6 punti percentuali meglio che il mese precedente e 20 rispetto l’inizio stagionale.
Dato questo che permette a Jaylen di giocare molto più libero e di essere meno battezzabile dalle difese avversarie nelle sue scorribande al ferro.
Anche i liberi da sempre uno dei talloni d’Achille di Brown messi con il 73% parlano di un ragazzo in fiducia che come lui stesso ammette ha capito il suo ruolo in squadra e l’importanza che questo ricopre.
Il dibattito spontaneo che nasce dopo un mese e più giocato da Jaylen a questi livelli è se sia il caso o meno di riportarlo tra i titolari.
Difficile dire cosa passi nella testa di Stevens che ha sempre dichiarato di dare più importanza a chi finisce le partite piuttosto di chi le inizia ma togliere Brown adesso che ha trovato la sua dimensione potrebbe riportarlo alle insicurezze di inizio stagione.

 

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Jaylen goes to work!!! ???

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I nodi Hayward e Rozier sono le chiavi per aprire la porta dei sogni che porta alla finale

Nella travagliata stagione dei Boston Celtics che sembra finalmente aver trovato il giusto cammino auspicato all’inizio mancano da inserire due tasselli fondamentali.
Rozier e Hayward per diversi motivi stanno faticando a dare continuità al loro apporto alla squadra finendo spesso sul banco degli imputati per giustificare i risultati nn all’altezza delle alte aspettative iniziali.
Hayward ha avuto un mese di gennaio in lieve miglioramento sui numeri generali.
11.5 punti a partita in 24 minuti sono 1 punto in più a partita giocando 2 minuti meno,il 46% dal campo è meglio di 6 punti percentuali rispetto il mese precedente ma è ancora macchiato dal 31% dalla distanza che racconta tanto dei problemi di fiducia di Gordon che sbaglia spesso tiri in campo aperto.
L’andamento generale è stato costellato di qualche up (Minnesota,Toronto) ma troppi momenti down come nelle sfide con i Nets a Brooklyn e in casa contro i Warriors.
Il pubblico del Garden ha iniziato a dare nei suoi confronti piccoli segnali di impazienza abbassando ulteriormente la fiducia del giocatore che è stato visto spesso con lo sguardo vuoto e deluso del suo rendimento.
Stevens è conscio dell’importanza di recuperare il numero 20 in ottica playoff e anche futura per la franchigia e non smetterà di utilizzarlo anche nei momenti importanti anche a costo di sacrificare qualche vittoria,ad Aprile si tireranno le somme e li si dovranno prendere decisioni importanti.
Stesso discorso per motivi diversi per Terry Rozier che fatica terribilmente nelle partite in cui esce dalla panchina,mentre si mostra totalmente a suo agio quando sostituisce Kyrie nel ruolo di starter.
Nelle sette partite che è stato utilizzato in quintetto (6-1) contro avversarie abbordabili e,a parte a Brooklyn (unica sconfitta),sempre in casa Terry vede le sue percentuali globali salire di quasi 6/7 punti,oltre ad avere un atteggiamento difensivo molto più attivo,come se l’uscita dal pino lo portasse ad abbassare l’attenzione e
l’energia da mettere nella partita.
Ci sono stati parecchi rumor legati a Terry e alla possibilità che fosse messo sul mercato prima della DL di febbraio.
Penso che Ainge resisterà alla tentazione di scambiarlo ora rischiando di perderlo a zero a luglio anche per tenerlo come polizza assicurativa in caso di inopinata fuga di Irving.
Ora spetta a Rozier come fatto da Brown in precedenza capire l’importanza del suo ruolo e cercare di capire i tempi di uscita dalla panchina,diversi ma altrettanto importanti per una squadra che punta alla finale.

 

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Déjà vu ?

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