“Nel 50 a.C. la Gallia è occupata dai romani. Tutta? No, perché da qualche parte un PICCOLO VILLAGGIO… RESISTE ancora all’invasore…”. Se fosse un cartone animato, inizierebbe così la nostra storia. Ma qui si tratta di vita reale, si tratta di parlare di quello che per molti è un caldo, normale e forse anche un po’ banale martedì di maggio mentre per altri è il giorno in cui una serie dei playoff di Lega Basket vede scontrarsi in suolo siciliano la Betaland Capo d’Orlando e l’EA7 Olimpia Milano.
La serie
Ma facciamo un passo indietro. Milano si è classificata prima in regular season e così la classifica le ha permesso di giocare contro l’ottava, ossia Capo D’Orlando.
Quest’ultima, nonostante una stagione sorprendente, ha rischiato di non riuscire a classificarsi fra le prime otto e, solo all’ultima giornata, dopo 6 sconfitte di fila, si è guadagnata un posto ai Playoff.
La prima partita della serie ha regalato grandi sorprese a tutti gli appassionati: la Betaland è riuscita ad espugnare il Forum di Assago, infliggendo una cocente sconfitta fra le mura amiche alla dominatrice indiscussa del campionato.
La seconda partita, seppur combattuta, ha visto ristabilire i normali equilibri, con la vittoria di Milano e il pareggio della serie sull’1-1. Oggi, quindi, tutto ha nuovamente inizio e lo si respira a Capo d’Orlando.
L’aria è diversa, c’è quella della voglia di non mollare, di energia, di sudore… Insomma, l’aria delle grandi occasioni.
Da una parte l’EA7, la favorita, la squadra che non può perdere, anzi che deve vincere perché è stata costruita per questo, perché qualsiasi altro risultato rappresenterebbe una delusione.
Dall’altro lato la Betaland Capo D’Orlando, che a differenza di Milano può giocare senza alcuna pressione, ché ha tutto da guadagnare da questa situazione.
A favore di quest’ultima il pubblico, che ci crede a tal punto da trasformare il palazzetto in una “bolgia infernale”, fatto di cori, tamburi, palloncini e uno striscione che recita: “Ti ho affidato il mio cuore – Ti ho giurato eterno amore”. Non manca nulla. E così accompagnati dal coro “Orlandina, Orlandina, Orlandina…” ha inizio la partita.
Gara-3: la partita
I quintetti iniziali vedono Cinciarini, Hickman, Pascolo, Simon e Radujica contro Ivanovic, Diener, Tepic, Iannuzzi e Delas. Grande assente della serata Dominique Archie, ancora infortunato.
La partita ha inizio con una tripla di Simon che chiarisce subito le intenzioni di Milano. La squadra allenata da Repeša entra aggressiva in campo e sembra intenzionata a chiudere velocemente la pratica Capo D’Orlando, restituendo il favore e vincendo la prima in Sicilia.
E’ Delas da sotto canestro a mettere a segno i primi due punti per la squadra padrone di casa. Grazie ad un’ottima difesa e a 4 punti di Pascolo, l’EA7 si porta sul 7-15. Diener con una tripla suona la sveglia per la sua squadra e ricorda ai suoi compagni che non sono scesi in campo per fare da comparse in un film milanese.
Le due squadre giocano alla pari e grazie ai punti messi a segno da Ivanovic, Iannuzzi, Berzins e Tepic per la Beteland, Cinciarini e Tarczewski per Milano, il primo quarto si chiude sul 19 a 20.
Il secondo quarto si apre con due punti messi a segno da Diner, ma, come per il primo quarto, è Milano che prova a fare le voce grossa, con la tripla di Kalnietis e i due punti di Abass. Così, sul 21-25, Di Carlo si trova costretto a chiamare il timeout. Al ritorno in campo i giocatori di Capo d’Orlando mostrano i denti e si portano in vantaggio a quota 28.
Il match appare molto equilibrato, ai punti di Cinciarini dalla lunetta, risponde Berzins e poi di nuovo Milano con Simon. L’arbitro fischia un fallo antisportivo a Tarzcewski che permette a Delas di realizzare il 2/2 dalla lunetta. Ottime le percentuali al rimbalzo per la squadra siciliana, che grazie ad un parziale di 6-0 targato Ivanovic/Iannuzzi/Nicevic chiude il primo tempo in vantaggio 45-40.
Nel secondo tempo l’Orlandina si trova a dover contrastare le quasi perfette percentuali di tiro di Milano (48% da tre, 69% da due). I due i nomi decisivi in questa frazione di gioco sono quelli di Raduljica e Hickman.
Sono loro che, andando a canestro nei momenti chiave della partita, prendono Milano sulle spalle e le permettono di chiudere il terzo quarto sul 64-69 e poi di arrivare fino in fondo e vincere la partita. Il quarto quarto, infatti, vede l’EA7 in fuga con tre triple consecutive e l’impotenza della Betaland, oramai stanca e incapace di contrastare l’avversaria.
In gara-3 al PalaFantozzi, Milano ha mostrato tutta la sua forza, la profondità del suo roster e la voglia di non cedere al nervosismo dovuto dalla consapevolezza di non poter più sbagliare. L’Orladina ha dato tutto e alla fine, stanca, ha perso. Il “piccolo villaggio” ha resistito il più possibile e alla fine ne è uscito sconfitto ma a testa alta.
Adesso l’impresa è ancora più ardua: se la Betaland vuole riuscire ad andare avanti nei Playoff non può più perdere, deve vincere giovedì al PalaFantozzi e poi tentare nuovamente l’impresa al Forum di Assago.
Dalla nostra inviata a Capo d’Orlando, Maria Chiara Tarantino