Eccoci di nuovo al nostro appuntamento settimanale con i migliori dunkers di sempre: questa settimana andremo ad analizzare uno che ha rivoluzionato il modo di concepire le schiacciate.
Stiamo parlando di Dominique Wilkins, giocatore originario di Parigi, dove nacque nel 1960, e trasferitosi successivamente col padre a Washington, dove inizierà a praticare lo sport del quale poi rimarrà innamorato.
Nel 1979, Dominique si iscrive alla Georgia University, nella quale resta per 3 anni, viaggiando sull’ottima media di 21.6 punti a partita.
Nel 1982 viene selezionato dagli Utah Jazz durante il Draft NBA, come 3^ scelta assoluta.
I Jazz lo scambiano prima dell’inizio della regular season con gli Atlanta Hawks, dei quali Wilkins diventerà il leader e giocatore simbolo.
Come aveva già fatto vedere in precedenza, The Human Highlight Film (questo il suo soprannome), mette subito in chiaro quale sia il suo potenziale anche fra i pro, dimostrando leadership e doti cestistiche oltre la media.
Con le sue mirabolanti schiacciate elettrizza per anni i tifosi degli Hawks ed entra a far parte della élite dei migliori giocatori della NBA.
Escludendo la sua stagione da rookie, Wilkins rimase sempre oltre i 20 punti di media stagionali, vincendo addirittura il premio come Miglior Realizzatore nel 1986 con 30.3 punti di media.
Partecipò a ben 5 edizioni dello Slam Dunk Contest, vincendone 2, la prima nel 1985 ad Indianapolis battendo un certo Michael Jordan e la seconda nel 1990 battendo Shawn Kemp dei Seattle Super Sonics.
Il suo marchio di fabbrica divenne la cosiddetta Windmill Dunk eseguita sia con una mano che con due.
Qui un assaggio delle sue incredibili doti atletiche:
Dopo 12 stagioni passate con gli Atlanta Hawks, il nostro uomo giocò 25 partite con i Clippers nella stagione 1993-94, poi volò a Boston per giocare quasi un’intera stagione coi Celtics.
Nell’estate del 1995 decise di provare a giocare in Europa e venne firmato dal Panathinaikos (Grecia), squadra che gli offrì un contratto biennale da 7 milioni di dollari (abbastanza alto per un 35enne).
Purtroppo però Wilkins non si adattò subito bene al contesto europeo, iniziò a viaggiare moltissimo avanti e indietro dall’America fra una partita e l’altra e questo gli causò una multa di 50 mila dollari da parte della società.
Fu lui però che aiutò il Panathinaikos a vincere le Final Four di Eurolega nel 1996, grazie ai suoi 20.1 punti di media e 7.4 rimbalzi, vincendo inoltre il premio di MVP delle Final Four.
Quello stesso anno vinse inoltre la Greek Cup e il premio di MVP della Coppa stessa.
Tornato in America prima della stagione 1996-97, venne messo sotto contratto come free-agent dai San Antonio Spurs per dare solidità alla panchina.
In quella stagione guidò la squadra per punti segnati con 18.2, ma dopo una sola stagione, durante un suo viaggio oltreoceano, firmò un contratto con la Teamsystem Bologna, squadra militante nel campionato italiano.
L’anno successivo, ovvero il 1998 firmò quello che sarebbe stato poi il suo ultimo contratto in carriera, con gli Orlando Magic, nelle 27 partite disputate in quella stagione, Dominique segnò in media appena 5 punti e prese 2.6 rimbalzi.
Decise quindi di appendere definitivamente le scarpe al chiodo, potendo vantare un ottima collezione di premi e il 13esimo posto come miglior realizzatore della storia della NBA.
Un giocatore che fece dell’atletismo il suo punto di forza e che seppe “inventare” nuovi modi di attaccare il ferro anche in situazioni critiche, un simbolo tuttora elogiato dagli amanti di questo sport e che rimarrà sempre l’icona degli Atlanta Hawks degli anni ’80 e ’90.
Un video in onore di questo magnifico giocatore:
Premi: 2x NBA Slam Dunk Contest Champion