E alle 21 cosa potremmo chiedere di meglio di un rematch delle mille finali degli ultimi anni ovvero Warriors-Cavaliers? Grazie NBA…
A volte succede che ci siano un trono da conquistare, dei dominatori da detronizzare; succede che anche gli Dei dell’Olimpo subiscano l’attacco dei Titani e dei Giganti, che vogliono impadronirsi del loro regno. E nel Natale della NBA cominceranno le prime avvisaglie dell’attacco al trono: gli Dei Golden State Warriors dovranno fare i conti, sul proprio campo, coi Titani Cleveland Cavaliers. Le due squadre sono assolutamente tra le più in forma della lega. Dopo un inizio in sordina, i campioni in carica hanno ritrovato solidità e costanza, vincendo 13 delle ultime 15 partite e arrivando all’appuntamento con i Cavs senza Stephen Curry, ma con un Kevin Durant finalmente in formato MVP. Gli sfidanti non sono da meno e, guidati da King James, arrivano da 18 vittorie negli ultimi 20 incontri, anche se saranno senza Isaiah Thomas, Iman Shumpert e Derrick Rose.
LA PARTITA
Entrambe le squadre godono di un attacco esplosivo, ma gli uomini della Baia potrebbero fare la differenza in difesa: Golden State occupa infatti la seconda posizione per efficienza difensiva (100.9 punti a partita) alle spalle dei Celtics. La retroguardia è sempre efficiente nel pressare il portatore di palla, bloccare le linee di passaggio e contrastare i pick and roll o pick and pop. I Warriors vantano a roster difensori del calibro di Draymond Green, vero ago della bilancia di questa squadra. L’attacco, come di consueto, si fonda principalmente sul tiro da tre punti: con il 38.8% sono secondi nella NBA per percentuale da oltre l’arco. I Warriors possono segnare in contropiede con estrema facilità e a ritmi forsennati. Altro aspetto da non sottovalutare è il teamwork, mai cosi convincente come quest’anno. Giusto due settimane fa nella vittoria sui Magic, i Warriors hanno terminato la gara con 46 assist su 55 canestri di squadra, stabilendo un nuovo record NBA. Ma anche l’ingranaggio più completo nasconde qualche intoppo. La panchina, ad esempio, non sta garantendo lo stesso rendimento visto le stagioni scorse. Andre Iguodala, con diversi acciacchi, non riesce a toccare i suoi consueti livelli di prestazione, i nuovi innesti Nick Young e Omar Casspi stanno constatando problemi di ambientamento (soprattutto l’israeliano), mentre Patrick McCaw e Jordan Bell devono ancora completare il loro processo di maturazione. Altro punto debole è la discontinuità: Golden State tende spesso ad andare in svantaggio nel primo tempo per poi recuperare nel terzo e quarto quarto. Una ‘tattica’ che può rivelarsi pericolosa nello scontro con Cleveland. Sarà quindi fondamentale rimanere concentrati per tutti i 48 minuti di gioco.
La transizione difensiva dei Warriors è perfetta.
Dal canto loro i Cleveland Cavaliers non potranno pensare di battere i Warriors giocando a basso punteggio: la difesa è infatti ventisettesima per punti concessi (108.5), benchè il dato possa in realtà ingannare. I punti subiti scendono infatti a 103 negli ultimi quindici match, tredici dei quali vinti e i progressi migliori, sotto questo punto di vista, arrivano dalla panchina: sono infatti Wade, Korver e Green ad avere i migliori defensive rating (tutti sotto 103). Proprio la netta superiorità della second unit potrebbe essere la chiave di volta per i Cavs, tanto in difesa quanto in attacco. Gli uomini che subentrano assommano 40 punti di media, risultando la terza panchina della lega per produzione; e la presenza di un leader e giocatore di uno contro uno come Wade apre spazi per il tiro di Korver e i contropiedi e le penetrazioni di Jeff Green. In attacco, la franchigia dell’Ohio dovrà invece battere i detentori del titolo con la loro stessa medicina: condivisione di palla e tiro da tre punti. La squadra di coach Lue assomiglia, quest’anno più che mai, ai Warriors: quarta per assist (24.1) e terza nel tiro da punti (38.3%). Proprio per questo il coaching staff dovrà abbandonare la tipica idea anti-Golden State di abbassamento del ritmo; la transizione è infatti momento di creazione privilegiato per LeBron James, che, in tal situazione, può facilmente creare tiri aperti o andare al ferro.
I Cavs sanno difendere con intensità per poi far partire subito la transizione.
Proprio le escursioni nell’area pitturata saranno elemento pericoloso per i padroni di casa: la mancanza di un rim protector permetterà ai Cleveland Cavaliers di lavorare con post-basso e penetrazioni e di guadagnarsi viaggi in lunetta (22.5 tentativi a partita coll’81%).
STATS
Golden State Warriors
- Record: 26-7 (12-4 in casa, 14-3 in trasferta)
- Offensive Rating: 112.4 (2nd)
- Defensive Rating: 100.9 (2nd)
- Team Leaders: Kevin Durant (26.3 PTS), Draymond Green (7.3 REB), Draymond Green (7.3 AST)
Cleveland Cavaliers
- Record: 24-9 (14-4 in casa, 10-5 in trasferta)
- Offensive Rating: 111.9 (3rd)
- Defensive Rating: 108.5 (27th)
- Team Leaders: LeBron James (28.4 PTS), Kevin Love (10.1 REB), LeBron James (9.2 AST)
Entrambe le compagini inoltre si affideranno alle iniziative dei singoli. I californiani possono contare su un magistrale Durant. Le sue medie stagionali recitano 26.3 punti, 7.2 rimbalzi, 5.2 assist e 2.2 stoppate a partita. Dall’altra parte c’è un LeBron James mai così efficiente in regular season: 28.4 punti, 8.2 rimbalzi e 9.2 assist. La voglia che entrambi metteranno nel difendere sull’altro nei momenti decisivi potrà determinare non solo il risultato del duello individuale, ma anche quello di Warriors-Cavaliers…
Per NBAPassion,
Andrea Ranieri e Daniele Guadagno