Essere mancini, si sa, comporta il possesso di alcuni ‘privilegi‘ (se così vogliamo definirli) rispetto ai destrimani. Una spiccata creatività, una superiore percezione dello spazio, una maggiore velocità nei riflessi e una discreta ars orandi: viene solo da ridere se si pensa che in principio questa categoria di persone era vista in malomodo dall’opinione pubblica, basti pensare ai tanti casi di mancinismo contrastato ( la forzatura da parte di insegnati e familiari nell’uso della mano destra) o ai pregiudizi che circolavano tra la gente. Col passare del tempo però sono sempre più emersi i pregi del mancinismo, ammirati anche nei campi della NBA. Già, sono molti i giocatori che hanno sapientemente usato la mano sinistra per insaccare un canestro, rubare un pallone o per servire dei brillanti assist ai compagni di squadra: tra i tanti, ce ne sono cinque che si sono contraddistinti particolarmente. Ecco la graduatoria completa.
5) CHRIS MULLIN
Ala piccola dalle spiccate doti offensive, Mullin è stato uno dei migliori giocatori della storia dei Golden State Warriors. Con la franchigia della Baia ha disputato circa 12 stagioni NBA, piazzandosi tra i primi quattro realizzatori di sempre del team. Per tre anni veste anche la casacca degli Indiana Pacers: dopo due sconfitte alle Eastern Conference Finals, approda alle Finali contro i Los Angeles Lakers, che hanno la meglio per 4-2. Successivamente torna ad Oakland per chiudere la carriera. Nel suo palmares figurano due medaglie d’oro olimpiche vinte nel 1984 e nel 1992 con l’indimenticabile Dream Team.
4) NATE ARCHIBALD
Inserito nella lista dei 50 migliori giocatori del cinquantenario NBA e nella Naismith Memoria Basketball Hall of Fame, il nativo di New York ha giocato con i Sacramento Kings (allora Cincinnati Royals), New York Nets (l’attuale squadra di Brooklyn), Boston Celtics (con cui ha vinto un Anello nel 1981) e Milwaukee Bucks. Play alto 1.85, si è contraddistinto per la sua grande visione di gioco e la sua dimestichezza in attacco: in carriera infatti ha messo a referto una media di 19.8 punti, 2.3 rimbalzi e 7.4 assist. Nel 1973 riesce a vincere i titoli di miglior realizzatore (34 punti a partita) e miglior assistman (11.4).
3) TONI KUKOC
Un’ala piccola con un ball handling degno di un playmaker puro, un ottimo killer instinct dalla linea da tre punti e una discreta abilità a rimbalzo: il croato è da considerare un vero e proprio all-around. Dopo le esperienze in patria e in Italia, approda ai Chicago Bulls nel 1993, in concomitanza col primo ritiro di Michael Jordan. Ci rimane fino al 2000, consacrandosi come uno degli artefici del secondo three peat della franchigia dell’Illinois e venendo anche nominato come sesto uomo dell’anno nel 1996. Nella stagione 2000/2001 passa ai Philadelphia Sixers, con cui perde le NBA Finals, finendo poi la carriera con Atlanta Hawks e Milwaukee Bucks. Annuncia ufficialmente l’addio al parquet nel settembre del 2006.
2) DAVID ROBINSON
‘L’Ammiraglio’ (soprannominato per i suoi trascorsi nella Marina Americana) ha giocato solo con i San Antonio Spurs durante la sua militanza in NBA, durata dal 1989 al 2003. Dotato di un tiro dalla media affidabile e di una grande abilità nel gioco in post alto, si è dimostrato uno dei migliori lunghi della storia, formando con Tim Duncan (arrivato nel 1997) le celebri Twin Towers dei neroargento. Ha vinto, tra le altre cose, due Anelli (1999 e 2003), è stato nominato Rookie of the Year nel 1990, ha conquistato un MVP (1995) e un Defensive Player of the Year Award (1992). Con Team USA si è aggiudicato un bronzo e due ori (ha fatto parte del Dream Team del 1992). La sua maglia numero 50 è stata ritirata dagli Spurs.
1) BILL RUSSELL E MANU GINOBILI (ex aequo)
Considerato ‘l’inventore’ della pallacanestro difensiva, il centro dei Boston Celtics ha vinto in tutto undici titoli (di cui otto consecutivi) divenendo insieme al giocatore di hockey Henri Richard l’uomo con più campionati vinti in una lega statunitense. Le sue lunghe braccia gli hanno permesso di catturare una miriade di rimbalzi e di stoppare facilmente gli avversari.
Grande classe, ottima lettura del gioco e leadership a non finire: la guardia argentina approda ai San Antonio Spurs nel 2002, a 25 anni. Dopo alcune incomprensioni con coach Gregg Popovic diventa uno dei giocatori chiave dei texani, vincendo quattro campionati NBA (2003,2005,2007,2014). Nel 2008 viene nominato sesto uomo dell’anno. Continuerà a giocare anche nella prossima stagione, a 38 anni suonati, al fianco di Tim Duncan e Tony Parker.
Per NBA Passion,
Olivio Daniele Maggio (@daniele_maggio on Twitter)