Nuggets-Spurs doveva essere una delle serie più aperte e combattute, insieme a OKC-Portland, e così, almeno per adesso è stato. Denver rimonta e pareggia la serie, dopo due gare in Colorado è sull’1-1. Due filosofie, quelle di San Antonio e Denver, tanto diverse quanto simili.
Una, San Antonio, simbolo di come si costruisce una cultura, vincente al di là degli interpreti. Denver invece rappresenta la progettualità fatta franchigia grazie a scelte, in fase di draft e di mercato, quanto mai oculate e ponderate. Una squadra dove i giovani possono prendersi le libertà e le responsabilità di cui hanno bisogno per crescere e affermarsi in questa NBA.
San Antonio ha sprecato una ghiotta opportunità di portarsi sul 2-0 vanificando un vantaggio di 19 lunghezza a fine terzo quarto (dopo gara due tra Warriors e Clippers non ci può sorprendere più nulla) ma questo non deve appannare grandi meriti dei ragazzi di coach Mike Malone.
NUGGETS-SPURS, GARA 1: LA VITTORIA DELLA DIFESA
San Antonio vince, sorprendendo fino ad un certo punto, gara 1, mettendo in difficoltà Denver grazie ad una delle specialità della casa: la difesa.
Denver tira malissimo (6/28 da oltre l’arco) e i giovani non reggono la pressione dell’esordio nei playoff.
Gli Spurs giocano una partita da Spurs: gara corale senza clamorosi acuti individuali, limitando uno dei migliori attacchi (110.7 di media contro i 96 di gara 1).
San Antonio ha la possibilità di variare i quintetti e passare da uno incentrato sul midrange ad uno con maggiori spaziature con le velenose armi di Marco Bellinelli e Patty Mills, soliti specialisti da oltre l’arco.
Per Denver Nikola Jokic è una certezza con la sua prima gara ai playoff finita in tripla doppia (10-14-14), Gary Harris e Will Barton pagano inizialmente l’inesperienza sparando a salve e lasciando scappare i texani.
Nel finale Denver si scrolla di dosso un po’ di timore, San Antonio cala di intensità ma nel finale vince chi sbaglia meno ovvero San Antonio.
SPURS-NUGGETS, GARA 2: TUTTI AI PIEDI DI MURRAY
Gara 2 ha un protagonista assoluto, Jamal Murray. Il prodotto di Kentucky si rivela assoluto protagonista della vittoria, in rimonta dei suoi. Una gara dai due volti con un inizio da dimenticare (0/8 nei primi 36′ di gioco) e un quarto periodo da incorniciare (8/9 con 21 punti nei 12′ finali).
Riesce a segnare in tutti i modi: in penetrazione, con jumper dalla media e da oltre l’arco quando la palla scotta.
La difesa di San Antonio non è attenta come in gara 1 e nel finale si inceppa anche l’attacco con i soli 23 punti messi a referto. La gara si era messa in una maniera che non poteva non andare bene a Pop e compagnia con un parziale 14-0 per finire il primo periodo. Qui una prima reazione, anche grazie ad un contro parziale guidato da Jokic e Harris di 11-0 che riporta Denver a contatto sul 59-49 all’intervallo lungo.
Terzo quarto sulla falsariga del primo, complice anche errori difensivi e fischi dubbi, San Antonio si porta sul +19 con 12′ da giocare.
Poi come detto si scatena Murray e ai texani si inceppa qualche ingranaggio. Denver rimonta e pareggia la serie, facendo anche arrabbiare Pop.
COME CONTINUA LA SERIE?
Adesso ci spostiamo all’ombra dell’Alamo sul punteggio di 1-1, con una rimonta subita dal team neroargento che brucia e con l’inerzia che non può che essere dalla parte di Denver. Riuscirà la vecchia volpe Pop a tirare fuori qualcosa di nuovo dal cilindro? L’impressione è che comunque il fattore campo e la grande esperienza dei texani siano fattori che potrebbero tenere in bilico la serie nelle prossime uscite.