Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Dalla trade Porzingis al titolo, come i Boston Celtics hanno dominato la stagione

Dalla trade Porzingis al titolo, come i Boston Celtics hanno dominato la stagione

di Michele Gibin
boston celtics

I Boston Celtics hanno vinto il titolo NBA numero 18 della loro storia, e sono diventati la squadra NBA con più vittorie superando i Los Angeles Lakers.

Boston aveva già provato il sorpasso nel 2022, la prima finale NBA dell’era Jayson Tatum-Jaylen Brown, ma il colpo di coda dei Golden State Warriors glielo aveva impedito, e nel 2023 la delusione alle finali di conference contro i Miami Heat, perse da favoriti per 3-4 dopo essere caduti in svantaggio per 0-3, era stata cocente.

Cocente e uno stimolo a tutta l’organizzazione Celtics, dai vertici con Brad Stevens al campo. L’off-season 2023 è stata quella in cui i Boston Celtics hanno ovviato ai limiti offensivi e caratteriali messi a nudo da Miami, e col via libera della proprietà senza badare a spese, i biancoverdi hanno messo assieme una delle migliori squadre mai viste nella NBA recente.

Il primo acquisto di peso e a rischio, ma seminale per cambiare volto all’attacco dei Celtics, era stato l’arrivo via trade di Kristaps Porzingis dagli Washington Wizards. Il giocatore lettone, tanto prezioso per talento, centimetri e tiro dalla lunga distanza, arrivava a Beantown con l’etichetta di giocatore spesso infortunato, per il quale Brad Stevens aveva scelto inoltre di sacrificare uno dei leader della squadra, Marcus Smart.

Sarebbe stato un secondo colpo di mercato, reso possibile dal blitz con cui a settembre i rivali Milwaukee Bucks erano piombati su Damian Lillard beffano gli Heat, a coprire (e alla grande) il vuoto difensivo e di leadership creato dalla partenza di Smart. La trade per Jrue Holiday, ceduto a Portland da Milwaukee e subito girato dai Trail Blazers a Boston: Holiday, già campione NBA coi Bucks nel 2021, è stato uno Smart “maggiorato” con le due doti offensive e la calma olimpica, da point guard vera. E che alle NBA Finals ha conteso il premio di MVP a Jaylen Brown.

Il titolo NBA 2024 dei Boston Celtics porta con sé diversi numeri e traguardi importanti. A 36 anni Joe Mazzulla è diventato il secondo allenatore più giovane della storia della franchigia a vincere l’anello, dopo Bill Russell che da allenatore-giocatore lo vinse nel 1969 a 34 anni. Mazzulla era diventato head coach dei Celtics quasi per caso, nell’ottobre 2022 dopo che Ime Udoka era stato licenziato in tronco per uno scandalo interno. Se poche settimane prima Will Hardy non avesse accettato il posto di capo allenatore agli Utah Jazz, Stevens avrebbe affidato a lui la panchina. E invece.

Mazzulla è, per la cronaca, il 37esimo allenatore campione NBA nella storia della lega, e il settimo per i Boston Celtics dopo Red Auerbach, Bill Russell, Tom Heinsohn, Bill Fitch, KC Jones e Doc Rivers. Non male per un coach che fino al 2019 allenava al college, in Division II a Fairmont State dopo una carriera da giocatore NCAA a West Virginia. La vocazione della panchina, Joe Mazzulla l’aveva però già, e l’ha seguita subito dopo aver completato il college. In due anni ai Celtics, Joe ha siglato un record di 148-54, il migliore tra gli allenatori con almeno 200 partite NBA allenate.

Al Horford ha impiegato 17 stagioni NBA e 1078 partite in carriera per vincere il suo primo titolo NBA. A 38 anni “Big Al” non è stato certo una figurina, ma un giocatore talmente affidabile e solido da convincere Stevens e Mazzulla a rinunciare a un lungo come Robert Williams III e a Grant Williams, e accettare il rischio Porzingis. Piccola scommessa vinta, Horford ha giocato 65 partite in stagione e con l’infortunio di Porzingis già in gara 4 del primo turno contro Miami, non ha fatto sentire l’assenza del lettone con ltre 9 punti e 6 rimbalzi di media, e il 35% da tre in post-season.

Con 186 partite di playoffs giocate prima di vincere, Al Horford era il secondo giocatore NBA per vittorie in post-season senza anello al dito, dopo il solo Karl Malone. Un altro “torto” sportivo raddrizzato.

La stagione NBA 2023-24 è stata tutta all’insegna dei Boston Celtics, partiti da subito con un vantaggio netto, tecnico e di vittorie, su tutte le altre. Hanno chiuso la regular season quarti per offensive rating e terzi per defensive rating, ma stra-primi per net rating, e con un record stagionale di 64-18 che è il quarto miglior record di sempre nella storia della franchigia. Sono stati primi per tiri da tre punti a partita con 40.2 e sesti per percentuale (36.0%), un manifesto d’efficienza offensiva.

Ai playoffs hanno mostrato quanto fosse ampia la loro supremazia sul resto della Eastern Conference, anche al netto degli infortuni che hanno interessato alcune rivali almeno potenziali: Bucks, Knicks e Sixers non erano al meglio, Miami si era presentata decimata al primo turno. Non va però dimenticato che i Celtics hanno giocato senza Porzingis per praticamente tutta la post-season, chiudendo comunque con 16 vittorie e 3 sconfitte. Il lettone ex Wizards ha saltato gara 3 e gara 4 delle NBA Finals, dopo aver inciso in gara 1, e in gara 5 ha giocato 16 minuti pur lontano dalla condizione ideale. E nonostante questo, la differenza con i Dallas Mavericks è stata talmente ampia da fare quasi impressione, a tratti.

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